martedì 31 agosto 2021

[Recensione] Il sospetto - Friedrich Dürrenmatt

 


IL SOSPETTO || Friedrich Dürrenmatt || Feltrinelli || 2001 || 128 pagine

Il sospetto fa parte di quei romanzi di Dürrenmatt in cui una maliziosa e maligna impalcatura "gialla" finisce per negare se stessa e per mettere piuttosto a nudo le orrende magagne e falsità di cui è fatto l'animale uomo. Questo romanzo "dagli allucinanti specchietti filosofici" (come lo ha definito Italo Alighiero Chiusano) ha come protagonista l'ispettore della polizia di Berna, Hans Baerlach. Egli si trova a discutere con il medico Samuel Hungertobel, suo amico, sui delitti atroci di cui si sono resi responsabili i nazisti nei campi di concentramento. L'occasione è una fotografia della rivista "Life": ritrae un medico, il dr. Nehle, mentre opera senza narcosi solo per soddisfare il suo sadismo. Hungertobel osserva, quasi per caso, una strana rassomiglianza di Nehle con il dr. Emmenberger, che esercita la professione di chirurgo in una clinica di Zurigo. Baerlach, gravemente ammalato, vuole concludere la carriera con una indagine memorabile, perché, quasi d'istinto, intuisce che fra Nehle e Emmenberger esiste un rapporto diretto, oscuro e conturbante... Un giallo psicologico perfetto che è fondato sulle stesse qualità dell'ispettore Baerlach quando dice: "Vedrai, la nostra arte è un misto di matematica e di fantasia".

RECENSIONE

Il commissario quasi in pensione Hans Bärlach della polizia di Berna, Svizzera, è ricoverato in ospedale dopo aver avuto un infarto e un giorno, discutendo col suo amico medico Samuel Hungertobel dei campi nazisti in cui vi era una malvagità incredibile si accorge di una foto che ritrae il dr. Nehle che operava i pazienti senza anestesia. Da qua inizia a sospettare che proprio quel medico in foto somigli molto a un suo amico, il dr. Emmenberger, che esercita la professione di chirurgo in una clinica di Zurigo. Si lascia così prendere da questi sospetti che il commissario decide di farsi portare proprio in quella clinica, per dimostrare che quel criminale nazista sia proprio quel dottore.

Prima opera che leggo di questo autore, e devo dire che mi è piaciuta molto. Viene affrontato soprattutto il tema della giustizia, di cosa può portare un essere umano, nonostante i mille difetti, ad essere crudele verso altri esseri umani tanto da utilizzarli come cavie per i suoi esperimenti. A me la figura del commissario malato mi ha ricordato il celebre Maigret, ho notato lo stesso spirito di giustizia ma allo stesso tempo la stessa umanità. Poi molto interessante la figura dell'ebreo, una sorta di supereroe che arriva sempre al momento opportuno.
La seconda parte della storia, quando il commissario si ritrova prigioniero dell'aguzzino, mi è piaciuta ancora di più, perché l'autore rende molto bene l'alta tensione che si vive e si respira in quella stanza maledetta, dove rischia di essere ucciso.


lunedì 30 agosto 2021

[Recensione] L'acqua del lago non è mai dolce - Giulia Caminito

 


L'ACQUA DEL LAGO NON È MAI DOLCE || Giulia Caminito || Bompiani || 13 gennaio 2021 || 297 pagine

Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d’acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subìto Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c’è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un’esistenza priva di orizzonti. Giulia Caminito dà vita a un romanzo ancorato nella realtà e insieme percorso da un’inquietudine radicale, che fa di una scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica l’ultimo baluardo contro i fantasmi che incombono. Il lago è uno specchio magico: sul fondo, insieme al presepe sommerso, vediamo la giovinezza, la sua ostinata sfida all’infelicità.

RECENSIONE

Mi è difficile recensire questo romanzo, perché mi ha dato l'impressione che sia stato scritto male (non nel senso grammaticale), che sia ancora una bozza da dover essere rivista e migliorata, non so se avete avuto la stessa mia impressione. L'autrice ci presenta l'infanzia e poi l'adolescenza di una bambina (poi ragazza), Gaia che vive in una famiglia molto umile e spartana, dove la sola mamma si prende carico di tutto e tutti, visto che il padre è invalido è non può più lavorare. Fondamentalmente i protagonisti della storia sono queste due donne: la madre che, nonostante tutte le sciagure stringe i denti e riesce a tenere unita la famiglia, e Gaia, questa piccola ragazza che cresce in un ambiente spietato, crudo, anche violento, e che cercano entrambe di riscattarsi a livello sociale. La madre alla fine ci riesce trovando una casa più grande vicino al lago, e Gaia studiando e arrivando pure a laurearsi.
Un'altra impressione che ho avuto è stata quella che molte cose che accadono alla ragazzina siano autobiografiche, e in parte lo conferma l'autrice alla fine del romanzo, anche se molte cose le ha inventate e modificate.

Ripeto, non mi ha convinto, per me è scritto in modo sbagliato ed è davvero un peccato, perché posso immaginare quanto lavoro ci sia stato dietro la scrittura di un romanzo del genere. Ma l'autrice è da tenere sott'occhio, potrebbe scrivere un bel romanzo in futuro.


sabato 28 agosto 2021

[Segnalazione] La nuova terra - Sebastiano Mauri

Finalista al Premio Stresa di Narrativa 2021


Leone arriva nel cuore dell'Amazzonia convinto dalla cugina Nur, alla quale non sa dire di no. Superate le sue resistenze e il suo ironico scetticismo, scivola presto in un mondo fuori dal tempo, dove si curano le persone con l'ayahuasca. Questo decotto psicotropo, dai numerosi effetti terapeutici, è consumato in cerimonie accompagnate dai canti sacri della foresta. In viaggio dentro la mente e il proprio corpo, grazie alla comunione con spiriti di animali e sorprendenti dialoghi con una voce interiore che stravolge ogni sua certezza, Leone approderà alla battaglia più dura, quella contro se stesso e i demoni che da sempre combatte. Rimetterà in discussione tutto: il suo lavoro di autore televisivo, la sua relazione inceppata in un'impasse, l'identità costruita intorno a una mascolinità tossica e le stanche convinzioni della nostra società che, di fronte a una catastrofe climatica annunciata, sceglie di proseguire ciecamente verso l'autodistruzione. L'esperienza sciamanica, titubante e spesso, suo malgrado, comica, spingerà Leone a toccare il fondo prima di risollevarsi. Il coraggio di guardare in faccia la realtà gli insegnerà a vedere in modo radicalmente nuovo la sua natura e la Natura.

