sabato 30 luglio 2022

[Recensione] La mia famiglia e altri animali - Gerald Durrell

 


LA MIA FAMIGLIA E ALTRI ANIMALI || Gerald Durrell || Adelphi || 2021 || 354 pagine

«Questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso da ragazzo, con la mia famiglia, nell’isola greca di Corfù. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell’isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato i vari amici a dividere i capitoli con loro»: così Gerald Durrell presenta questo libro, uno dei più universalmente amati che siano apparsi in Inghilterra negli ultimi trent’anni. Ma il lettore avrà il piacere di scoprirvi anche qualcos’altro: la storia di un Paradiso Terrestre, e di un ragazzo che vi scorrazza instancabile, curioso di scoprire la vita (che per lui, futuro illustre zoologo, è soprattutto la natura e gli animali), passando anche attraverso avventure, tensioni, turbamenti, tutti però stemperati in una atmosfera di tale felicità che il lettore ne viene fin dalle prime pagine contagiato. La mia famiglia e altri animali fu pubblicato in Inghilterra nel 1956.

Recensione

Gerald Durrell è stata una piacevole scoperta e mi è stato consigliato da mio cugino, anche lui come me infaticabile lettore. In questa opera ci racconta di quando aveva 10 anni e viveva con la sua famiglia in un'isola in Grecia, Corfù, popolata da tanti animali che lo stesso protagonista amava ricercare e studiare (non a caso da adulto diventerà un importante zoologo). Ogni giorno viveva in quel luogo incantato mille avventure. E conosceremo la sua simpaticissima famiglia: il fratello intellettuale, l'altro fratello che gli costruisce una barca e ama la pesca, la sorella che pensa a fare le diete, la madre che adora leggere e cucinare. Come dimenticare Spiro il tuttofare che ha quella parlata strana, o l'uomo delle cetonie. Alla fine della lettura ti affezioni così tanto a questa bella famiglia che ti mancherà e poi, per fortuna, vieni a conoscenza che questo è il primo libro di una trilogia, quindi ritorni felice perché le avventure di Gerry and family non sono ancora finite!

venerdì 29 luglio 2022

[Recensione] Il senso di Smilla per la neve - Peter Høeg

 


IL SENSO DI SMILLA PER LA NEVE || Peter Høeg || Mondadori || 1996 || 446 pagine

"C’è un freddo straordinario, 18 gradi Celsius sotto zero, e nevica, e nella lingua che non è più la mia la neve è qanik, grossi cristalli quasi senza peso che cadono in grande quantità e coprono la terra con uno strato di bianco gelo polverizzato" - inizia così questo suggestivo e malinconico romanzo, che potrebbe essere un giallo senza esserlo fino in fondo, ma che soprattutto è un lirico omaggio al freddo, alle nevi di territori ostili all’uomo, a una civiltà in via di estinzione. La vicenda ruota intorno a un personaggio femminile, Smilla, avvolto nella solitudine e nello sradicamento; per metà danese e per metà inuit, Smilla conosce almeno dieci modi per dire "neve". Ma non solo: come altri possiedono il senso di Dio, lei possiede uno speciale senso per la neve. Ed è per questo che la tragica caduta del piccolo Esajas da un tetto innevato non può apparire come un banale incidente a chi conosce a fondo l’elemento e come le impronte vi lascino i loro solchi. Mentre Copenhagen si prepara per il Natale, Smilla comincia un’indagine ai confini del mondo, alla ricerca di una verità nascosta forse sotto la calotta polare.

Recensione

Ho trovato il tempo di leggere questo best seller degli anni 90 e ricordo, da bambino, che ne sentivo parlare ma ai tempi non ero ancora un lettore di libri ma di fumetti. Per fortuna adesso sto recuperando pian piano anche questi classici del vicino passato.

Smilla è una 37enne groenlandese che vive a Copenaghen e avviene una cosa davvero terribile: il suo amico e vicino di casa, un bambino, viene trovato morto. Inizialmente viene archiviato come suicidio, ma subito Smilla si accorge che ci sono delle cose che non vanno: in realtà è un omicidio!

