lunedì 6 aprile 2020

[Recensione] Metro 2034 - Dmitrij Glukhovskij

Titolo: Metro 2034 
Autore: Dmitrij Glukhovskij
Serie: Metro #2
Editore: MPlayer Edizioni
Data di pubblicazione: 19 giugno 2012
Prima pubblicazione: 16 marzo 2009
Genere: fantascienza, post-apocalittico
Pagine: 335
Prezzo: 17,90 euro

Quarta di copertina
Un anno dopo la conclusione dei fatti raccontati in Metro 2033, la narrazione riprende dalla stazione "Sevastopolskaya" della Metropolitana di Mosca. Dopo vent'anni dall'inizio della guerra, il mondo in superficie resta completamente ostile all'homo sapiens. I cittadini della "Sevastopolskaya" hanno trasformato la stazione in una piccola fortezza per sopravvivere alle infinite ondate di mostri provenienti dalla vicina stazione "Chertanovskaya". Considerano la loro casa come una specie di "Sparta", addestrando i loro guerrieri così bene da essere temuti dal resto della metropolitana. In più, gli ingegneri della "Sevastopolskaya" sono riusciti a costruire numerose stazioni idroelettriche in grado di utilizzare le correnti sotterranee, rendendole un'inestimabile scorta di elettricità per "Ganza" e il resto della metropolitana moscovita. Tutto sembra procedere per il verso giusto, ma c'è un problema fatale che neanche i coraggiosi abitanti di "Sevastopolskaya" possono risolvere: la distanza dal centro. La stazione è situata nella remota periferia della metropolitana di Mosca e le zone settentrionali sono disabitate. E ovviamente per un buon motivo. Infatti, "Tulskaya" è l'unica stazione settentrionale affidabile prima di "Ganza" e, se qualcosa dovesse accaderle, "Sevastopolskaya" perderebbe le munizioni e le provviste necessarie a respingere le orribili creature.

Recensione
Dopo un anno mi sono deciso a leggere il seguito di Metro 2033 e, ahimé, la storia non mi ha intrigato come il primo.

Dagli avvenimenti del primo libro sono passati sei mesi. Stavolta cambiano i protagonisti, visto che la fine di Artyom è rimasta misteriosa. Troviamo Hunter, citato nel primo libro e scomparso nel nulla, detto anche il brigadiere, che fa la guardia di confine alla Sevastopolskaya ed è traumatizzato da quello che ha vissuto. Sceglie l'anziano scrittore che si fa chiamare Omero e insieme con un terzo uomo partono per trovare un contatto con le altre stazioni, visto che una precedente scorta armata non ha più fatto ritorno per controllare come mai non arrivavano più né merci né munizioni. Durante le loro peripezie incontreranno una ragazzina, Sasha, che salvano dall'attacco di un mostro appena in tempo. Stavolta la minaccia, oltre ai mutanti che vivono nella metropolitana, è un pericoloso virus che si sta diffondendo fra tutte le stazioni e i nostri si metteranno alla ricerca di un eventuale antidoto, per evitare che la razza umana superstite si estingua. Piccolo colpo di scena su ciò che è successo a Artyom.

Secondo libro della saga che stanca, anche se l'idea di debellare la diffusione di un virus a seguito delle radiazioni nocive è una cosa molto realistica (in questi giorni non si fa che parlare della diffusione del coronavirus, diffusosi in una città della Cina e molto pericoloso). Ho avuto l'impressione che l'autore sia un po' a corto di idee e che abbia scritto questo seguito proprio perché gli è stato commissionato. Artyom è rimasto vivo? Ritornerà? Lo scoprirò se deciderò di leggere anche il terzo e (spero) ultimo capitolo della saga, ovvero Metro 2035.

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