L'AUTORE

Di origine italo-argentina, ha vissuto e lavorato per anni tra Milano, New York e Buenos Aires.Dopo un'infanzia vissuta a cavallo di tre continenti (oltre all'Europa e all'America Latina, ha vissuto per più di un anno in Africa), va a vivere a New York per lavorare nel mondo del cinema.È in quella città che si laurea alla scuola di cinema, e per i suoi cortometraggi vince il Warner Brothers Award e il Martin Scorsese Post-Production Award.Artista visivo, le sue opere sono state esposte in gallerie e musei di tutto il mondo.Alla pratica artistica, affianca quella di scrittore: Goditi il problema è il suo primo romanzo.Pubblicato nel 2012 da Rizzoli, nel libro si narra dell'acquisizione di una consapevolezza affettiva conquistata a caro prezzo.Il registro adottato dall'autore, però, è quello di una "commedia indiavolata", come giustamente vien fatto notare sulla copertina del libro.

venerdì 27 agosto 2021

[Segnalazione] All'orizzonte - Benjamin Myers

Inghilterra, 1946. Nell'estate successiva alla conclusione della Seconda guerra mondiale, Robert, sedici anni, decide di trascorrere un periodo in piena libertà a contatto con la natura, prima di cominciare il lavoro in miniera cui è destinato. Dopo qualche giorno di cammino, diretto al mare, si imbatte nel cottage di Dulcie, una donna già avanti con gli anni, eccentrica, colta, burbera, accogliente. In cambio di lavori al capanno nel suo giardino - un capanno usato in passato da una misteriosa artista - Dulcie gli offre ospitalità. Quell'inattesa generosità segna l'inizio di un'amicizia improbabile ma saldissima, che cambierà il futuro già tracciato di entrambi. Al giovane Robert, le conversazioni con Dulcie apriranno un nuovo mondo, fatto di scambi sul cibo, sulla natura, sui viaggi e sull'importanza delle parole, soprattutto scritte. Presto, Robert si avvicina, come ci confida, «a essere me stesso e non la persona che fino ad allora avevo interpretato», mentre Dulcie prova a venire a patti con il suo passato, riscoprendo nuove ragioni di vita. Con "All'orizzonte" Benjamin Myers ci parla del potere della natura per la costruzione della personalità, della forza dell'amicizia indipendentemente dall'età anagrafica, dell'importanza della letteratura, e dunque della lettura, per l'interpretazione del mondo.

L'AUTORE


Benjamin Myers è nato a Durham nel 1976. Il suo romanzo storico The Gallows Pole (2017) ha vinto il Walter Scott Prize e il Roger Deakin Award. Ha pubblicato anche libri di poesia, romanzi polizieschi, (Turning Blue, 2016, e These Darkening Days, 2017, entrambi di prossima uscita presso Bollati Boringhieri) e di recente la raccolta di racconti Male Tears, mentre suoi articoli sono apparsi su testate quali «The Guardian», «New Statesman» e «The Spectator». All’orizzonte è stato libro dell’anno 2019 per il «Times», per l’«Observer» e per la BBC, che lo ha serializzato per il programma radiofonico Book at Bedtime. In Germania è stato nominato Libro dell’anno 2020 dai Librai indipendenti.

giovedì 26 agosto 2021

[Segnalazione] Come delfini tra pescecani - François Morlupi

«“Non è semplice trovare in un giallo una miscela perfetta di umorismo, scorrevolezza e tensione narrativa. Morlupi ci è riuscito, regalando ai suoi lettori una galleria di personaggi indimenticabili”.»

Piergiorgio Pulixi

È un ottimo poliziotto, il commissario Ansaldi, anche se da tempo immemore soffre di ipocondria e di attacchi d'ansia che rendono complicate anche le attività più semplici, nella vita come nel lavoro. Per fortuna il quartiere al quale è stato assegnato, Monteverde, è un’oasi di pace nel caos della capitale: un posto tranquillo, dove non succede mai niente. Forse è per questo che sotto il suo comando sono stati destinati altri quattro soggetti “particolari”, come ad esempio Eugénie Loy, il suo braccio destro, che soffre di un disturbo antisociale della personalità che la rende apparentemente insensibile, una “portatrice sana di disperazione” come la definiscono i colleghi, che però riconoscono in lei ottime doti investigative. Sono così, i Cinque di Monteverde: uomini e donne alle prese con le loro debolezze, ma capaci, insieme, di trasformarle in forza.

Un venerdì pomeriggio, un ultraottantenne vedovo e solitario viene trovato senza vita nel proprio appartamento, con un cappio al collo. Si direbbe un caso facile, il classico suicidio. Ma qualcosa non quadra ad Ansaldi e ai suoi, e quel piccolo dubbio si trasforma, nel volgere di pochi giorni, in un'indagine che turberà non solo la quiete di Monteverde ma anche le stanze della politica.

Demolendo con sarcasmo graffiante lo stereotipo del poliziotto supereroe, Morlupi ha saputo dare un volto credibile a chi per mestiere affronta il crimine, alternando intuizioni fulminee a epiche figuracce. Una ventata fresca nel panorama giallo italiano.

L'AUTORE

François Morlupi, italo-francese, è nato nel 1983 a Roma dove vive e lavora. Il suo romanzo d’esordio Formule Mortali, edito da Croce Edizioni nell’aprile 2018, ha vinto sei premi letterari nazionali tra cui il Giorgione Prunola e il Grottammare nella categoria noir-giallo, arrivando in finale a Garfagnana in Giallo e a GialloCeresio. Nel luglio 2020, esce il suo secondo romanzo, Il Colbacco di Sofia, un noir ambientato tra la Bulgaria e Roma. Pubblicato sempre dall’editore Croce, si è subito posizionato, assieme a Formule Mortali, per mesi, nella top 10 dei noir più venduti su Amazon ed entrando in finale a Garfagnana in Giallo. Il commissario Ansaldi con la sua squadra sono ormai divenuti familiari e apprezzati dai lettori. Dal 2018 Morlupi è recensore per il blog ThrillerNord e dal 2020 fa parte della giuria nella sezione giallo del Premio Letterario di Grottammare.

mercoledì 25 agosto 2021

[Recensione] La sorella - Sándor Márai

 


LA SORELLA || Sándor Márai || Adelphi || 3 maggio 2012 || 227 pagine

«Fu quello il momento in cui “cominciò”, in cui la mia vita si separò da tutto quello che precedentemente ne aveva costituito la condizione e il senso, in cui qualcosa in me morì, e io allo stesso tempo rinacqui, come se fossi morto per la vita e nato per la morte». A poche ore dal confine italiano, nel vagone letto di prima classe di un treno diretto a Firenze, Z. – il grande, celebre pianista atteso in Italia per un concerto – capisce che nulla sarà mai più come prima: che forse non rivedrà più E., la donna alla quale è legato da un rapporto ambiguo e morboso, in un triangolo il cui terzo vertice è un marito consapevole e benigno; che forse quella sera suonerà per l’ultima volta (e suonerà Chopin, perché la radio ha appena dato la notizia della caduta di Varsavia); che tutto, insomma, sarà «diverso». Ma diverso come? Gli ci vorranno mesi per capirlo: quelli che trascorrerà, colpito da un rarissimo virus, in un ospedale di Firenze dove verrà condotto subito dopo il concerto. Di rado un romanzo ha saputo raccontare la malattia con tale precisione, tensione, crudezza, in una osmosi allucinatoria tra fisico e psichico. Stremato dalle feroci, subdole aggressioni del dolore, o stordito da misericordiose iniezioni di morfina, Z. compirà un vero e proprio attraversamento della morte. Ad accompagnarlo «sull’altra sponda» saranno quattro entità femminili – «angeliche ruffiane», presenze vigili e benefiche ma anche inquietanti, a volte, e sempre sfuggenti –, quattro suore. E nel momento in cui sembrerà che Z. abbia definitivamente rinunciato a lottare sarà proprio una di loro a dirgli: «Non voglio che lei muoia». Ma quale? Per quante ipotesi faccia, Z. non riuscirà mai a stabilire con assoluta certezza a chi appartenga la voce che una notte, nel buio della stanza, gli ha chiesto di vivere. Eppure sarà proprio quella «forza femminile», quella energia che agisce mascherata, a lottare per lui, e a ricondurlo alla vita – anche se con tracce indelebili di quel che ha patito.

