lunedì 31 marzo 2025

[Recensione] La rivoltella di Maigret - Georges Simenon

 


LA RIVOLTELLA DI MAIGRET || Georges Simenon || Adelphi || 2003 || 165 pag.

Erano tutti troppo disinvolti, troppo sicuri di sé. Il più esasperante era il responsabile della reception, con la sua marsina impeccabile e il colletto duro non sciupato dal sudore. Aveva preso in simpatia Maigret, o forse provava pena per lui, e di tanto in tanto gli rivolgeva un sorriso di complicità e insieme di incoraggiamento, come se, al di sopra del viavai degli anonimi clienti, gli dicesse: «Siamo tutti e due vittime del dovere professionale. Posso fare qualcosa per lei?».Maigret gli avrebbe volentieri risposto: «Portarmi un panino».Aveva sonno, caldo e fame. Quando, pochi minuti dopo le tre, aveva chiesto un altro bicchiere di birra, il cameriere si era mostrato scandalizzato come se l’avesse visto entrare in chiesa in maniche di camicia.«Mi dispiace, sir. Il bar è chiuso fino alle cinque e mezzo, sir!».Il commissario aveva borbottato qualcosa come: «Selvaggi!».

RECENSIONE

Ritornare, di tanto in tanto, a leggere una nuova indagine del commissario Maigret è quasi terapeutico.

La storia inizia in modo particolare: un giovane chiede di parlare al commissario a casa sua e viene accolto dalla moglie che lo fa accomodare. Lei telefona a suo marito ma gli dice che ritarderà, e quando tornerà dal giovane si accorge che è andato via. Quando rincaserà il commissario si accorgerà che manca un revolver che gli era stato regalato quando era andato in America. Ben presto verrà ritrovato il cadavere di un personaggio politico famoso ucciso proprio con un colpo di revolver. Il caso porterà il commissario Maigret ad indagare fino a Londra.

Forse non tra le sue storie più entusiasmanti, ma resta sempre un piacere leggere un'indagine del commissario Maigret.


sabato 29 marzo 2025

[Recensione] L'età fragile - Donatella Di Pietrantonio

 


L'ETÀ FRAGILE || Donatella Di Pietrantonio || Einaudi || 2023 || 192 pag.

Non esiste un'età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c'è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent'anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c'erano tutti. I pastori dell'Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c'erano piú. Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c'è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre cosí radicato nella terra e questa figlia piú cocciuta di lui, Lucia capisce che c'è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite. Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di un'occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo una tensione tutta nuova.

RECENSIONE

La protagonista di questa storia e voce narrante è quella di Lucia ed è la madre di Amanda che studia a Milano. Da quando sua figlia, dopo un brutto episodio, ha deciso di mollare l'università ed è tornata a vivere con lei, Lucia tenta di relazionarsi con lei, ma risulta invadente. Così decide di raccontarle la triste vicenda che le è accaduta trent'anni fa, dove persero la vita due ragazze sotto il torrione roccioso chiamato il Dente del Lupo.

Mi è piaciuta la storia e lo stile semplice utilizzato dall'autrice Donatella Di Pietrantonio, e ci dona un insegnamento: ogni età ha le sue fragilità e certe ferite o certi traumi difficilmente si riescono a superare col tempo.




venerdì 28 marzo 2025

[Recensione] Io sono il castigo - Giancarlo De Cataldo

 


IO SONO IL CASTIGO || Giancarlo De Cataldo || Einaudi || 2020 || 240 pag.

Un tipo eccentrico, così viene definito da chi lo conosce, il Pm Manrico Spinori della Rocca, Rick per gli amici, gentiluomo di antiche origini nobiliari, affascinante, un po’ donnaiolo e con una madre ludopatica. Ma anche i più scettici devono fare i conti con la statistica: nel suo mestiere è bravissimo. In più non perde mai la calma, cosa che gli torna utilissima quando si trova a indagare sulla morte di Ciuffo d’oro, famoso cantante pop degli anni Sessanta poi diventato potente guru dell’industria discografica. Subito era parso un incidente stradale, ma non è così: qualcuno lo ha ucciso. Del resto, alla vittima, i nemici non mancavano, per il movente c’è solo da scegliere. Rick, coadiuvato dalla sua squadra investigativa tutta al femminile, si mette dunque al lavoro. E fra serate musicali, vagabondaggi in una Roma barocca e popolana, cene grottesche con aristocratici incartapecoriti, arriverà ancora una volta alla soluzione del mistero.

