lunedì 6 aprile 2020

[Recensione] Il treno per Istanbul - Graham Greene

Titolo: Il treno per Istanbul 
Titolo originale: Stamboul Train
Autore: Graham Greene
Traduttore: Alessandro Carrera
Editore: Sellerio
Data di pubblicazione: 24 ottobre 2019
Prima pubblicazione: 1932
Genere: romanzo
Pagine: 352
Prezzo: 14 euro

Quarta di copertina
Graham Greene, lo scrittore spia, scelse il treno per Istanbul, rievocante il fascino luccicante dell’Orient Express, per mettere in azione il suo campionario di tipi umani. Il romanzo – un divertimento, come recita il sottotitolo – è del 1932 ed è il primo grande successo di vendite dell’autore. Precede di un anno il giallo allestito sullo stesso mezzo da Agatha Christie con Hercule Poirot. Ma quanto diversi, dagli eleganti signori vendicativi della scrittrice, sono i passeggeri del treno di Greene: «un’umanità spaventata – scrive Antonio Manzini nella Nota a questo volume – insicura, dubbiosa, tragica e dolente». Uomini e donne in viaggio attraverso l’Europa e attraverso le proprie vite: chi per la prima volta di fronte a una specie di amore, chi alle prese con un ultimo riflesso di idealismo; tutti, però, vittime e carnefici di un cinismo generale. Coral, la piccola dolce ballerina di fila, è attesa da una traballante compagnia inglese in Turchia, e intreccia durante il viaggio una relazione sentimentale carica di illusione. Il dottor Czinner, comunista e sognatore, non crede più che la miccia che vuole accendere prenderà e spera solo che il suo sacrificio ambito abbia degna risonanza. Il signor Myatt, ricco ebreo in viaggio d’affari, ha un conto da regolare con un funzionario infedele della ditta, ma sente il vigore del disprezzo razziale che gli cresce intorno. Mabel Warren, cinica giornalista a caccia di uno scoop annibalesco, sa che la sua amante mantenuta Janet la tradirà definitivamente. Il ladro Grünlich approfitta dell’altrui bontà solo per salvarsi la pelle. E via così in un ingarbugliarsi di vite dentro lo spazio affollato degli scompartimenti, mentre il treno scorre sui binari «simile al movimento di una macchina da presa» (Domenico Scarpa, nella Postfazione). E in questo romanzo dall’umorismo impassibile il manovratore di destini Greene è come se leggesse la profezia oscura di quello che accadrà in Europa; nella naturale ineluttabile crudeltà delle persone, nel crescente antisemitismo incontrastato, nel disprezzo esibito dai conformisti verso ogni solidarietà. Chi soccombe del tutto alla fine sono i benintenzionati. Il treno per Istanbul è un classico romanzo entre-deux-guerres. Ma in quei vagoni potrebbe viaggiare benissimo un campione della spaesata umanità di oggi. Lo scavo etico-psicologico, la rappresentazione di una società, costituiscono l’attualità senza tempo dell’opera di Graham Greene.

Recensione
Graham Greene ci narra le vite di alcune persone che viaggiano in uno dei treni più famosi della letteratura mondiale, ovvero l'Orient Express, celebre soprattutto per il giallo che vi ha ambientato Agatha Christie, Assassinio sull'Orient Express. La cosa curiosa è che questo romanzo è stato scritto proprio un anno prima di quello appena citato della Christie, nel 1932.

Attraverso il gruppo di viaggiatori che salgono sul treno, Greene dipinge un campione dell’umanità rappresentativa dell’epoca, e i cui destini si intrecciano e definiscono il mood. Si percepisce il timore all’approssimarsi delle frontiere che il treno attraversa, perché sono sorvegliate e i controlli possono essere fonte di preoccupazione. Si respira un’aria densa di tensione, così come salta fuori l’odio verso gli ebrei, gli impeti rivoluzionari dettati dalle differenze tra le classi sociali, un certo atteggiamento distante dalla realtà da parte dei religiosi, un disincantato cinismo nei rapporti tra uomini e donne, dove sembrano prevalere più gli interessi che i sentimenti, anche se nascosti da un candore più perbenista che autentico.
Bisogna anche dire che lo stile di scrittura di Greene si sposa benissimo alla descrizione cinematografia, egli infatti passa a narrarci le vite dei vari protagonisti con stacchi spesso rapidi e con vari flashback.

Lettura piacevole e concordo con l'intento dell'autore: ha scritto un'opera da entertainments, ma dove gli strascichi della guerra passata e quella che stava per iniziare si sentono tutti.

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