RECENSIONE

Un gran bel romanzo sulla malattia vissuta fisicamente e spiritualmente da un celebre maestro di pianoforte in una clinica di Firenze.

Adoro lo stile di Marai, in certi punti sfiora il sublime.


martedì 24 agosto 2021

[Recensione] Il giovane Holden - J. D. Salinger

 


IL GIOVANE HOLDEN || J. D. Salinger || Einaudi || 20 maggio 2008 || 248 pagine

Sono passati cinquant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e la sua "infanzia schifa" e le "cose da matti che gli sono capitate sotto Natale", dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ognuno ha potuto leggervi la propria rabbia e assumere il protagonista ad "exemplum vitae".

RECENSIONE

Un capolavoro della letteratura americana, non si può non leggere. Interessante punto di vista di uno studente che molla la scuola (anche perché è stato espulso) e ci narra il suo punto di vista: non gli piace nulla.

lunedì 23 agosto 2021

[Recensione] Le vacanze di Maigret - Georges Simenon

 


LE VACANZE DI MAIGRET || Georges Simenon || Adelphi || 1 giugno 1999 || 174 pagine

In quale momento della giornata avevano potuto infilargli quel foglietto in tasca, nella tasca sinistra della giacca? Era un foglietto qualunque, di carta lucida a quadretti, probabilmente una pagina strappata da un blocchetto. Le parole erano scritte a matita, e la scrittura, regolare, gli sembrava femminile. «Per pietà, chieda di vedere la malata del 15». Niente firma. Solo quelle parole. Dunque: la cartolina della moglie se l’era infilata nella tasca sinistra. Era già lì, il foglietto? Possibilissimo, perché non aveva spinto la mano fino in fondo. Ma dopo, quando aveva imbucato la cartolina nella cassetta delle lettere di fronte al mercato? Due paroline, soprattutto, lo irritavano: «per pietà». Perché «per pietà»? Se qualcuno voleva parlargli, poteva dirlo, semplicemente. Non era mica il papa, lui. Chiunque era libero di rivolgergli la parola.

RECENSIONE

Il commissario Maigret si trova in vacanza a mare e la moglie si trova in ospedale quando si imbatterà in due omicidi e non può trattenere il suo inarrestabile istinto per le indagini.

Altro romanzo dove Maigret si trova "fuori sede" e dove inizia a indagare "per conto suo", perché anche quando è in vacanza non riesce a resistere al suo sesto senso da bravo detective e arriverà, naturalmente, a scoprire il colpevole.

Stavolta l'indagine mi è piaciuta, mi ha coinvolto (anche se all'inizio stenta a decollare) e forse tutti abbiamo capito fin dall'inizio chi fosse il colpevole, o almeno io lo credo. Coincidenza ha voluto che ho letto questa indagine ad agosto, lo stesso mese in cui è ambientato il giallo.


sabato 21 agosto 2021

[Segnalazione] Il labirinto delle ombre - Remigiusz Mróz

Sono passati dieci anni da quella sera, eppure Damian non riesce a dimenticare. Un attimo prima, la sua adorata Ewa aveva accettato di sposarlo, l’attimo dopo erano stati aggrediti, lui era svenuto e, quando aveva ripreso i sensi, Ewa era svanita. Da allora, Damian ha vissuto di rimpianti. Ma tutto cambia quando un amico gli mostra una foto comparsa su Facebook, una foto che ritrae una ragazza uguale a Ewa tra il pubblico di un concerto. Sperando che si tratti proprio di lei, Damian contatta subito l’ispettore che si era occupato del caso, tuttavia, nel giro di poche ore, la fotografia viene fatta sparire dal web e Damian trova il cadavere dell'amico riverso in una pozza di sangue. L’unica persona disposta ad aiutarlo sembra essere Kasandra, una donna enigmatica e dal passato misterioso, sposata da dieci anni col titolare di un’agenzia investigativa. È lei che lo convince che Ewa è viva e che quella foto è solo il primo anello di una catena di indizi per ritrovarla. E per salvarla. E Damian non si tira indietro, anche a costo d'inoltrarsi in un labirinto d’ombre in cui nulla è come appare, in cui il confine tra verità e menzogna si fa sempre più sottile. E in cui qualcuno sta manovrando ogni sua mossa...

L'AUTORE

Remigiusz Mróz è nato a Opole, in Polonia, nel 1987. Laureato in legge, da diversi anni affianca alla professione di avvocato una brillante carriera di scrittore. I suoi romanzi hanno riscosso un clamoroso successo di critica e pubblico, che lo ha portato a diventare uno degli autori più famosi in Polonia, con oltre tre milioni di copie vendute. Il suo straordinario talento, unito al clamore che ha suscitato in patria, ha attirato l'attenzione delle case editrici straniere e Il labirinto delle ombre verrà tradotto in tutta Europa.

venerdì 20 agosto 2021

[Recensione] L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio - Haruki Murakami

 


L'INCOLORE TAZAKI TSUKURU E I SUOI ANNI DI PELLEGRINAGGIO || Haruki Murakami || Einaudi || 20 maggio 2014 || 263 pagine

Quando vieni tradito dagli unici amici che hai, quando all'improvviso le persone piú care ti voltano le spalle senza una spiegazione, nel tuo cuore si spalanca un abisso dentro il quale è facile precipitare. Tazaki Tsukuru ha convissuto con il dolore di quell'abbandono per troppo tempo. Dopo sedici anni capisce che non può nascondersi per sempre: deve rintracciare gli amici della giovinezza e scoprire il motivo di quel gesto. Ma piú di tutto deve scoprire chi è veramente Tazaki Tsukuru. Il nuovo romanzo di Murakami Haruki è una meditazione sulla natura della felicità, sull'amicizia e il desiderio. Sul prendere coscienza di una cosa: che iniziamo a vivere davvero soltanto quando iniziamo a morire un po'.

