venerdì 21 gennaio 2022

[Recensione] Perle ai porci - Kurt Vonnegut



PERLE AI PORCI || Kurt Vonnegut || Feltrinelli || 2015 || 198 pagine

Eliot Rosewater è l'ultimo erede della casata; suo padre ha costituito la Fondazione Rosewater con l'incarico di gestire tutti gli immensi beni di famiglia e con la clausola che la presidenza venga tramandata di erede in erede. Lo scopo è impedire che il fisco si impossessi dei soldi. Eliot, però, dopo aver partecipato alla Seconda guerra mondiale, è diventato un uomo strano: non solo ha iniziato a bere, a vagabondare, a prestare servizio come pompiere ma ha anche iniziato a usare il denaro per aiutare la gente. Alla fine Eliot torna a Rosewater, nell'Indiana, il luogo depresso che la sua famiglia, tanti anni prima, aveva usato per iniziare la propria fortuna e poi abbandonato. La gente del posto è priva di orgoglio, speranza, lavoro. Così Eliot apre un ufficio per aiutare tutti coloro che hanno bisogno di aiuto e il cartello sopra la porta dice semplicemente: "Fondazione Rosewater. Come possiamo aiutarvi?". È ovvio che la famiglia, aiutata da un avvocato, tenti in tutti i modi di farlo dichiarare insano di mente, ma Eliot alla fine troverà una soluzione brillante e inaspettata per poter proseguire con i suoi progetti. Scritto nel 1965, "Perle ai porci" non solo ci fa come gli altri libri di Vonnegut ridere delle cose tristi e commuovere in modo divertente, ma tradisce un autentico amore per l'utopia e fa riflettere sulle ingiustizie del mondo. 

RECENSIONE

Eliot Rosewater ha molti soldi, essendo l'unico erede della sua facoltosa famiglia. Ma Eliot ha combattuto in guerra e, ritornato da essa, sembra essere impazzito (o annoiato dalla vita): così si reca a Rosewater, un piccolo paesino nell'Indiana, e decide di aprire un ufficio dove chiunque può essere aiutato da lui.

Kurt Vonnegut ci regala un romanzo in cui distrugge, pagina dopo pagina, la società consumistica e capitalistica americana.

Nonostante abbia molto apprezzato le sue opere, in questo caso Kurt non mi ha lasciato molto. Ma l'idea che se ogni ricco del pianeta si mettesse a fare del bene sul serio, forse il mondo finalmente potrebbe essere definito un luogo migliore. Alla fine ti poni una domanda: il protagonista è pazzo? Oppure siamo pazzi noi che non facciamo del bene avendone la possibilità?

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