mercoledì 30 marzo 2022

[Recensione] Il gatto venuto dal cielo - Takashi Hiraide

 


IL GATTO VENUTO DAL CIELO || Takashi Hiraide || Einaudi || 2015 || 144 pagine

Un gatto entrò nella loro vita. E la cambiò per sempre. Chibi si autoinvita nella cucina di una coppia che sembrava non avere più nulla da dirsi, e come una brezza dolce e scatenata spazza via i silenzi che dividevano marito e moglie. Giorno dopo giorno, le visite della piccola ospite - Chibi rifiuterà sempre di farsi adottare: è uno spirito libero lei! - regalano gioie nuove, scoperte continue, un modo diverso di prendersi cura l'uno dell'altro. Hiraide Takashi ha saputo raccontare con il passo enigmatico e saggio dei gatti la splendida storia di un amore ritrovato.

Recensione

Ecco, se volete un esempio della delicatezza che hanno i giapponesi nel descrivere la loro vita, dovete assolutamente leggere questo romanzo autobiografico: la storia di un gatto che è entrato nelle vite della coppia protagonista, che li cambierà per sempre anche dopo la sua dipartita. I protagonisti sono due sposini senza figli che decidono di affittare una nuova casa con giardino annesso, e un bel giorno un gatto del vicino diventerà in un certo senso anche il loro gatto: così gli creano un angolo dove può entrare per dormire e mangiare, e si affezioneranno a lui sempre di più. Effettivamente sembra quasi una favola, ma non ha un lieto fine, purtroppo.

mercoledì 23 marzo 2022

[Recensione] Piccoli suicidi tra amici - Arto Paasilinna

 


PICCOLI SUICIDI TRA AMICI || Arto Paasilinna || Iperborea || 2006 || 259 pagine

Ci sono momenti in cui i ripetuti insuccessi, un matrimonio a rotoli, lo stress, la solitudine sembrano davvero troppo per conservare la voglia di vivere: non è meglio farla finita e andarsene da questo mondo che pare sempre meno “un luogo adatto all’uomo”? Seduto sui gradini di casa con una bottiglia di birra in mano, il direttore Onni Rellonen, imprenditore fallito, decide di dire basta a “quel suo vivacchiare privo di senso”. Ma cosa succede se il fienile scelto per “il botto finale” è già occupato da un colonnello a riposo risoluto a mettere fine ai suoi giorni? Non ci saranno anche molti altri nelle stesse condizioni, con cui varrebbe la pena di spartire timori, rischi e spese, per un dignitoso suicidio collettivo? E così, caricati sulla Saetta della Morte, lussuoso pullman dotato dei più desiderabili comfort, trentatré selezionati aspiranti suicidi partono per un viaggio che li porterà da un capo all’altro dell’Europa alla ricerca del migliore strapiombo da cui lanciarsi nel vuoto. Sotto il comando del colonnello Kemppainen, frustrato da un’epoca “così profondamente pacifica”, con l’assistenza di Rellonen e della fidata vicepreside Helena Puusaari, conturbante trentacinquenne dai capelli rossi con l’hobby di struggenti passeggiate nei cimiteri, la Libera Associazione Morituri Anonimi raccoglie i più disparati e folli personaggi, decisi, come il Vatanen dell’Anno della Lepre, a tagliare tutti i legami di un’esistenza che li ha delusi e maltrattati, per la libera avventura di un fatale Grand Tour, che diventerà presto il più gioioso manifesto della voglia di vivere. Dalle falesie di Capo Nord ai burroni del Furka, fino all’estrema punta dell’Algarve, tra spericolate avventure, amicizie, solidarietà e nuovi amori, la banda degli apprendisti suicidi sarà immancabilmente raggiunta dall’irriducibile nemico da cui ha tentato di fuggire: la vita.