RECENSIONE

Murakami fa centro un'altra volta e continua a folgorarmi e a ispirarmi, posso dire che è stato l'autore che mi ha cambiato non solo modo di vedere la vita e tutto il resto (salmoni inclusi), ma che continua a farmi riflettere sulle storie che ci pennella. Grandioso autore, che si merita il Nobel per la Letteratura. Stavolta con questo romanzo, che sicuramente segue le linee di Norwegian Wood, ci presenta la vita trista e solitaria di Tazaki Tsukuru, un ignegnere che progetta stazioni ferroviarie a Tokyo (naturalmente) e che, ad un certo punto della sua vita, si è ritrovato cacciato fuori dal gruppo dei suoi più fedeli amici, senza riuscire a capire per quale recondito motivazione. E allora, dopo aver superato una dura crisi esistenziale (stava addirittura arrivando a suicidarsi), si mette in un vero e proprio pellegrinaggio alla ricerca degli amici del liceo, per capire appunto per quale motivo venne cacciato. E non aggiungo altro, se non il piacere di rileggere questo romanzo.

giovedì 19 agosto 2021

[Recensione] Quando cadrà la pioggia tornerò - Takuji Ichikawa

 


QUANDO CADRÀ LA PIOGGIA TORNERÒ || Takuji Ichikawa || Salani || 2008 || 265 pagine

Takumi e Yuji, un giovane padre e il suo bambino, sono rimasti soli: la dolce Mio, moglie e madre, è morta a soli ventotto anni per una malattia tanto fulminea quanto inspiegabile. Ma prima di andarsene per sempre Mio ha fatto una promessa: Quando cadrà la pioggia tornerò. E inspiegabilmente, ad appena un anno dalla sua morte, con l'arrivo della stagione delle piogge, una creatura identica a lei, con il suo viso e i suoi occhi, ricompare al loro fianco. Un fantasma, pensa sbalordito Takumi. Ma questa nuova Mio è fatta di carne e sangue, anche se non ha memoria di nulla; così Takumi, pazzo di gioia per quell'assurda, insperata seconda possibilità, decide di raccontarle tutta la loro storia: come si sono incontrati, come è nato il loro amore, come hanno finito per sposarsi... e mentre Takumi racconta, rinnova l'incanto dell'incontro, il magico gemellaggio di due anime, la tragedia della separazione. E il miracolo della ricomparsa di Mio, la sua profezia, il mistero un mistero che Mio scioglierà in un finale capace di piegare il nostro cuore e demolire le nostre certezze.

RECENSIONE

Ichikawa ci narra una fiaba in maniera realistica, ovvero una mamma che muore e lascia un figlio piccolo e un marito affettuoso, ma ha fatto loro una promessa: quando cadrà la pioggia, io tornerò... E la sua promessa si avvera magicamente, con una spiegazione, nel finale, che nessuno riuscirà mai a prevedere.
Ho notato che i giapponesi amano queste storie sospese tra sogno e realtà (vedi Murakami o la Yoshimoto), e mi è subito venuto in mente il film tratto dall'omonimo romanzo La casa sul lago del tempo. Non vi spiego perchè ma chi ha visto il film può capirmi.
Mi sono immedesimato nella figura del marito, solitario e impacciato col figlio, ma pieno di amore per la moglie ormai morta da un anno ma vive come se fosse sempre accanto a lui. Non voglio aggiungere altro, ma dico solo che la storia è intrigante anche se in alcuni punti un po' si perde ma comunque scorrevole e piacevole per rilassarsi sul divano dopo una giornata di lavoro. 

Consigliato? Assolutamente sì!


mercoledì 18 agosto 2021

[Recensione] Candido - Voltaire

 


CANDIDO || Voltaire || Newton & Compton || 18 giugno 2013 || 128 pagine

La candida domanda «Perché esiste il male in questo mondo?» ha turbato i pensatori di tutti i tempi.
Se lo chiede anche Voltaire, in questo piccolo gioiello letterario e filosofico, senza trovare una risposta definitiva, anzi, lasciandoci con il sospetto che una risposta definitiva non esista affatto. Esempio unico di mirabile congiunzione tra ironia, inquietudine metafisica e perfezione stilistica, Candido racconta la storia di un ragazzo che vaga per nazioni e terre nuove e misteriose, affrontando le più diverse avventure. Conosce il dotto fanfarone Pangloss, con cui va incontro alla rovina; parla con religiosi, manichei, donne di facili costumi, scopre addirittura El Dorado. E nel corso del suo viaggio regala al lettore il piacere dell’arguzia unita alla forza dell’intelligenza.

RECENSIONE

Voltaire in questo suo breve romanzo fantasy ci fa riflettere sull'ottimismo degli esseri umani, ovvero sul perché dovremmo essere felici e se questo ha oppure no un senso. Non avremo una risposta ben precisa, ma almeno ci saremo divertiti seguendo le rocambolesche avventure di Candido e del suo fido Cacambo, che arriveranno fino alla mitica città dell'ElDorado dove le pietre preziose sono considerate fango.


martedì 17 agosto 2021

[Recensione] L'uomo che piantava gli alberi - Jean Giono

 


L'UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI || Jean Giono || Salani || 1 gennaio 1998 || 53 pagine

Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole.

RECENSIONE

Una storia vera che sembra una parabola di Gesù, un grande e potente messaggio ecologico.

lunedì 16 agosto 2021

[Recensione] La passeggiata - Robert Walser

 


LA PASSEGGIATA || Robert Walser || Adelphi || 1 febbraio 1976 || 106 pagine 

La passeggiata (1919) è uno dei testi più perfetti di Walser, il grande scrittore svizzero che ormai, soprattutto dopo la pubblicazione delle sue opere complete, viene posto accanto a Kafka, a Rilke, a Musil – ammesso cioè fra i massimi autori di lingua tedesca del nostro secolo. Ma La passeggiata ha anche un significato peculiare in rapporto a tutta l’opera di Walser: è in certo modo la metafora della sua scrittura nomade, perpetuamente dissociata e abbandonata agli incontri più incongrui, casuali e sorprendenti, come lo è appunto ogni accanito passeggiatore – e tale Walser era –, che abbraccia amorosamente ogni particolare del circostante e insieme lo osserva da una invalicabile distanza, quella del solitario, estraneo a ogni rapporto funzionale col mondo. In un décor di piccola città svizzera, e della campagna che la circonda, il passeggiatore Walser ci guida, con la sua disperata ironia, in un labirinto della mente, abitato da figure disparate, dalle più amabili alle più inquietanti. Da Eichendorff a Mahler, il vagabondaggio è stato un archetipo ricchissimo della più radicale letteratura moderna. Tutta quella grande tradizione sembra condensarsi, quasi clandestinamente, nella Passeggiata di Walser, a cui lo scrittore ci invita col suo irresistibile tono: «Lei non crederà assolutamente possibile che in una placida passeggiata del genere io m’imbatta in giganti, abbia l’onore d’incontrare professori, visiti di passata librai e funzionari di banca, discorra con cantanti e con attrici, pranzi con signore intellettuali, vada per boschi, imposti lettere pericolose e mi azzuffi fieramente con sarti perfidi e ironici. Eppure ciò può avvenire, e io credo che in realtà sia avvenuto».

RECENSIONE

Questo racconto ci narra di una passeggiata che compie l'autore in un paesino svizzero, narrandoci tutti gli incontri che farà.