RECENSIONE

Il magistrato Manrico Spinori della Rocca, di origini nobiliari, è un melomane, ovvero ha una passione per l'opera lirica. Vive con sua madre ludopatica ed è divorziato. In questo caso deve scoprire chi ha ucciso un celebre cantante chiamato Ciuffo d'oro (celebre negli anni 60) e ben presto si accorgerà che i nemici e le persone che lo volevano morto non mancheranno.

Prima opera che leggo di Giancarlo De Cataldo. Sarà che a me non piace la lirica, sarà che di gialli ne ho letti davvero tanti, questa storia non mi ha particolarmente appassionato.


domenica 23 marzo 2025

[Recensione] Capolinea Malaussène - Daniel Pennac


CAPOLINEA MALAUSSÈNE || Daniel Pennac || Feltrinelli || 2023 || 400 pag.

"Non sapevo che i miei ragazzi avessero rischiato di farsi ammazzare nel caso Lapietà. Quando ho scoperto che c’era di mezzo Nonnino, ho capito una cosa: chi non conosce Nonnino non sa di cosa è capace l’essere umano.” (Benjamin Malaussène). La tribù Malaussène è tornata.

RECENSIONE

Ultimo libro della serie Malaussène. Stavolta il nemico della storia è il misterioso Nonnino, un gangster senza scrupoli che farà intrecciare il destino di Lapietà con quello della famiglia Malaussène.

Come in ogni storia che riguarda la serie sulla tribù Malaussène, anche in questo caso Pennac infarcirà la storia con situazioni paradossali, ma sembra ormai aver perso il ritmo che aveva nelle prime storie. Inoltre ho notato che in questa ultima avventura la figura del protagonista, Benjamin detto Ben, che abbiamo amato, risulta poco presente e quasi ai margini.

Caro Pennac, c'era davvero bisogno di scrivere anche questo libro? Forse non era meglio lasciare che la storia finisse prima? Forse era meglio che finiva con Il Signor Malaussène, a mio modesto parere.

Forse è stato spinto dai fan più affezionati a scriverlo, sicuramente.



 

martedì 18 marzo 2025

[Recensione] Il caso Malaussène - Daniel Pennac

 


IL CASO MALAUSSÈNE || Daniel Pennac || Feltinelli || 2017 || 288 pag.

La mia sorellina minore Verdun è nata che già urlava ne La fata carabina, mio nipote È Un Angelo è nato orfano ne La prosivendola, mio figlio Signor Malaussène è nato da due madri nel romanzo che porta il suo nome e mia nipote Maracuja è nata da due padri ne La passione secondo Thérèse. E ora li ritroviamo adulti in un mondo che più esplosivo non si può, dove si mitraglia a tutto andare, dove qualcuno rapisce l’uomo d’affari Georges Lapietà, dove Polizia e Giustizia procedono mano nella mano senza perdere un’occasione per farsi lo sgambetto, dove la Regina Zabo, editrice accorta, regna sul suo gregge di scrittori fissati con la verità vera, proprio quando tutti mentono a tutti.
Tutti tranne me, ovviamente. Io, tanto per cambiare, mi becco le solite mazzate.
Benjamin Malaussène

“Io sottoscritto Benjamin Malaussène vi sfido, oggi, chiunque voi siate, ovunque vi nascondiate, quale che sia il vostro grado di indifferenza alle cose di questo mondo, a ignorare l’ultima notizia appena uscita, la notiziona che farà discutere la Francia e crepitare i social.”