Non mi aspettavo di avere tra le mani una sorta di thriller/giallo, e la cosa mi ha sorpreso piacevolmente. Smilla si improvvisa detective pur di smascherare il colpevole, e ci riesce benissimo: lei ha una particolarità: riesce a leggere la neve, e per questo scopre che le impronte lasciate sul tetto dal piccolo Esajas sono di fuga da qualcuno che forse voleva acciuffarlo e lui per spingersi fin sul tetto, che soffriva di vertigini, era una cosa insolita e lo ha fatto per paura, una paura irrazionale. Per lei Esajas era quasi un figlio, veniva sempre a trovarla, dormiva e mangiava da lei, passavano tanto tempo insieme. E nonostante rischierà più volte di essere uccisa non si fermerà nelle indagini per smascherare chi ha osato eliminare quel piccolo innocente bambino e scaverà nel passato del padre, morto anche lui in modo misterioso.

Ripeto, mi è piaciuta la storia, mi ha appassionato, non a caso l'ho divorato in quattro giorni nonostante le oltre 400 pagine. La protagonista è vero che potrebbe risultare antipatica, antisociale, forse anche presuntuosa, ma è proprio questo suo carattere che le permetterà di non fermarsi ai primi ostacoli delle indagini.

Forse qualcuno di voi riterrà le mie 4 stelline su 5 un voto troppo alto, ma da quando recensisco libri qua sui social ho capito una cosa: il voto non è inerente soltanto alla trama e allo stile dell'autore, ma comprende anche quanto una storia ti prende: e quindi chiamiamolo anche un voto di pancia e ci sta tutto.


lunedì 25 luglio 2022

[Recensione] Quando ero piccola leggevo libri - Marilynne Robinson

 


QUANDO ERO PICCOLA LEGGEVO LIBRI || Marilynne Robinson || Minimum Fax || 2018 || 251 pagine

Non tutti sanno che tra Le cure domestiche, il romanzo di esordio con il quale Marilynne Robinson divenne una celebrità negli Stati Uniti, e Gilead, la sua seconda opera narrativa, premiata con il Pulitzer e primo capitolo di una magnifica trilogia completata da Casa e Lila, sono trascorsi ben ventotto anni: dal 1980 al 2008. E non tutti sanno che in questo trentennio o poco meno la Robinson, ben lungi dal rimanere inattiva, si è cimentata ripetutamente con il genere saggistico, regalando ai suoi lettori una serie ininterrotta di perle.
Spaziando dalla meditazione teologica a riflessioni illuminanti sulla letteratura, dal ricordo autobiografico alla disamina di un’intera nazione e delle sue trasformazioni, i saggi di Quando ero piccola leggevo libri affrontano da un'angolazione nuova e complementare i grandi temi che sono al centro della sua narrativa - il clima politico e sociale degli Stati Uniti, la centralità della fede religiosa e la generosità di sguardo che ne deriva, la natura dell'individualismo americano e il mito del West - e compongono il ritratto intimo e ricco di sfaccettature di un'autrice che è considerata un vero e proprio classico contemporaneo.

Recensione

Questo libro contiene una raccolta di saggi e riflessioni di Marilynne Robinson e trattano diversi argomenti: teologia, letteratura, sociologia, politica, filosofia ma tutti riguardanti la cultura degli USA.


domenica 24 luglio 2022

[Recensione] La bella di Lodi - Alberto Arbasino

 


LA BELLA DI LODI || Alberto Arbasino || Adelphi || 2021 || 168 pagine

La bella di Lodi è una commedia d’amore e soldi, piuttosto realistica e pratica, tra una splendida ragazza possidente e un intraprendente meccanico sexy. Siamo in pieno boom italiano: 1960 on the road. Al di là dei conflitti di classe, i due finiscono presto energicamente avvinghiati, strapazzandosi in luoghi non propizi, lungo l’Autostrada del Sole appena aperta: raccordi, svincoli, autogrill, garage, motel. Ma non si tratta solo d’amore e sesso. La coppia deve fare i conti anche con altri aspetti importantissimi nella vita italiana di sempre: lavoro, famiglia, società, motori, rapporti economici, musica leggera.