Prima opera che affronto di Walser, e devo dire che ha uno stile davvero bello (anche se spesso tende a baroccheggiare un po' con le frasi). Nonostante siano passati più di cento anni da quando fu scritto, mi sono ritrovato in molte sue considerazioni, come la "cattiveria" di chi guida le auto e rischia di travolgere le persone che sono a piedi. Walser ci fa amare la passeggiata, il vivere lento, godendosi ogni secondo di vita, rimanendo stupiti anche solo di un cane che si riposa sul marciapiede e con cui si finge di chiacchierare. Mi sono piaciute meno le avventure dell'autore coi diversi negozianti, per me rallentano il ritmo della descrizione della passeggiata. A me ha ricordato il protagonista dell'Ulisse di Joyce (anche lui passeggia molto).


sabato 14 agosto 2021

[Recensione] L'ultima conversazione - Roberto Bolaño

 


L'ULTIMA CONVERSAZIONE || Roberto Bolaño || SUR || aprile 2012 || 124 pagine

L’autore di 2666 e I detective selvaggi si racconta in questa collezione di interviste realizzate in un arco di cinque anni, che si conclude con la famosa «Ultima conversazione», pubblicata per la prima volta pochi giorni dopo la scomparsa dello scrittore. L’infanzia in Cile, l’adolescenza in Messico, l’Europa da uomo maturo; la presa di coscienza civile e politica, i primi tentativi di scrittura; le letture, le influenze e le amicizie; le cose che adora e le cose che gli danno fastidio: queste conversazioni ci permettono di addentrarci in una delle menti migliori del Novecento, un’intelligenza pirotecnica che continua a emanare scintille e ad abbagliare i lettori di tutto il mondo.

RECENSIONE

Interessante intervista allo scrittore Roberto Bolaño, per chi vuole approfondire la sua importante figura.

venerdì 13 agosto 2021

[Segnalazione] Per le strade di Tokyo - Nick Bradley

Tokyo è una metropoli dove tutto cambia rapidamente. Con le Olimpiadi ormai alle porte, le gru dei cantieri punteggiano il cielo, interi palazzi vengono rasi al suolo e ricostruiti, nuove strade si aprono fra i grattacieli. Eppure, nel quartiere di Asakusa, accanto al tempio più antico della città, c’è una bottega rimasta identica da secoli. È il laboratorio di un tatuatore, forse l’ultimo a usare aghi e inchiostri tradizionali. Sebbene in pochi siano disposti a sottoporsi a quella tecnica, così dolorosa da spaventare persino gli uomini della yakuza, un giorno si presenta una ragazza per farsi tatuare sulla schiena una fedele rappresentazione di Tokyo, senza nessuna presenza umana. Sorpreso da quella richiesta insolita che lo impegnerà per mesi, il tatuatore accetta. Ma, dopo qualche tempo, mentre sta tracciando l’incrocio di Shibuya, non resiste alla tentazione di disegnare una gattina calico proprio davanti alla statua di Hachiko. Durante la sessione successiva, però, il tatuatore si accorge che la gatta è sparita. Incredulo, la cerca nel disegno e la vede nascosta dietro un palazzo di Ginza. E ancora eccola svanire di nuovo, per rispuntare sul tetto della stazione di Shinjuku. Come se avesse preso vita. Ciò che lui non sa è che, da quando ha inserito la piccola intrusa nel tatuaggio, una gatta calico ha iniziato a girare per le strade di Tokyo, sfiorando di volta in volta persone diverse: da un senzatetto cui le ruspe hanno distrutto il rifugio a una traduttrice in cerca di fortuna; da un tassista appena rimasto vedovo a un ragazzino bullizzato che ha il disperato bisogno di un amico. Per ognuno, la gatta è un’apparizione fugace, un dettaglio presto dimenticato. Nessuno si accorge che è proprio lei a tirare il filo che lega il destino di tutti loro... Ispirandosi alla leggenda del bakeneko – demone gatto capace di assumere le fattezze di una fanciulla – questo romanzo ci conduce attraverso una Tokyo autentica e affascinante, tratteggiando una galleria di personaggi apparentemente lontanissimi, eppure accomunati dagli stessi dubbi e desideri, mostrandoci come a volte basti un attimo per cambiare per sempre la nostra vita.

L'AUTORE

Nick Bradley è nato in Germania da genitori inglesi nel 1982 e si è trasferito a Bath quand'era bambino. Dopo la laurea in Letteratura, ha deciso di andare a vivere in Giappone «per un anno», che poi è diventato un decennio. Mentre si trovava lì, ha svolto diversi lavori, dall'insegnante d'inglese al traduttore di videogiochi, dal fotografo al maestro di giapponese. È tornato in Inghilterra per continuare gli studi e, di recente, ha conseguito un dottorato in Critica letteraria, in cui ha approfondito la figura del gatto nella letteratura giapponese. Per le strade di Tokyo è il suo primo romanzo.

giovedì 12 agosto 2021

[Recensione] Corro perché mia mamma mi picchia - Giovanni Storti, Franz Rossi

 


CORRO PERCHÉ MIA MAMMA MI PICCHIA || Giovanni Storti, Franz Rossi || Mondadori || 5 novembre 2013 || 204 pagine

Siamo abituati a vederlo insieme agli inseparabili Aldo e Giacomo, ma in questo libro Giovanni Storti si presenta in una veste insolita, maglietta e pantaloncini, e ci parla della sua più grande passione fuori dal palco, quella per la corsa. Lo fa alla sua maniera, con la consueta ironia, con un intreccio di leggerezza e profondità.
Alternandosi nel racconto con Franz Rossi, compagno di avventure e di allenamenti, Giovanni, instancabile «assaggiatore di corse», pronto a sfidare il caldo come il freddo, a correre di giorno e di notte, a qualsiasi latitudine o altitudine, ci spiega come ha scoperto, o meglio riscoperto, questa vena atletica.
Dalle fughe infantili per sottrarsi alle ciabattate materne a una pratica ritrovata, non tanto per motivazioni salutistiche, quanto perché la corsa ha il fascino di una vera arte.
Ci addentriamo così, in compagnia dei due protagonisti, negli itinerari delle gare più coinvolgenti, sentiamo con loro la fatica ma anche il piacere di misurarsi con se stessi e con gli altri, la gioia di superare i propri limiti.
E soprattutto impariamo a guardare con curiosità ed emozione i luoghi e l'umanità che si incontrano lungo il tragitto. Si aprono davanti a noi scorci di una Milano, quella dei Navigli, dei parchi e della Montagnetta di San Siro, lontana dall'affannata metropoli dell¿immaginario collettivo; una città in cui la poesia «si nasconde negli interstizi della praticità, così come il cielo azzurro negli scampoli rubati al grigio della cappa che ci avvolge». Ma correre significa anche immergersi nella ricchezza e nel mistero della natura, come nei maestosi paesaggi alpini o nei grandiosi scenari islandesi. O scoprire popoli e culture, come nel vivace affresco di Marrakech, città dalle atmosfere contrastanti dove «povertà e bellezza vanno di pari passo» e «i roseti crescono in aiuole contornate da immondizia».
Naturalmente è in agguato, a ogni riga, l'imprevisto più assurdo e grottesco, che può assumere il volto di un bellicoso rottweiler, spuntato dal nulla durante un allenamento sulle dolci colline del Bolognese, o quello dei tanti personaggi surreali, tutti da scoprire, che si succedono nelle varie tappe, come i corridori belgi che si fermano a giocare in spiaggia con le «formine », per non parlare di Aldo, che fa capolino qua e là, fino all'improbabile atto di eroismo vantato da Giovanni con il salvataggio di due compagni di disavventura nella foresta di Pititinga, in Brasile.
Dietro il «runner» dilettante, insomma, emerge sempre la stoffa del campione di comicità. E, nell'alternarsi delle due voci, tra riflessioni e battute, la corsa diventa una suggestiva metafora della vita.