RECENSIONE

Dopo anni ritornano le vicende della famiglia Malaussène, e il tempo è passato, infatti ritroviamo Verdun, È Un Angelo (detto Nange), Signor Malaussène (detto Sigma) e Maracuja (detta Mara), rispettivamente sorella, nipote, figlio e nipote del protagonista, cresciuti. Il libro si apre sul rapimento di Georges Lapietà, ex ministro e uomo d'affari, mentre stava andando a ritirare un assegno ottenuto chiudendo le filiali del gruppo LAVA (fornitore di acqua potabile) e licenziando tutti i suoi dipendenti. Benjamin, intanto, si trova nelle Prealpi del Vercors a trascorrere le vacanze con la sua compagna, Julie, ed il suo cane. 

venerdì 14 marzo 2025

[Recensione] La passione secondo Thérèse - Daniel Pennac

 


LA PASSIONE SECONDO THÉRÈSE || Daniel Pennac || Feltrinelli || 2003 || 176 pag.

Thérèse, la profetessa di casa Malaussène, si è innamorata niente meno che di un rampollo dell'aristocrazia. Sulle prime Benjamin si rifiuta di conoscerlo ma, messo alle strette dalla tribù, accetta di invitarlo a cena. Il promesso sposo si presenta come un grande benefattore che, con l'aiuto dell'arte divinatoria della fidanzata, dedica parte del suo tempo e delle sue risorse a soccorrere i più deboli. Nonostante le perplessità del fratello maggiore, Thérèse decide di sposarlo ma, dopo il primo giorno di matrimonio, Thérèse torna, mogia e laconica, a casa. I timori di Benjamin erano fondati: lo sposo, nello scoprire che persa la verginità la moglie aveva perso anche il potere della preveggenza, non è riuscito a celare la propria delusione...

RECENSIONE

Thérèse Malaussène si innamora di un consigliere referendario alla Corte dei Conti chiamato Marie-Colbert de Roberval. Benjamin, fratello della ragazza e "capo" del clan Malaussène, è convinto che sia un pessimo legame ed ha un certo presentimento che non tarderà a realizzarsi. Infatti verrà trovato morto e verrà indagata proprio Thérèse (che inizialmente veniva considerata uccisa da Ben).

Ritrovare le vicende della strampalata famiglia Malaussène è sempre un piacere.


giovedì 13 marzo 2025

[Recensione] Signor Malaussène - Daniel Pennac

 


SIGNOR MALAUSSÈNE || Daniel Pennac || Feltrinelli || 1997 || 444 pag.

Ehi! Oh! Mi ascolti? Concentrati un po', santo dio! Piantala di ronfare nella pancia di tua madre. Dopo tutto ti sto presentando la tribù che ti accoglierà!
È Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, che parla a Signor Malaussène, suo figlio in procinto di nascere, per presentargli la tribù Malaussène, la sua futura famiglia. In una Belleville assediata dagli ufficiali giudiziari, qualcuno - chissà chi?! - oppone una strenua resistenza. Al centro dell'azione il cinema Zèbre, dove si vorrebbe proiettare, una sola volta prima che venga distrutto, il Film Unico di un vecchio e celebre produttore cinematografico. Come contorno, la scomparsa di alcune prostitute meravigliosamente tatuate...
Dalla profonda e ironica consapevolezza del male, che score lungo tutta l'opera di Pennac, deriva, anche in questo ultimo capitolo della storia di Malaussène, la predilezione dell'autore per le creature fragili ed emarginate che, sole, possono salvare il mondo. Creature che trovano in Julier, Clara, Thérese, Jeremy, il Piccolo, Verdun, È Un Angelo, per tacere di tutti gli altri, una voce divertente, delicata fantasiosa. Ormai classica.

RECENSIONE

Quarto romanzo della serie Malaussène, dopo Il paradiso degli orchi, La fata carabina e La prosivendola. Il più lungo della serie.

Della serie forse il più sconclusionato e folle. Stavolta il nostro Ben Malaussène si trova invischiato nel caso della sparizione di prostitute tatuate e nel caso del Film Unico di un vecchio produttore cinematografico.

Difficile recensire questo libro, ma la follia e l'umorismo di Pennac ci seppelliranno anche stavolta.


mercoledì 12 marzo 2025

[Recensione] Ultime notizie dalla famiglia - Daniel Pennac

 


ULTIME NOTIZIE DALLA FAMIGLIA || Daniel Pennac || Feltrinelli || 1997 || 132 pag.