Recensione

Italia anni 60: Roberta, una bella imprenditrice si innamora perdutamente di Franco, un simpatico meccanico di auto. Solo io ho notato che questo romanzo è scritto come una sceneggiatura cinematografica? Sicuramente ricorda "Sapore di sale" e sarà proprio in spiaggia che i due si incontreranno per la prima volta: cioè nel senso che lui inizia a ravanare nella borsetta di Roberta alla ricerca di un accendino. E da lì nasce la pazza passione tra i due. Due mondi opposti: la benestante e il proletario, la ricca e il povero, la bella e il simpatico. Se amate le commedie romantiche questo romanzo è perfetto per voi.

Consiglio la lettura ai giovani di oggi: potranno così capire come si viveva prima dell'esistenza degli smartphone!

venerdì 22 luglio 2022

[Recensione] Tokyo Soundtrack - Hideo Furukawa

 


TOKYO SOUNDTRACK || Hideo Furukawa || Sellerio || 2018 || 764 pagine

In una Tokyo tropicale e surriscaldata giungono un ragazzo e una ragazza che hanno in comune un passato straordinario, sono riusciti a sopravvivere su un’isola deserta. Riportati alla civiltà, le loro vite prenderanno strade diverse, ma finiranno per convergere di nuovo nel caos elettrizzante e tossico della capitale giapponese.
All’inizio è l’eden, l’incanto di un’isola in cui l’uomo sembra non aver lasciato traccia. Ma durerà poco, perché al contrario l’attività umana ha stravolto il mondo. Tokyo è diventata una metropoli surriscaldata e impazzita, in cui la natura non ha più regole, i ciliegi sono sempre in fiore, zanzare e insetti trasmettono ogni tipo di malattia tropicale. Tutto è ostile, anche il clima politico: la suscettibilità verso gli stranieri è altissima, l’immigrazione clandestina ha cambiato il volto della società, e va combattuta a ogni costo.
Può sembrare un romanzo distopico, di pura immaginazione, invece, nel rovesciamento paradossale che appartiene a ogni finzione letteraria, molto è vero. Sono veri i luoghi, le strade, le tensioni e le atmosfere che vediamo noi stessi nelle nostre città.
Più che vero è il ritratto della sensibilità dei personaggi, dei ragazzi che sono al centro di una storia unica, quasi una nuova declinazione del realismo magico, in cui convergono fumetto manga e furore punk, per creare un romanzo di formazione del XXI secolo.
Tokyo Soundtrack racconta la felicità perduta, il linguaggio del corpo e dell’indipendenza, e poi la collera politica, la frustrazione, la rivolta. Con la voce dell’instabile sensibilità letteraria di questi anni Furukawa affronta temi contemporanei, l’identità sessuale, le migrazioni, il rapporto tra tecnologia e natura, all’interno di una narrazione in cui realtà e fantasia non vogliono più distinguersi, perché nel loro mescolarsi nasce uno strumento di massima libertà.

Recensione

Difficile definire questo romanzo di Furukawa: anzi credo che la maggior parte (o chi è riuscito a portare a termine la lettura, visto che siamo oltre le 700 pagine!) lo trova "strano" e non posso che confermarlo: è strano. Accadono tante cose diverse, anche se essenzialmente i protagonisti sono due ragazzini che per vicissitudini diverse prima convivono in un'isola deserta, poi vengono adottati ma si separeranno per vivere due vite diverse.

Ci viene presentata una storia di solitudini, alla continua ricerca di una loro identità. Credo che ci siano dei problemi in questo romanzo: lo stile non è lineare, forse è colpa della traduzione dal giapponese? Devo ammettere però che ci sono dei punti quasi geniali, ma vengono presto dimenticati nelle lunghe dissertazioni e nelle diverse situazioni che si vengono a creare, lasciando la storia in secondo piano per focalizzarsi su eventi secondari. Poteva essere scritto meglio a mio modesto parere, in certi punti risulta anche confusionario.