RECENSIONE

Finalmente riesco a leggere il libro scritto dal comico Giovanni Storti assieme all'amico di corse Franz Rossi dove si parla, naturalmente, della loro grande passione: la corsa. Essendo anche io, come loro, un appassionato runner (non professionista ma, come loro, un dilettante allo sbaraglio!) mi sono ritrovato in molte situazione che ci narrano, anche se, a differenza loro, ancora non ho partecipato a nessuna gara (cosa che vorrò fare in un vicino futuro). Le parti narrate da Giovanni sono quelle più comiche, ma le parti narrate da Franz sono pure interessanti, ci trovi sempre molte utili informazioni e soprattutto ascolti dalla loro viva voce appassionata le loro esperienze di corsa.

Tutti e tre ci chiediamo: perché corriamo? Beh, perché ci piace! Alcuni diranno che lo fanno per dimagrire, ma se lo si fa solo per quello non si è capito nulla della corsa, visto che è molto di più. Quanto è vero: chi corre vede il mondo, il viaggio, in un altro modo: ogni volta che vai in un paese nuovo non fai che cercare strade in cui potresti correre, vero? Non ho ancora avuto la fortuna, come gli autori, di girare così tanto nel mondo, spero di poterlo fare al più presto e poter così anche io sperimentare nuove piste!

Correre è bello, ma come ogni cosa non bisogna esagerare, che poi son dolori!


mercoledì 11 agosto 2021

[Recensione] Lezioni spirituali per giovani samurai - Yukio Mishima

 


LEZIONI SPIRITUALI PER GIOVANI SAMURAI || Yukio Mishima || Feltrinelli || 2006 || 126 pagine

Yukio Mishima era convinto che la verità può essere raggiunta solo attraverso un processo intuitivo in cui pensiero e azione si trovano uniti. Questa filosofia di vita gli derivava dal pensiero di Wang Yang Ming (1475-1529) e dall'etica dei samurai che a esso si ispirava. L'ideologia dei guerrieri antichi era, per Mishima, l'essenza stessa della "giapponesità", della sua natura più vera. Alla fine degli anni sessanta, egli risolse, o credette di risolvere, i suoi dilemmi esistenziali, che così mirabilmente aveva rappresentato nei suoi romanzi, con una scelta para-militare: contrapponendo il "linguaggio della carne" al linguaggio delle parole.

RECENSIONE

Il libro è formato da cinque saggi dello scrittore, morto suicida per un ideale politico, Yukio Mishima (celebre per l'autobiografia "Confessioni di una maschera"), una delle personalità più controverse ed emblematiche del Giappone moderno. Questa raccolta di suoi scritti è la prima opera che leggo di lui, e sinceramente sono curioso di leggere anche altro, come la già citata biografia.
Questo libro è formato dalle seguenti parti:
1) LEZIONI SPIRITUALI PER GIOVANI SAMURAI (saggio), dove l'autore riflette e fa le proprie considerazione su varie tematiche come la vita, il piacere, il corpo, sul mantenere la parola data, eccetera.
2) L'ASSOCIAZIONE DEGLI SCUDI (scritto minore), dove parla della associazione da lui fondata, un piccolo esercito di cento persone (che lui definisce veri guerrieri), un vero e proprio esercito pronto ad intervenire in qualsiasi momento. Crea questo esercito proprio perché disgustato da un Giappone debole e incapace, asservito al potere degli Stati Uniti. Il suo sogno è realizzare una restaurazione del Giappone imperiale.
3) INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA DELL'AZIONE (saggio);qua Mishima discute assolutamente in modo politico e cita spesso i movimenti studenteschi, una sorta di pamphlet politico.
4) I MIEI ULTIMI VENTICINQUE ANNI (articolo);
5) PROCLAMA, che lesse il 25 novembre 1970, pochi istanti prima di suicidarsi).
Con queste lezioni Mishima intende formare una nuova generazione di samurai, che ridia vigore al termine "samurai", eccessivamente stravolto dalle trasformazioni del folklore nell'apertura del Giappone all'Occidente, da lui sempre contestata (e odiata). Partendo da questo intento, che porta dapprima l'autore a discorrere di arte, di bellezza dei corpi (rifiutando peraltro il disprezzo buddhista per il fenomenico e la materia), del ruolo della tradizione e del rispetto degli anziani, ben presto passa ad argomentare una corposa critica al Giappone moderno e ai costumi delle nuove generazioni, osservate e discusse con occhio critico.


martedì 10 agosto 2021

[Recensione] Doctor Who: il pianeta pirata - James Goss

 


DOCTOR WHO: IL PIANETA PIRATA || James Goss || Mondadori || 9 maggio 2017 || 372 pagine

Alla ricerca dei sei frammenti della Chiave del Tempo, il Dottore, Romana e K-9 ne individuano uno sul pianeta Calufrax. Atterrano nel punto giusto… ma sul pianeta sbagliato! Sono infatti giunti su Zanak, un pianeta prospero e felice. Praticamente perfetto. Ma dev'esserci per forza qualcosa di sbagliato, se non c'è nulla di sbagliato, pensa il Dottore. E infatti Zanak nasconde un segreto… 

RECENSIONE

Secondo romanzo che leggo con protagonista il mitico Doctor Who (ho seguito la serie tv britannica su Rai 4) e anche questa volta, come in Doctor Who: Shada, vi troviamo il Quarto Dottore (beh per chi non conosce la storia del Dottore dovete sapere che lui è in grado di rigenerarsi potrei dire quasi all'infinito, fino ad oggi ci troviamo alla presenza di ben 13 dottori, pur continuando ad essere la stessa persona. Fu uno stratagemma per giustificare il cambiamento degli attori che interpretavano lo stesso Dottore, ognuno con una sua personalità specifica e diversa, incluso l'abbigliamento). E anche questa volta l'autore ha fatto un lavoro incredibile, perché è andato a cercare tutto il materiale scritto da Douglas Adams (purtroppo non era riuscito a portarlo a compimento) per poter scrivere questa opera (ce ne parla benissimo nella postfazione).

Stavolta il nostro Dottore si trova a cercare la seconda chiave del tempo e si imbatte in un pianeta misterioso che subito, nota, non dovrebbe trovarsi lì. Presto verremmo a conoscenza di un cattivo tiranno, il Capitano, che tiene in schiavitù i suoi abitanti. Riuscirà il Dottore aiutato da Romana e dal suo cane robot K-9 ad aiutare la popolazione soggiogata?