Ultime notizie dalla famiglia. Dalla famiglia Malaussène, si intende. Dalla tribù di Belleville che popola, felice, l'immaginazione dei lettori e continua ad accendere quella del suo autore. Daniel Pennac ci fa sapere che la famiglia fa ancora rumore, che lascia echi, scie, code. Come i due testi che mettono le ali a questo volume: Signor Malussène a teatro, un esilarante monologo sulla paternità, e Cristianos y moros, un racconto che fa luce sul Piccolo, sulla sua caparbia volontà di conoscere l'identità del padre naturale. A saga conclusa, insomma, Pennac riapre le pagine dei suoi romanzi per evocare nuove figure, nuovi umori, nuove situaioni, perridare la parola al coro della sua balzana famiglia e rispondere con la sua saggezza discreta al caos abissale del nostro tempo.

RECENSIONE

Questo libro racchiude due testi: Signor Malaussène a teatro (1995) e Cristianos y moros (1996). Il primo è un monologo sulla paternità. Benjamin Malaussène si rivolge al proprio figlio rievocandone le circostanze della nascita: Julie ha dovuto abortire ma il loro figlio riesce a nascere comunque dalla pancia di Gervaise. Difatti il medico ha impiantato l'embrione appena tolto dall'utero di Julie nell'utero di Gervaise. Nel secondo, Cristianos y moros, Il Piccolo vuole avere notizie circa suo padre ed inizia uno sciopero della fame. Ma nessuno è in grado di rispondere alla sua domanda perché nessuno conosce la sua identità.

Il primo testo sono stralci presi dai libri precedenti sulla saga Malaussène, creando un monologo anche divertente che è stato poi utilizzato in teatro, ma per chi, come me, aveva già letto le "puntate precedenti" l'ho saltato a piè pari visto che è proprio letteralmente preso parola per parola.
Il secondo testo, un racconto, è finalmente inedito e prova a svelarci chi sia il padre de Il Piccolo.

Io delusissimo, perché credevo fosse un nuovo capitolo della famiglia Malaussène e invece no!


[Recensione] Giorno dei morti - Agatha Christie

 


GIORNO DEI MORTI || Agatha Christie || Mondadori || 2003 || 224 pag.

Sono ormai passati undici mesi dalla morte della bella e imprudente Rosemary Barton, e il suo ricordo ancora domina su quanti l'hanno conosciuta. All'improvviso però una serie di lettere anonime fa balenare il sospetto che non si sia trattato di un suicidio, come avevano concluso gli inquirenti, ma di un assassinio. Ma chi poteva avere interesse a uccidere la donna? Un marito tradito, una sorella invidiosa, una rivale incattivita o un amante annoiato? O forse Rosemary aveva veramente deciso di togliersi la vita perché tormentata da un oscuro segreto? Ciò che appare subito chiaro è che nessuno di quanti erano con lei al ristorante Luxembourg, al momento della sua tragica fine, è chi dice di essere. La verità verrà alla luce solamente dopo un'allucinante e fatale ricostruzione del crimine.

RECENSIONE

È passato quasi un anno dalla morte di Rosemarie Barton, caso che fu chiuso come suicidio, quando tale conclusione verrà messa in discussione quando suo marito inizierà a ricevere delle lettere anonime dove viene dichiarato che si è invece trattato di un omicidio. Per questo il vedovo decide di riorganizzare la stessa cena con le stesse persone disposte sugli stessi posti, e non sarà per nulla una buona idea.

La caratteristica stilistica di questo giallo è la scelta di mettere dei capitoli riguardanti, di volta in volta, un personaggio diverso e leggiamo la storia di volta in volta dal suo punto di vista. L'indagine verrà condotta dal colonnello Race, una vecchia conoscenza di Poirot che non sarà presente in questa storia. Non mancheranno i colpi di scena.