Non riesco ancora, dopo alcuni giorni che ho finito la lettura, a capire bene questa storia: cosa voleva lasciarci l'autore? Poi non capisco se sia un difetto la lunghezza del romanzo o sia invece lo stile dell'autore quello di dilungarsi. Tra i temi ricorrenti c'è la questione sull'immigrazione (gli immigrati vivono e lavorano di nascosto nelle viscere di Tokyo, trasportati di notte in bus anonimi) la crescita personale, il ritorno allo stato selvaggio dell'uomo (l'esperienza che fanno i due bambini nella prima parte del romanzo), l'alienazione che crea la vita urbana, la distruzione di se stessi (Touta).

Ho notato che si ispira ad Haruki Murakami in certi punti, ma lui resta inimitabile, mi spiace.


giovedì 21 luglio 2022

[Recensione] Kalle Blomkvist - Astrid Lindgren

 


KALLE BLOMKVIST || Astrid Lindgren || Salani || 2022 || 224 pagine

Kalle Blomkvist da grande vuole fare il detective e ha tutte le carte in regola per diventarlo: intuito sopraffino, una fidata lente d'ingrandimento e una pipa (vuota) sempre tra i denti. Certo, sarebbe più facile se fosse nato nei bassifondi di Londra o di Chicago, dove omicidi e sparatorie sono all'ordine del giorno. Invece vive in una piccola città della Svezia dove in estate si pensa solo a pescare. Ma un giorno arriva lo zio Einar, un tipo sospetto e per nulla innocuo, se consideriamo il grimaldello in tasca e la pistola sotto il cuscino. Che legame avrà con i due loschi figuri comparsi in città poco dopo di lui? E con il furto di gioielli di cui tutti parlano? Dall'autrice di Pippi Calzelunghe, le indagini del piccolo ‘grande' detective che hanno appassionato milioni di lettori in tutto il mondo. 

Recensione

Della Lindgren ho letto il celebre Pippi Calzelunghe e questo altro romanzo ha di nuovo come protagonisti dei bambini, il cui protagonista è un aspirante investigatore. L'autrice è brava a narrarci storie con protagonisti dei bambini che vivono mille avventure, e devo dire che anche questo romanzo è scritto bene e addirittura prende pure una piega quasi gialla, visto che ci sarà davvero da investigare e da trovare dei colpevoli. Se siete degli appassionati del genere ve lo consiglio, anche per leggere qualcosa di più leggero dopo un romanzo bello tosto.

mercoledì 13 luglio 2022

[Recensione] La locanda del gatto nero - Seishi Yokomizo

 


LA LOCANDA DEL GATTO NERO || Seishi Yokomizo || Sellerio || 160 pagine

In un distretto di Tokyo, diventato nel dopoguerra «un pullulare di commerci clandestini», un bonzo del vicino tempio buddista è sorpreso a scavare spasmodicamente nel giardino della Locanda del Gatto nero. Dalla terra affiora un cadavere di donna. È una giovane evidentemente legata agli affari più o meno equivoci del locale ma ha il volto devastato e nessuno può riconoscerla. La polizia si concentra con poca fantasia sugli intrighi adulterini dei due proprietari dell’esercizio, i coniugi Itojima. Il marito sarebbe l’assassino della moglie in complicità con l’amante. Ma alcuni colpi di scena sconvolgono questa ricostruzione. È a questo punto che entra in scena il detective Kindaichi Kōsuke, trasandato, irritante, balbuziente, infallibile: e tutto quanto, da puzzle inestricabile, diventa narrazione coerente.
Spiega l’autore, nella cornice del romanzo – in cui immagina che proprio il detective gli abbia consegnato i documenti per la storia da scrivere – che La locanda del Gatto nero è un thriller del genere del «delitto senza volto». Infatti Yokomizo Seishi è stato il popolarissimo traghettatore nella cultura giapponese della detective story di scuola occidentale; e capace di saldare questa solida tradizione con le paure ataviche e il gusto horror tipici della sua terra. Kindaichi, poliziotto privato giapponese dalla eccentrica personalità e un talento per i misteri irrisolvibili, è esemplare in patria quanto Maigret in Europa.