James Goss riesce a descriverci bene le caratteristiche tipiche che l'attore inglese Tom Baker ha dato al Quarto Dottore (per chi vuole approfondire basta andare su YouTube e trova alcune scene), il Dottore con la sciarpa lunga e colorata, che ama mangiare le caramelle gommose. Il Dottore, nonostante si trovi spesso in situazioni pericolose e, anche questa volta, dovrà pure salvare la nostra Terra (che rischia di venire schiacciata come un'arancia!), non smette di fare battute, essere ironico su ogni cosa, anche quando rischia di morire nell'abisso in cui viene lanciato. L'autore ha fatto un buon lavoro, perché è riuscito a riproporci il tipico humor di Douglas che ritroviamo in Guida galattica per gli autostoppisti.

Consigliato a chi ama Doctor Who, senza ombra di dubbio.


lunedì 9 agosto 2021

[Recensione] Come ordinare una biblioteca - Roberto Calasso

 


COME ORDINARE UNA BIBLIOTECA || Roberto Calasso || Adelphi || 28 maggio 2020 || 127 pagine

Chi prova a dare un ordine ai propri libri deve al tempo stesso riconoscere e modificare una buona parte del suo paesaggio mentale. Impresa delicata, piena di sorprese e di scoperte, priva di soluzione. Molti l’hanno sperimentata, dal dotto seicentesco Gabriel Naudé ad Aby Warburg. Qui se ne raccontano vari episodi, mescolati a frammenti di una autobiografia involontaria. A cui fanno seguito un profilo del breve momento in cui certe riviste, fra 1920 e 1940, operavano come impollinatrici della letteratura e una cronaca dell’emblematica nascita della recensione, quando Madame de Sablé si trovò nella improba situazione di dar conto pubblicamente delle Massime del suo caro e suscettibile amico La Rochefoucauld. Finché il tema del dare ordine riappare alla fine, questa volta applicato alle librerie di oggi, per le quali è una questione vitale, che si pone ogni giorno.

RECENSIONE

In questo saggio lo scrittore Roberto Calasso ci parla del suo più grande amore, ovvero i libri. Diviso in quattro parti, presenta i seguenti temi:
1 - Come ordinare una biblioteca; (testo apparso in edizione fuori commercio presso Adelphi nel dicembre 2018)
2 - Gli anni delle riviste; (inedito)
3 - Nascita della recensione; (uscito nel Corriere della Sera del 19 luglio 2016)
4 - Come ordinare una libreria. (discorso pronunciato presso la Fondazione Cini di Venezia il 25 gennaio 2019, alla Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri e parzialmente pubblicato sul Corriere della Sera del 21 gennaio 2019)

Il titolo di questo saggio di Calasso è fuorviante, non aspettatevi un vademecum che ci spiega il modo di ordinare la vostra biblioteca, ma in realtà lo scrittore ci parla di qualcosa di molto più profondo, ovvero del rapporto che c'è tra lettore e libraio, della cura che il libraio dovrebbe avere, il fiuto e la passione che dovrebbe trasmettere al lettore. Peccato per la parte sulle riviste che, sinceramente, mi ha annoiato abbastanza, per il resto mi sarei aspettato di più da questo libro. Emerge comunque la sterminata cultura di Calasso, che a tratti potrebbe far paura.


sabato 7 agosto 2021

[Recensione] Sherlock Holmes e il caso dei fidanzatini sfortunati - Luca Martinelli

 


SHERLOCK HOLMES E IL CASO DEI FIDANZATINI SFORTUNATI || Luca Martinelli || Delos Digital || 24 dicembre 2013 || 53 pagine

A mezzanotte passata, mentre cade una pioggia torrenziale, nel salotto del 221B di Baker Street irrompe un giovane avvocato in preda alla paura. Sherlock Holmes e il dottor Watson apprendono una storia dai mille lati oscuri. La fidanzata del giovane, nipote di un giudice dell'Alta Corte e in procinto di ereditare una fortuna, è morta nell'atrio della sua casa di Belgravia. È distesa in un lago di sangue e vicino al suo corpo c'è il bastone del giovane, imbrattato di sangue. L'avvocato si dichiara innocente e Holmes, nonostante il precario stato di salute, interrompe la convalescenza impostagli dal medico e comincia l'indagine. Un pizzico di cenere rinvenuto in biblioteca e un fazzoletto di raso bianco macchiato di sangue porteranno Holmes alle stanze dello Shadows Club, un circolo dove si gioca a poker, dove agisce un'insospettabile banda di usurai, e che viene frequentato con regolarità sia dallo zio che da un ex innamorato della vittima. Indizi, interrogatori, deduzioni e la morte dello stesso giudice porteranno Holmes a risolvere il mistero di Belgravia, sotto il cui velo si cela una verità così sorprendente come solo la vita, con il suo succedersi di casualità, sa essere.

RECENSIONE

Stavolta Sherlock dovrà indagare sulla morte misteriosa di una ricca promessa sposa che avrebbe ereditato un bel patrimonio, ma il suo fidanzato si precipita trafelato nel salotto di Sherlock dichiarandosi innocente. Riuscirà il Nostro detective a dimostrare la sua innocenza? Ovviamente sì!

Altro bel racconto scritto da Martinelli su Sherlock Holmes che, come al solito, riuscirà a districare l'intricata matassa e consegnerà alla giustizia il o i colpevoli dell'assassinio. Il suo segreto? Non escludere nessun particolare, anche se può apparire insignificante, come la cenere ritrovata nella villa della ragazza.


venerdì 6 agosto 2021

[Recensione] Dura, la vita dello scrittore - David Lodge

 


DURA, LA VITA DELLO SCRITTORE || David Lodge || Bompiani || 7 luglio 2004 || 502 pagine

Nel 1915, mentre la guerra infuria in Europa, Henry James è sul letto di morte e riflette sulla propria vita, attorniato dalla scrittrice Edith Wharton, dal giovane Burgess, dalla segretaria, dalla cameriera e dalla cognata Alice. Lo sguardo del narratore compie quindi un balzo indietro fino al 1880, quando James ha già scritto i primi capolavori, ma non riesce a conquistare le simpatie del grande pubblico, sedotto dagli scrittori mediocri che lo circondano. Qualche anno dopo James tenta la carta teatrale ma, dopo i primi successi, la sua fama viene offuscata dall'immenso successo di Oscar Wilde. È a questo punto che Lodge intraprende con Henry James un dialogo sul conflitto tra valore letterario e successo di pubblico.