Godibile, come ogni giallo della Christie.


sabato 8 marzo 2025

[Recensione] La prosivendola - Daniel Pennac

 


LA PROSIVENDOLA || Daniel Pennac || Feltrinelli || 1993 || 302 pag.

Per rilanciare le vendite del suo autore di maggior successo commerciale, che fabbrica dei bestseller mondiali sul mondo della finanza e del quale non si devono conoscere né il vero nome né il viso, la regina Zabo, tirannica direttrice e geniale "prosivendola" della casa editrice Taglione decide, in occasione del lancio del nuovo successo annunciato, di reclutare un "sostituto" che incarni pubblicamente il misterioso J.L.B. Accompagnata da una sapiente e gigantesca campagna stampa, l'operazione riesce. Ma il "sostituto", che ovviamente è Benjamin Malussène, di professione capro espiatorio, rimane vittima di un attentato durante uno show delirante. Bloccato in un letto d'ospedale in stato di coma, dichiarato dai medici quasi irreversibile, Benjamin viene tenuto ciononostante informato sugli sviluppi del caso dalla sua tribù, resa tranquilla sul suo stato di salute dall'affermazione della sorellina astrologa, secondo cui Ben vivrà fino a novantatré anni.

RECENSIONE

Terzo romanzo appartenente alla serie Malaussène, dopo Il paradiso degli orchi e La fata carabina.

In questa nuova avventura della famiglia Malaussène troviamo Ben che deve affrontare il matrimonio di sua sorella Clara la quale sta per sposare un uomo molto più anziano di lei, Clarence di Sant'Inverno (lui 58 anni, lei quasi 19), direttore di un carcere innovativo dove vengono esaltate le capacità artistiche dei prigionieri. Sembra andare tutto bene quando, purtroppo, viene assassinato Clarence e viene consigliato a Ben di non indagare sulla vicenda, visto che ogni volta rischia sempre di essere additato come presunto colpevole (ma poi sempre scagionato perché innocente). Ma i guai per Ben arriveranno lo stesso, visto che decide, su consiglio della sua capa, la Regina Zabo, di diventare l'immagine pubblica di uno scrittore che vuole rimanere incognito: J.L.B., fonte primaria di tutti i guadagni della casa editrice. E subirà un attentato, rischiando la vita.

Alla fine della storia nascerà È Un Angelo, figlio di sua sorella Clara e del defunto Clarence.

Che dire, un'altra folle storia della famiglia Malaussène, piena come al solito di umorismo e cinismo, di surrealismo e di noir.


venerdì 7 marzo 2025

[Recensione] La fata carabina - Daniel Pennac

 


LA FATA CARABINA || Daniel Pennac || Feltrinelli || 1993 || 236 pag.

Intenta ad attraversare la strada con tutta la circospezione dovuta all'età avanzata, una vecchietta tremolante impugna improvvisamente una P38, prende la mira e fa secco un giovane commissario di polizia... È proprio attorno ai vecchietti che gira questo nerissimo romanzo di Pennac: vecchietti uccisi a rasoiate, vecchietti a cui la sorellina di Benjamin, Thérèse, legge la mano reinventando ogni giorno un avvenire diverso, vecchietti vittime e vecchietti assassini. Cosa sta succedendo nel mercato della droga parigino? Come mai gli anziani abitanti del quartiere di Belleville sono diventati accaniti consumatori di stupefacenti? E perché se non li fa fuori la droga, vengono uccisi uno dopo l'altro con i sistemi più brutali? A tutte queste domande risponderà ovviamente Benjamin, ritenuto come al solito in un primo momento il principale indiziato.

RECENSIONE

Ritroviamo la numerosa e stramba famiglia Malaussène di Belleville, Parigi. Questo romanzo è il secondo della serie Malaussène, iniziata con Il paradiso degli orchi.

La storia inizia subito col botto: una signora anziana che stava passeggiando viene aiutata da un giovane poliziotto ma ella esce fuori una pistola e gli spara. Da questo momento inizieranno le indagini su due casi in parallelo che si intrecceranno: il commissario Cercaire cerca chi ha ucciso l'ispettore Vanini mentre il commissario Rabdomant, affiancato dagli ispettori Pastor e Thian, indaga per portare alla luce un traffico di droga che riguarda persone anziane.

