domenica 10 luglio 2022

[Recensione] Nero come la notte - Tullio Avoledo


NERO COME LA NOTTE || Tullio Avoledo || Marsilio || 2020 || 524 pagine

Sergio Stokar era un buon poliziotto. Forse il migliore a Pista Prima, degradata ma ancora grassa città del Nord-Est. Fino al giorno in cui, senza saperlo, ha pestato i piedi alle persone sbagliate. Così qualcuno l'ha lasciato, mezzo morto, sulla porta dell'ultimo posto in cui avrebbe voluto finire: le Zattere, un complesso di edifici abbandonati dove si è insediata, dandosi proprie leggi, una comunità di immigrati irregolari. Quel rifugio dall'equilibrio fragile e precario - con la sua babele di lingue, razze e odori - normalmente sarebbe un incubo per uno col credo politico di Sergio. Ma è un incubo in cui è costretto a rimanere, adattandosi a nuove regole e a convivere con una realtà che un tempo avrebbe rifiutato. Per poter stare al sicuro, è diventato "lo sceriffo delle Zattere": mantiene l'ordine, indaga su piccoli reati. Finché un giorno il Consiglio che governa il complesso gli affida un incarico speciale. Alcune ragazze delle Zattere sono state uccise in modo orribile, c'è un assassino in agguato, e solo un poliziotto abile come Sergio può scovarlo, con il suo fiuto e le sue conoscenze, ma soprattutto grazie a un'ostinazione che lo trasforma in un autentico rullo compressore. In un'Italia appena dietro l'angolo - l'Italia di dopodomani, che ci indica con chiarezza dove sta andando il nostro paese - Sergio Stokar deve tornare dal regno dei morti e rimettersi a indagare, frugando nel passato e negli angoli più in ombra della sua città, per scoprire, alla fine, che forse l'indagine è una sola, e che l'orrore si nasconde in luoghi e persone insospettabili. Tutto è legato da un filo. Un filo nero come la notte, rosso come il sangue. Perché in un mondo che ha fatto dell'avidità il suo credo non esistono colpevoli e innocenti, ma solo infinite sfumature di male.

Recensione

Finalmente riesco a leggere un'opera di Avoledo, anche se avrei preferito iniziare da L'elenco telefonico di Atlantide e devo subito affermare che scrive bene, nulla da dire (me lo avete consigliato in tanti questo autore).

Sergio Stokar è un ex poliziotto di destra, un po' razzista e con un passato che vuole dimenticare (un passato di droga e alcol): fa il detective/sceriffo alle Zattere, un quartiere malfamato di una città cupa abitata da immigrati irregolari, e tutto gli va storto, come la vita. Ad un certo punto gli viene dato un incarico particolare: indagare su una serie di omicidi su delle giovani ragazze e, se ci riesce, trovare l'assassino.

Il genere noir mi piace, anche se di solito prediligo il giallo classico (alla Maigret per intenderci), ma in questo caso ci sono diversi generi dove addirittura si arriva al fantascientifico/horror. La storia si evolve in questo quartiere abbandonato dallo Stato e dalla società, e pian piano il nostro antieroe scoprirà che ci sono dei legami con gente di una certa importanza. Il suo fiuto da investigatore, nonostante la sua dipendenza dall'alcol e le sue indagini molto sopra le righe, è rimasto il suo punto forte e infatti lo porterà a scoprire i colpevoli o il colpevole degli omicidi. Trovo difficile definire lo stile di Avoledo, ma non posso negare che è abbastanza intrigante e potrebbe affascinarvi.


 

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