Recensione

Si può trovare un autore che riesca a fare ironia pure su un tema molto delicato come il suicidio? Sì, ed è l'autore di questo romanzo pieno di umorismo. Immaginate un gruppo di persone che decide di unirsi e raccogliere altri aspiranti suicidi e li mette tutti in un bus e, in un certo senso, vanno in gita per riflettere sulle loro decisioni e avendo, come premio finale, un suicidio collettivo (ovvero si vogliono lanciare col bus da una scogliera per fare una morte spettacolare). Man mano conosceremo le vite, le gioie e i dolori dei protagonisti di questa inconsueta ma intrigante avventura, che secondo me vogliono lanciare un messaggio, ovvero che la vita è dura, difficile a volte o quasi sempre, piena di delusioni ed è facile pensare di farla finita, ma poi qualcosa ti cambia e ti fa cambiare idea: in fondo, vale la pena continuare a vivere, a rischiare, a scoprire cosa altro ci aspetta, perché potrebbe esserci una buona notizia dietro l'angolo, una gioia, seppur effimera, può sempre fare capolino da dietro il muro e farci capire che la vita allora ha un senso. E così quando stanno tutti insieme intorno al falò a bere birra, quando soffrono il freddo, esce fuori quel senso di comunione insito dentro l'essere umano, quella condivisione del dolore, quel poter dire "tranquillo, ci sono io accanto a te, anche se stai soffrendo vieni qua, ti posso dare il mio cuore, la mia presenza, la mia anima!".

Paasilinna scrive bene, non ci sono dubbi, e traspare sempre nella sua scrittura quello stile che racchiude insieme umorismo e malinconia.


lunedì 14 marzo 2022

[Recensione] Il gatto in noi - William S. Burroughs

 


IL GATTO IN NOI || William S. Burroughs || Adelphi || 1994 || 107 pagine

Sarà probabilmente una sorpresa per molti scoprire che William Burroughs, l'efferato cantore di saghe che si svolgono in terre di mutanti e in cui l'umanità è una sopravvivenza arcaica, ha anche scritto uno dei più delicati e percettivi libretti che conosciamo sui gatti – anzi, più precisamente, sul gatto come «compagno psichico». Gatti bianchi, gatti arancioni, gatti persiani; gatti amati, gatti di strada; gatti soprannaturali come piccoli dèi del focolare; creature con un che di felino, un che di umano e un che di «ancora inimmaginabile», frutto di unioni arcane e lontanissime che l'autore si sente chiamato a rievocare e a proteggere come un benefico Guardiano: sono questi i protagonisti a cui Burroughs dà la parola. La sua voce diventa piana, pur mantenendo una vibrazione inquietante. E l'affinità immediata fra l'autore e questi esseri appare palese, ancor più di quella con altri suoi personaggi. Le storie, le osservazioni, hanno una naturalezza carica di intensità, forse perché in queste pagine Burroughs ha nascosto «un'allegoria», visitando il suo passato come una «sciarada gattesca». Il gatto in noi è uscito per la prima volta a New York nel 1986 in un'edizione a tiratura limitata e poi, sempre a New York, nel 1992.

RECENSIONE

William Burroughs ci parla del suo amore per i gatti in questo breve e scorrevole volumetto pieno di ricordi e memorie gattofile.

Consigliato agli amanti dei gatti.


giovedì 10 marzo 2022

[Recensione] Napoli '44 - Norman Lewis

 


NAPOLI '44 || Norman Lewis || Adelphi || 1998 || 244 pagine

La Napoli turbolenta delle segnorine e dei militari alleati, degli sciuscià e del mercato nero, nel diario di un giovane ufficiale inglese che non sapeva ancora di essere un formidabile memorialista.

