sabato 1 marzo 2025

[Recensione] La camera azzurra - Georges Simenon

 


LA CAMERA AZZURRA || Georges Simenon || Adelphi || 2003 || 153 pag.

«Sei così bello» gli aveva detto un giorno Andrée «che mi piacerebbe fare l’amore con te davanti a tutti, in mezzo alla piazza della stazione...». Quella volta Tony aveva accennato un sorriso da maschio soddisfatto: perché era ancora soltanto un gioco, perché mai nessuna donna gli aveva dato più piacere di lei – «un piacere assoluto, animalesco, senza secondi fini, e mai seguito da disgusto, disagio o stanchezza». Del resto, era stata lei a tirarsi su la gonna e a invitarlo con la sua voce roca, la prima volta, a prenderla in mezzo all’erba e alle ortiche che costeggiavano la provinciale: dopo, lui aveva colto nei suoi occhi un’espressione di trionfo. E anche quel 2 agosto, quando lei gli aveva chiesto (avevano appena fatto l’amore, nella camera dell’Hôtel des Voyageurs che da un anno accoglieva i loro incontri clandestini): «Se io mi ritrovassi libera... faresti in modo di renderti libero anche tu?», lui non aveva dato peso a quelle parole, quasi non le aveva udite. Solo più tardi avrebbe compreso l’oscura minaccia che nascondevano. Ancora una volta, nel suo stile asciutto, rapido, implacabile, Simenon ci racconta la storia di una passione vorace e devastante, che non arretra davanti a nulla. Nemmeno davanti a un doppio delitto.
Terminato a Noland nel giugno del 1963, La chambre bleue apparve a stampa l’anno seguente. È inedito in Italia.

RECENSIONE

Tra i migliori Simenon letti fino ad ora. Ecco, se dovessi consigliare un'opera di Simenon a qualcuno che non ha mai letto nulla di lui, non potrei far altro che consigliare La camera azzurra.

La storia inizia dalla fine, ovvero il protagonista ricorda del suo ultimo incontro con la sua amante ed ex compagna di scuola, peccato che sono entrambi sposati. Al presente lui è incarcerato perché sospettato di aver ucciso sua moglie che è stata avvelenata e viene interrogato da persone diverse, una volta il giudice, un'altra il suo avvocato, un'altra l'ispettore.

Davvero difficile provare a descrivere questo romanzo, perché è talmente scritto bene, è così scorrevole e ti inchioda alle pagine che non trovi una virgola fuori posto o una parola in più. Narrazione cinematografica, come Simenon sa ben fare, che rende bene il travaglio interiore che opprime e tormenta il protagonista che pur sapendo di essere innocente in un certo senso si sente in colpa per sua moglie, come dire che l'ha indirettamente uccisa dal primo momento in cui l'ha tradita.




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