Recensione

Definito il Simenon giapponese, leggo questo romanzo giallo di Seishi Yokomizo trovato per caso in biblioteca. Il caso è particolare: si trova il cadavere di una donna senza testa, e subito si pensa che ad ucciderla forse sia stato il marito, proprietario della locanda del gatto nero. Ma il detective protagonista non è convinto di questa messinscena e inizia a scavare nel passato della coppia dei gestori, scoprendo sorprendenti verità.

Un bel giallo, da leggere in spiaggia.


martedì 12 luglio 2022

[Recensione] Il dolce domani - Banana Yoshimoto

 


IL DOLCE DOMANI || Banana Yoshimoto || Feltrinelli || 2020 || 104 pagine

Sayoko e Yoichi hanno avuto un incidente, lei è rimasta gravemente ferita, lui invece non c’è più. La loro era una storia bellissima, in cui la scarsa volontà di impegnarsi era compensata da un amore profondo e libero, e senza di lui Sayoko si sente vuota, o forse, come le dice l’amico okinawano Shingaki, deve solo andarsi a riprendere il suo mabui. È proprio la ricerca del mabui, di una cosa che somiglia molto all’anima e che Sayoko non sa nemmeno se la rivuole per davvero, il tema centrale di un romanzo che, con profondità e delicatezza, racconta il dolore e la rinascita di chi è sopravvissuto alla morte di qualcuno che amava. Ambientato fra i templi e gli onsen di Kyoto, con riferimenti a Frankenstein e agli zombie, Il dolce domani, scritto dopo l’incidente di Fukushima, sembra suggerire la nostalgia per ciò che si è perduto come mezzo per superare il trauma di aver vissuto il disastro di Fukushima e le sue conseguenze.

Recensione

Ritrovare la scrittura della Yoshimoto è sempre piacevole, mi rilassa ed è la scrittrice giapponese che meglio rende la delicatezza, il suo stile resta immutato. In questo romanzo conosciamo Sayoko che, dopo un incidente stradale, perde il compagno di vita e si sente sola ma sviluppa una capacità: riesce a vedere i defunti. Stavolta l'autrice giapponese tratta il tema del lutto, e ce lo rende con una delicatezza incredibile. Morale della storia? Bisogna vivere, nonostante tutto quello che ci succede, è anche quello che vogliono i nostri cari amici o parenti defunti, anzi potremmo dire che loro vivono attraverso di noi.

"Nel sogno pensai tra me e me che le anime belle, dopo la morte, trovano rifugio in luoghi di grande bellezza."