RECENSIONE

Lodge ci romanza, su fatti storici, la vita del grandissimo scrittore inglese Henry James, del quale fino ad oggi ho solo letto "Giro di vite" ma celebre per "Ritratto di Signora". Davvero un'ottima e alta lettura, Lodge riesce a farti immedesimare nella faticosa vita di uno scrittore consapevole di essere ai massimi livelli ma che non riesce, in vita, a diventare celebre come si augurava (e aggiungerei si meritava), infatti venne riscoperto solo alcuni decenni dopo, e rimane fino ad oggi uno dei più grandi scrittori inglesi. Non vedo l'ora di leggere tutte le altre sue opere, e voi?

giovedì 5 agosto 2021

[Recensione] Come leggere uno scrittore - John Freeman

 


COME LEGGERE UNO SCRITTORE || John Freeman || Codice Edizioni || 16 maggio 2013 || 397 pagine

Paul Auster, Philip Roth, Don DeLillo, Ian McEwan, Mo Yan, Siri Hustvedt, Joyce Carol Oates, Dave Eggers, Norman Mailer, Antonia Byatt, Jonathan Safran Foer, Haruki Murakami, David Foster Wallace, Günter Grass. Sono solo alcuni dei grandi nomi della letteratura intervistati negli anni da John Freeman, e riuniti in questo straordinario libro.
Non succede spesso che uno scrittore apra le porte della propria officina letteraria, rivelando cosa si nasconde dietro alle parole che leggeremo (e ameremo) e cosa si nasconde dietro alle parole che non leggeremo mai. Ancora più raro è trovare un libro in cui a raccontarsi sono più di cinquanta grandi autori della narrativa e della saggistica contemporanea, diversi per pubblico, genere e stile: da David Foster Wallace a Tom Wolfe, da Philip Roth a Günter Grass, da Ian McEwan a Toni Morrison, da Don DeLillo a Oliver Sacks. Se poi a raccogliere queste “confessioni” è John Freeman, direttore di Granta, rivista-culto che ha scoperto e pubblicato il gotha della letteratura anglo-americana dell’ultimo secolo, allora ci troviamo di fronte a un caso editoriale più unico che raro.

RECENSIONE

Freeman ha raccolto tutte le interviste che ha fatto ai suoi scrittori preferiti, da Murakami Haruki a John Updike, quasi tutti americani o che comunque nei loro scritti parlando di america e americani. Un buon passatempo tra un romanzo e l'altro, il tutto corredato da belle caricature di ogni romanziere o scrittore citato.


mercoledì 4 agosto 2021

[Recensione] N.P. - Banana Yoshimoto

 


N.P. || Banana Yoshimoto || Feltrinelli ||  1 maggio 2010 || 165 pagine

Sarao Takase, scrittore giapponese che ha vissuto a lungo in America, muore suicida lasciando due figli gemelli, il maschio Otohiko e la femmina Saki, e il manoscritto di un libro incompiuto dal titolo N.P. (che sta per North Point, il titolo di una vecchia canzone). Pubblicato con solo 97 dei 100 racconti previsti, il libro diventa un bestseller negli Stati Uniti. Una giovane giapponese, Kazami, viene in possesso del novantottesimo racconto, inedito, alla cui traduzione stava lavorando il suo amante, Shooji, anche lui morto suicida, e che narra la storia di una passione erotica tra padre e figlia. Kazami incontra i due gemelli e trova Otohiko coinvolto in una tormentata storia d'amore con Sui, che scoprirà essere non solo figlia illegittima dello scrittore suicida ma anche sua amante. Kazami viene risucchiata completamente nel loro mondo, il mondo di N.P., per tutta un'estate, che è il tempo reale in cui si svolge la storia. Dopo alterne vicende, Kazami scopre anche l'esistenza del racconto n°99 in cui Takase rappresenta l'altra faccia della sua realtà, l'aspirazione verso la normalità e l'eterodossia. Ormai manca solo il racconto n°100. Ed è soltanto quando tutti i destini si sono compiuti e il cerchio si chiude che il libro apparirà scritto fino in fondo: N.P. di Banana Yoshimoto è il racconto n°100 che Takase non aveva fatto in tempo a scrivere.

RECENSIONE

Sinceramente non mi ha lasciato tanto quest'opera della Yoshimoto, e lei stessa, alla fine, ha scritto nel postscriptum: "Se mi guardo indietro, l'anno e mezzo in cui ho scritto questo libro è stato per me, in molti sensi, un periodo pieno di difficoltà, eppure eccitante e felice. [...] Tutti, inclusi voi e io, abbiamo intorno a noi persone con problemi." Ecco, lei stessa mi ha tolto le parole di bocca: ho trovato difficoltà ad entrare in questa storia, davvero complicata, fatta di strane relazioni. In sostanza un famoso scrittore muore suicida, lasciando incompleta la sua ultima opera, che non era altro che una raccolta di racconti, esattamente 100. Lascia due figli gemelli, un maschio, Otohiko, e una femmina, Saki. Quindi viene pubblicata l'opera dal nome N. P. (ovvero North Point, titolo di una vecchia canzone) con 97 racconti. La protagonista nonché narratrice della storia, Kazami, 18enne, si ritrova col 98esimo racconto del defunto Takase, alla cui traduzione stava lavorando il suo amante Shoji, anch'esso morto suicidandosi. Questo racconto narra di un incesto tra un padre e una figlia. Kazami incontrerà i due figli di Takase, e scopre che il maschio, Otohiko, ha una tormentata storia d'amore con Sui, un'altra figlia dello scrittore. Non aggiungo altro, ma ci sono ancora un paio di colpi di scena. Non lo so, leggendo la Yoshimoto (lo stile rimane sempre il suo, inimitabile) provo sempre una strana sensazione, come se il tempo si fermasse, ma stavolta non sono riuscito ad addentrarmi nella storia. 

martedì 3 agosto 2021

[Recensione] After dark - Haruki Murakami

 


AFTER DARK || Haruki Murakami || Einaudi || 2013 || 176 pagine

Un giovane jazzista, un esperto informatico, una prostituta picchiata da un cliente, la manager di un love hotel, una ventunenne che vegeta in uno stato semicomatoso, e sua sorella, ragazza solitaria e inquieta. In una Tokyo aliena, nell'arco di una sola notte i destini di queste persone finiscono per incrociarsi facendo emergere un inatteso senso di umana solidarietà.

RECENSIONE

Ultimo Murakami letto, lo stile è insuperabile, mi sorprende sempre il caro Haruki. In questo romanzo viene affrontata la tematica della solitudine (in realtà una delle tematiche ricorrenti anche negli altri suoi racconti e romanzi), con protagonista un giovane ragazza che, nel giro di una notte, in una serie di incontri e avventure, maturerà e ritornerà con la cara sorella minore.



lunedì 2 agosto 2021

[Recensione] Eventi bizzarri - Luigi Milani e Alexia Bianchini

 


EVENTI BIZZARRI || Luigi Milani, Alexia Bianchini || La Mela Avvelenata || 14 ottobre 2013 || 97 pagine

Daniele Bizzarri, un tempo fascinoso autore di successo, ora alcolista perso e spiantato, si trasferisce dalla capitale in uno squallido paesino del centro Italia. Arroccato in una vecchia casa di campagna piena di spifferi e ragnatele, in fuga dalla ex moglie e dai tanti creditori, è in cerca dell’ispirazione perduta. Tra incontri al calor bianco con le bellezze locali, e contatti inquietanti con misteriosi personaggi dediti all’occultismo, lo scrittore non solo non migliorerà la propria situazione personale, ma precipiterà in terribili incubi…

RECENSIONE

La misteriosa storia di uno scrittore che ha perso l'ispirazione, e la ritroverà in un modo non molto "convenzionale", ma a caro prezzo...

[Recensione] Charlie Chan e il cammello nero - Earl Derr Biggers

  CHARLIE CHAN E IL CAMMELLO NERO || E. Derr Biggers || Newton Compton || 2012 || 188 pag. Shelah Fane, celebre star del cinema, viene uccis...