lunedì 30 agosto 2021

[Recensione] L'acqua del lago non è mai dolce - Giulia Caminito

 


L'ACQUA DEL LAGO NON È MAI DOLCE || Giulia Caminito || Bompiani || 13 gennaio 2021 || 297 pagine

Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d’acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subìto Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c’è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un’esistenza priva di orizzonti. Giulia Caminito dà vita a un romanzo ancorato nella realtà e insieme percorso da un’inquietudine radicale, che fa di una scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica l’ultimo baluardo contro i fantasmi che incombono. Il lago è uno specchio magico: sul fondo, insieme al presepe sommerso, vediamo la giovinezza, la sua ostinata sfida all’infelicità.

RECENSIONE

Mi è difficile recensire questo romanzo, perché mi ha dato l'impressione che sia stato scritto male (non nel senso grammaticale), che sia ancora una bozza da dover essere rivista e migliorata, non so se avete avuto la stessa mia impressione. L'autrice ci presenta l'infanzia e poi l'adolescenza di una bambina (poi ragazza), Gaia che vive in una famiglia molto umile e spartana, dove la sola mamma si prende carico di tutto e tutti, visto che il padre è invalido è non può più lavorare. Fondamentalmente i protagonisti della storia sono queste due donne: la madre che, nonostante tutte le sciagure stringe i denti e riesce a tenere unita la famiglia, e Gaia, questa piccola ragazza che cresce in un ambiente spietato, crudo, anche violento, e che cercano entrambe di riscattarsi a livello sociale. La madre alla fine ci riesce trovando una casa più grande vicino al lago, e Gaia studiando e arrivando pure a laurearsi.
Un'altra impressione che ho avuto è stata quella che molte cose che accadono alla ragazzina siano autobiografiche, e in parte lo conferma l'autrice alla fine del romanzo, anche se molte cose le ha inventate e modificate.

Ripeto, non mi ha convinto, per me è scritto in modo sbagliato ed è davvero un peccato, perché posso immaginare quanto lavoro ci sia stato dietro la scrittura di un romanzo del genere. Ma l'autrice è da tenere sott'occhio, potrebbe scrivere un bel romanzo in futuro.


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