Ma cosa c'entra il nostro Ben in tutto questo? Beh, la sua fidanzata Julie Corrençon indaga anche lei come giornalista e siccome vuole salvare alcuni anziani caduti nella droga chiede aiuto a Ben che li ospita a casa sua. E naturalmente sarà l'inizio dei suoi guai, visto che inizieranno a venire uccise delle persone anziane e verrà sospettato un amico di Ben, Stojil, autista di un bus turistico.

Che dire, ritrovare l'ironia di Pennac e il simpatico Benjamin Malaussène è una garanzia. E naturalmente anche stavolta il nostro Ben verrà ritenuto colpevole. Adesso non lavora più al grande magazzino ma in una casa editrice dove anche lì fa il capro espiatorio.


martedì 4 marzo 2025

[Recensione] Il paradiso degli orchi - Daniel Pennac

 


IL PARADISO DEGLI ORCHI || Daniel Pennac || Feltrinelli || 1992 || 202 pag.

Un eroe, Malaussène, che come lavoro fa il "capro espiatorio". Una famiglia disneyana, senza mamme e babbi, con fratellini geniali, sorelle sensitive, una "zia" maschio protettrice di vecchietti, ladri e travestiti brasiliani, una "zia" femmina super-sexy, ritratto irresistibile del giornalismo alla Actuel, una misteriosa guardia notturna serba e un cane epilettico. Questa esilarante banda di personaggi indaga su una serie di oscuri attentati, sull'orrore nascosto nel Tempio del benessere, un Grande Magazzino dove scoppiano bombe tra i giocattoli e un Babbo Natale assassino aspetta la prossima vittima. Un'altalena tra divertimento e suspence, tra una Parigi da Misteri di Sue e una Parigi post-moderna dove proliferano i piccoli e grandi "orchi" che qualcuno crede estinti. Degli orchi si può ridere o si può tremare. Uno scrittore d'invenzione, un talento fuori delle scuole come Pennac, non ha certo paura di affrontarli con l'arma che lui stesso così definisce nel libro: "il comico, espressione dell'etica". (Stefano Benni)

RECENSIONE

Primo libro di una serie che ne conta ben 8 (e che ho deciso di leggere tutta quanta), la cosiddetta serie Malaussène.

Benjamin Malaussène fa un lavoro particolare: il capro espiatorio in un grande magazzino a Parigi. Il suo lavoro praticamente consiste nel fingersi vittima e di addossarsi tutte le colpe quando un cliente va a lamentarsi di un prodotto comprato da loro, che sia difettoso o altro, e lui recita così bene, finge così bene di venire maltrattato (per finta) dal suo capo responsabile che i clienti stessi ritirano la denuncia o il reclamo perché empatizzano con lui e non vogliono che venga licenziato.

Benjamin vive in una famiglia particolare: sua madre, perennemente incinta, gli ha sfornato e parcheggiato a casa sua figli da uomini diversi, così egli si trova a dover badare a un nugolo di fratellastri e sorellastre, tutti particolari e strani: Louna, la secondogenita, fa l'infermiera, vive per conto suo e ha un burrascoso rapporto col suo attuale fidanzato per via di una gravidanza indesiderata; Clara, una dolce adolescente, è innamorata in maniera platonica di suo fratello Ben e ama fare foto; Thérèse, la sensitiva, riesce a vedere il presente e il futuro leggendoti la mano; Jérémy, piccolo genio e il Piccolo il quale vede gli orchi di Natale. Inoltre egli ha un cane, Julius, che puzza tanto.

domenica 2 marzo 2025

[Recensione] In terre lontane - Walter Bonatti

 


IN TERRE LONTANE || Walter Bonatti || Baldini +Castoldi || 1997 || 437 pag.

Da inviato speciale di "Epoca", Walter Bonatti inizia nel 1965 una serie di esperienze, raccontate di volta in volta ai lettori, muovendosi tra una natura grandiosa e affascinante, nelle terre più remote, ardue e strane del pianeta, dal Klondike della febbre dell'oro ai fiordi della Patagonia, dal Centro Rosso dell'Australia alle sorgenti del Rio delle Amazzoni.