domenica 10 luglio 2022

[Recensione] Nero come la notte - Tullio Avoledo


NERO COME LA NOTTE || Tullio Avoledo || Marsilio || 2020 || 524 pagine

Sergio Stokar era un buon poliziotto. Forse il migliore a Pista Prima, degradata ma ancora grassa città del Nord-Est. Fino al giorno in cui, senza saperlo, ha pestato i piedi alle persone sbagliate. Così qualcuno l'ha lasciato, mezzo morto, sulla porta dell'ultimo posto in cui avrebbe voluto finire: le Zattere, un complesso di edifici abbandonati dove si è insediata, dandosi proprie leggi, una comunità di immigrati irregolari. Quel rifugio dall'equilibrio fragile e precario - con la sua babele di lingue, razze e odori - normalmente sarebbe un incubo per uno col credo politico di Sergio. Ma è un incubo in cui è costretto a rimanere, adattandosi a nuove regole e a convivere con una realtà che un tempo avrebbe rifiutato. Per poter stare al sicuro, è diventato "lo sceriffo delle Zattere": mantiene l'ordine, indaga su piccoli reati. Finché un giorno il Consiglio che governa il complesso gli affida un incarico speciale. Alcune ragazze delle Zattere sono state uccise in modo orribile, c'è un assassino in agguato, e solo un poliziotto abile come Sergio può scovarlo, con il suo fiuto e le sue conoscenze, ma soprattutto grazie a un'ostinazione che lo trasforma in un autentico rullo compressore. In un'Italia appena dietro l'angolo - l'Italia di dopodomani, che ci indica con chiarezza dove sta andando il nostro paese - Sergio Stokar deve tornare dal regno dei morti e rimettersi a indagare, frugando nel passato e negli angoli più in ombra della sua città, per scoprire, alla fine, che forse l'indagine è una sola, e che l'orrore si nasconde in luoghi e persone insospettabili. Tutto è legato da un filo. Un filo nero come la notte, rosso come il sangue. Perché in un mondo che ha fatto dell'avidità il suo credo non esistono colpevoli e innocenti, ma solo infinite sfumature di male.

Recensione

Finalmente riesco a leggere un'opera di Avoledo, anche se avrei preferito iniziare da L'elenco telefonico di Atlantide e devo subito affermare che scrive bene, nulla da dire (me lo avete consigliato in tanti questo autore).

Sergio Stokar è un ex poliziotto di destra, un po' razzista e con un passato che vuole dimenticare (un passato di droga e alcol): fa il detective/sceriffo alle Zattere, un quartiere malfamato di una città cupa abitata da immigrati irregolari, e tutto gli va storto, come la vita. Ad un certo punto gli viene dato un incarico particolare: indagare su una serie di omicidi su delle giovani ragazze e, se ci riesce, trovare l'assassino.

Il genere noir mi piace, anche se di solito prediligo il giallo classico (alla Maigret per intenderci), ma in questo caso ci sono diversi generi dove addirittura si arriva al fantascientifico/horror. La storia si evolve in questo quartiere abbandonato dallo Stato e dalla società, e pian piano il nostro antieroe scoprirà che ci sono dei legami con gente di una certa importanza. Il suo fiuto da investigatore, nonostante la sua dipendenza dall'alcol e le sue indagini molto sopra le righe, è rimasto il suo punto forte e infatti lo porterà a scoprire i colpevoli o il colpevole degli omicidi. Trovo difficile definire lo stile di Avoledo, ma non posso negare che è abbastanza intrigante e potrebbe affascinarvi.


 

venerdì 8 luglio 2022

[Recensione] La libreria sulla collina - Alba Donati

 


LA LIBRERIA SULLA COLLINA || Alba Donati || Einaudi || 2022 || 194 pagine

«Perché hai aperto una libreria in un paesino sconosciuto? Perché avevo bisogno di respirare, perché ero una bambina infelice, perché ero una bambina curiosa, per amore di mio padre, perché il mondo va a scatafascio, perché il lettore non va tradito, perché bisogna pensare ai piú piccoli, perché mi sono salvata».


Non è mai troppo tardi per realizzare un sogno. Nel dicembre 2019, Alba Donati decide di cambiare vita e aprire una libreria a Lucignana, poche case sull’Appennino lucchese. Lo fa grazie a un crowdfunding e al passaparola sui social. Da subito la libreria, una sorta di «cottage letterario» immerso nel verde, diventa un luogo di pellegrinaggio, di parole in comune, di incontri speciali. In questo diario che abbraccia sei mesi di vita della libreria – l’incendio che la distrugge dopo un mese dall’apertura, l’energia delle persone che la rimettono in piedi, la chiusura durante il lockdown, fino all’organizzazione di un festival letterario – c’è il racconto di una passione che è leva per sollevare il mondo. Con leggerezza e intelligenza, Alba Donati regala al lettore un’esperienza perfettamente in linea con la missione della sua libreria: mettere in pausa la frenesia delle nostre giornate, lasciarsi cullare dal conforto di piccoli gesti di cura, seguire il filo che unisce libro a libro, sentirsi parte di una comunità. Fare la libraia oggi significa anche ingegnarsi per far tornare i conti, leggere di notte, pensare lo spazio come un rifugio e un presidio culturale, raccogliere gli ordini a fine giornata come sassolini che indicano la strada. E in questa vita da libraia felice e resistente, nel suo senso di «casa», nelle sue scelte controcorrente, nella storia della sua famiglia di irriducibili, c’è tutta la caparbietà di cui sono capaci le donne, e insieme l’amore per le storie, quello di chi vuole farle conoscere e circolare. Questo è il libro che sognano tutti i lettori: le pagine che leggiamo si mescolano a ciò che ci accade come in un grande diorama aperto, perché le parole dei libri sono parte del nostro alfabeto.