RECENSIONE

Il giovane ufficiale inglese Norman Lewis ha scritto un diario per un anno quando era in Italia a Napoli nel 1944 (era sbarcato con le truppe alleate) e grazie a queste sue memorie ci regala e immortala la vita che si faceva in quel tempo ancora sotto la guerra. Da questa narrazione emerge la grande generosità dei napoletani che, pur non avendo quasi nulla, ti offrivano anche quel poco che avevano. Normann aveva la funzione di poliziotto e vigilava su qualunque cosa: così riesce a crearsi delle amicizie nel quartiere in cui lavorava, conosce personaggi particolari come il tizio che finge di essere lo zio di America nei funerali, per dare un prestigio a quel defunto (vedi, ha uno zio ricco e famoso!), scopre anche sfruttamenti, abusi (fatti anche da militari), scopre purtroppo la terribile schiavitù delle ragazze giovani costrette a prostituirsi per mangiare, le violenze, insomma, tutti gli orrori che qualunque guerra porta con sé. 



martedì 8 marzo 2022

[Recensione] La caverna - José Saramago

 


LA CAVERNA || José Saramago || Feltrinelli || 2016 || 345 pagine

La vicenda è incentrata su un'onesta famiglia di poveri artigiani composta da Cipriano Algor, vasaio, la figlia Marta, e il genero Marçal, guardiano in prova presso il Centro, un luogo misterioso, fulcro di ogni attività economica e amministrativa. La vita procede normalmente, con il vasaio che consegna a scadenze regolari le sue stoviglie al magazzino del Centro, finché un giorno, inaspettatamente e senza alcuna avvisaglia che potesse far presagire qualcosa, il Centro annulla il suo ordine per le ceramiche di Cipriano, gettandolo nell'angoscia di un futuro improvvisamente fosco. A quel punto Cipriano e la figlia decidono di cimentarsi in un nuovo progetto da sottoporre al Centro: statuette d'argilla raffiguranti diversi personaggi. Contro ogni previsione, il Centro accetta, ordinandone mille e duecento... 

RECENSIONE

Che Saramago sia un gigante della letteratura mondiale non credo ci siano dubbi, e non solo perché ha vinto il premio Nobel per la letteratura. Anche in questa opera non si smentisce, stavolta si avvicina al genere post apocalittico che abbiamo già incontrato nel suo celebre romanzo Cecità (attualmente tra le mie opere preferite dell'autore portoghese). In questa opera ci presenta una famiglia semplice e normale dove il padre fa il vasaio, la figlia aspetta un bambino e il genero lavora come guardiano presso il Centro, una labirintica e misteriosa città fortezza. Ma un giorno questo quadro idilliaco si interrompe: al vecchietto viene vietato di vendere le sue stoviglie e così, assieme alla figlia, decidono di costruire delle statuine d'argilla a forma di clown, d'infermiera, di personaggi che ricordano il passato.

Anche in questo caso ciò che conta non è la storia in sé, ma l'approfondimento psicologico dei personaggi che ci vengono divinamente descritti in questa storia, i loro stati d'animo, i loro pensieri più profondi. C'è anche un bella denuncia verso quei sistemi di governo autoritari che non hanno morale e pensano solo al profitto e a spegnere la fantasia. emerge una spersonalizzazione dell'umanità, quasi costretta a uniformarsi ad un unico modo di pensare, dove i libri sono stati dimenticati e considerati inutili. Come un profeta Saramago ci avverte che se ci lasciamo distrarre dai divertimenti del nostro tempo presto dimenticheremo il nostro passato, e perderemo il senso da dare alla vita e alla società in cui siamo vissuti, sempre più simili a robot che pensano solo a soddisfare i loro bisogni, perdendo l'anima (e infatti questo romanzo ci ricorda il mondo di 1984 e di Fahrenheit 451).

Lo stile di Saramago, che ormai conosco, non è per tutti facilmente accessibile: lui non utilizza la punteggiatura nei dialoghi ma solo le virgole, quindi chi non è abituato a questo stile di scrittura potrebbe avere difficoltà a capire chi sta parlando in quel momento. Devo anche ammettere che ho impiegato molto tempo per portare a termine questa lettura, un mese circa, che ho spesso interrotto.


[Recensione] Charlie Chan e il cammello nero - Earl Derr Biggers

  CHARLIE CHAN E IL CAMMELLO NERO || E. Derr Biggers || Newton Compton || 2012 || 188 pag. Shelah Fane, celebre star del cinema, viene uccis...