martedì 12 maggio 2020

[Recensione] La voce del violino - Andrea Camilleri

Titolo: La voce del violino
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio
Collana: La memoria #401
Serie: Commissario Montalbano #4
Pubblicazione: 11 giugno 2012 (tredicesima edizione)
Prima pubblicazione: 12 dicembre 1997
Genere: giallo
Pagine: 209
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
«Il commissario invece era di Catania, di nome faceva Salvo Montalbano, e quando voleva capire una cosa, la capiva». Questo «capire» di Montalbano, essendo fondamentalmente una immersione ambientale, un annusare, un soppesare a occhio, è distante dallo «spiegare» deduttivo dei segugi di impostazione scientifica. Ma non collima neppure col simpatetico «comprendere» dei detectives più filantropi: anzi per il commissario di Vigàta - celebre per il laconico sarcasmo - identificare la molla che fa scattare l'assassinio costituisce «la parte peggiore» della ricostruzione poliziesca. E di comprensione per chi ammazza non se ne parla nemmeno. La voce del violino è la storia di una giovane donna assassinata, di un grande artista che vive da eremita e d'altro ancora. Soprattutto, è una storia di scambi: e Montalbano dovrà decidere se scambiare la propria esistenza per una nuova.

Recensione
Questo è il primo libro di Camilleri che leggo dopo la sua scomparsa. Non so perché, ma non sono più riuscito a leggere nulla di lui fino a questi giorni. Fino ad ora avevo già assaporato il suo stile inconfondibile, che ti fa innamorare di quella terra maledetta e benedetta insieme che è la Sicilia, sempre ricca di contraddizioni così come lo è il popolo siciliano. Fino ad ora il mio preferito della serie del commissario Montalbano è stato Il ladro di merendine, seguito da La forma dell'acqua e da Il cane di terracotta.

Il commissario si ritrova, per caso, a scoprire un brutto omicidio dove perde la vita una ragazza bellissima, morta durante un rapporto sessuale nella sua villa. E tutta l'indagine si può definire un continuo scambio: ma non posso approfondire per togliervi il piacere della trama. Stavolta ci ritroviamo a seguire le indagini di Salvo che sembrano intricate e piene di strani colpi di scena che mano a mano il nostro poliziotto si troverà a dover affrontare e dove, purtroppo, un innocente si sarebbe potuto salvare se avesse osservato un particolare dopo il ritrovamento del cadavere della donna. Colpisce anche stavolta l'umanità del commissario: si arrabbia, si emoziona, si addolora ad ogni capitolo. Toccante, ad esempio, la parte in cui va a trovare François, il bambino che abbiamo conosciuto nel precedente romanzo "Il ladro di merendine" e che, assieme a Livia, vorrebbero adottare. In questa indagine Montalbano ha molte similitudini col commissario Maigret, dove si fa guidare dalle sue intuizioni, dove cerca di assorbire la vita di quella povera ragazza e cerca di capire quello che le è accaduto e perché qualcuno è arrivato alla drastica decisione di ucciderla (quando scoprirete il motivo vi salirà una certa rabbia).

P.S. Catarella si prende il diploma in informatica, o come diceva lui all'inizio del corso in informaticcia. 

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