Recensione

Esiste una libreria in provincia di Lucca che è particolare: si trova su una collina e ha una vista mozzafiato: è la libreria Sopra la Penna, fondata e diretta da Alba Donati. In questo libro leggeremo un vero e proprio diario tenuto da Alba in quel periodo che ci ha colpito tutti, durante la pandemia del Covid e ci narra la sua vita giornaliera piena di libri, amicizie, incontri, belle persone, eventi storici, tè particolari e scrittori. La cosa bella è che lei ha avuto il coraggio di aprire una libreria in un paesino che conta 180 abitanti, da tutti definita una follia. Ma Alba ha creato un vero e proprio angolo di paradiso, con fiori, alberi e libri magici. Spero un giorno di poter farle una visita, ne sarei onorato!


sabato 2 luglio 2022

[Recensione] 438 giorni - Jonathan Franklin

 


438 GIORNI || Jonathan Franklin || BUR || 2022 || 264 pagine

La storia di Salvador Alvarenga è una di quelle che non si dimenticano. Il 18 novembre 2012, insieme al giovane compagno Ezequiel Cordoba, lascia le coste del Messico per una battuta di pesca. Ma una terribile tempesta con violente raffiche di vento senza pioggia li sorprende spingendo la barca fin nel cuore dell'oceano Pacifico. La burrasca ha danneggiato i sistemi di comunicazione e ha fatto cadere tutti i rifornimenti in mare. Il motore ha ceduto. Cavalcando onde alte tre metri, con gli occhi gonfi e le mani intorpidite per aver stretto per ore la barra del timone, i due pescatori riescono a sopravvivere. Ma è solo l'inizio di un incubo: Cordoba morirà durante il viaggio e Alvarenga non toccherà la terraferma per quattordici mesi. Su quella barca in mezzo al nulla, sarà costretto a cibarsi di uccelli e a bere la propria urina, rischiando di perdere la ragione fino a pensare di darsi in pasto agli squali. Questa incredibile avventura è narrata dal giornalista Jonathan Franklin, che ha saputo restituire in maniera vivida, potente e indimenticabile l'ingegno e la determinazione di un uomo sopravvissuto per 438 giorni a una sfida grande quanto l'oceano. E sebbene la vicenda rimanga ancora oggi affascinante, intricata e con molti punti oscuri, questa è e resterà l'unica versione dei fatti: quella raccontata dal solo protagonista sopravvissuto.

Recensione

Un pescatore messicano riesce a sopravvivere per oltre due anni nell'oceano, scaraventato fuori costa dopo una terribile tempesta. Unica compagnia un suo collega pescatore: insieme per un bel po' divideranno i pesci e gli uccelli che riusciranno a catturare, fino al tragico giorno in cui l'unico suo compagno muore e da lì inizia la sua lunga solitudine in mezzo alle acque. Una narrazione accurata, frutto di interviste ai protagonisti e soprattutto al protagonista della vicenda, Salvador Alvarenga.

[Recensione] Charlie Chan e il cammello nero - Earl Derr Biggers

  CHARLIE CHAN E IL CAMMELLO NERO || E. Derr Biggers || Newton Compton || 2012 || 188 pag. Shelah Fane, celebre star del cinema, viene uccis...