RECENSIONE

Quest'uomo era davvero fuori dalla norma: in questo diario in cui ci presenta i suoi viaggi più arditi in tutte le parti del mondo, più volte ho pensato come costui sia sopravvissuto. Perché ha affrontato mandrie di leoni, si è arrampicato su cime alte e pericolose, ha sfidato le forze della natura come temporali e deserti afosi, ha rischiato non so quante volte la vita in diverse situazioni incredibili (ha attraversato il Rio delle Amazzoni a nuoto ad esempio e più volte), è arrivato fino all'Antartide e anche lì ha rischiato di morire assiderato. Walter Bonatti era così: quando si metteva in testa di compiere un'impresa stai sicuro che non si tirava mai indietro.

Il messaggio che ci lascia è che l'uomo deve riscoprire la Natura: e questa riscoperta, che ci riporta alle nostre origini, ci porterà a rispettarla.

Sconsiglio la lettura di questo libro ai deboli di cuore.


sabato 1 marzo 2025

[Recensione] La camera azzurra - Georges Simenon

 


LA CAMERA AZZURRA || Georges Simenon || Adelphi || 2003 || 153 pag.

«Sei così bello» gli aveva detto un giorno Andrée «che mi piacerebbe fare l’amore con te davanti a tutti, in mezzo alla piazza della stazione...». Quella volta Tony aveva accennato un sorriso da maschio soddisfatto: perché era ancora soltanto un gioco, perché mai nessuna donna gli aveva dato più piacere di lei – «un piacere assoluto, animalesco, senza secondi fini, e mai seguito da disgusto, disagio o stanchezza». Del resto, era stata lei a tirarsi su la gonna e a invitarlo con la sua voce roca, la prima volta, a prenderla in mezzo all’erba e alle ortiche che costeggiavano la provinciale: dopo, lui aveva colto nei suoi occhi un’espressione di trionfo. E anche quel 2 agosto, quando lei gli aveva chiesto (avevano appena fatto l’amore, nella camera dell’Hôtel des Voyageurs che da un anno accoglieva i loro incontri clandestini): «Se io mi ritrovassi libera... faresti in modo di renderti libero anche tu?», lui non aveva dato peso a quelle parole, quasi non le aveva udite. Solo più tardi avrebbe compreso l’oscura minaccia che nascondevano. Ancora una volta, nel suo stile asciutto, rapido, implacabile, Simenon ci racconta la storia di una passione vorace e devastante, che non arretra davanti a nulla. Nemmeno davanti a un doppio delitto.
Terminato a Noland nel giugno del 1963, La chambre bleue apparve a stampa l’anno seguente. È inedito in Italia.

RECENSIONE

Tra i migliori Simenon letti fino ad ora. Ecco, se dovessi consigliare un'opera di Simenon a qualcuno che non ha mai letto nulla di lui, non potrei far altro che consigliare La camera azzurra.

La storia inizia dalla fine, ovvero il protagonista ricorda del suo ultimo incontro con la sua amante ed ex compagna di scuola, peccato che sono entrambi sposati. Al presente lui è incarcerato perché sospettato di aver ucciso sua moglie che è stata avvelenata e viene interrogato da persone diverse, una volta il giudice, un'altra il suo avvocato, un'altra l'ispettore.

Davvero difficile provare a descrivere questo romanzo, perché è talmente scritto bene, è così scorrevole e ti inchioda alle pagine che non trovi una virgola fuori posto o una parola in più. Narrazione cinematografica, come Simenon sa ben fare, che rende bene il travaglio interiore che opprime e tormenta il protagonista che pur sapendo di essere innocente in un certo senso si sente in colpa per sua moglie, come dire che l'ha indirettamente uccisa dal primo momento in cui l'ha tradita.




[Recensione] Dalla Russia con amore - Ian Fleming

  DALLA RUSSIA CON AMORE || Ian Fleming || Adelphi || 2015 || 289 pag. La meticolosa preparazione di una trappola diabolica ai danni di Bond...