domenica 12 ottobre 2025

[Recensione] Chiudo la porta e urlo - Paolo Nori

 


CHIUDO LA PORTA E URLO || Paolo Nori || Mondadori || 2024 || 204 pag.

Raffaello Baldini è un poeta grandissimo eppure pochi sanno chi è, e di quei pochi pochissimi ne hanno riconosciuto la voce. Perché scrive nel bel dialetto di Sant'Arcangelo di Romagna? Ma no. Paolo Nori ci rammenta che è poeta enorme anche nel bell'italiano con cui il poeta ha sempre tradotto a pie' di pagina i suoi versi. E quante storie si trascinano appresso quei versi, quante immagini suscitano, quanti personaggi, quanto universo c'è in quel mondo apparentemente piccolo. Come sua consuetudine, Paolo Nori attraversa l'avventura poetica di Baldini quasi come non ci fosse altro intorno, di sé facendo il filtro di una bellezza che viene su come da un fontanile e fa paura, perché ci lascia straniti. Ecco che - non diversamente da quanto è accaduto con Dostoevskji e Achmatova - l'immaginazione di Baldini si scioglie dentro quella di Nori, fatta com'è di caratteri e di accadimenti apparentemente i morti che "non dicono niente e sanno tutto", gli uomini che invece di calarsi gli anni se li crescono, lo stare lì di una donna davanti alla circonvallazione per guardare "che passa il mondo". Fra spinte e controspinte, fra il "cominciamo pure" e il "continuiamo pure" che ricorrono a battere il ritmo, impariamo che, sempre più, la scrittura di Nori è la messa a fuoco progressiva di un carattere, il il suo essere "coglione", il suo essere "bastiancontrario", il suo essere "matto come un russo", il suo essere innamorato di un poeta come Raffaello Baldini, il suo magone davanti alla casa dei Nori come fosse una scatola di bottoni, il suo stare a vedere la vita come va avanti a ogni svolto imprevisto dello stare al mondo.

RECENSIONE

Innanzitutto è la prima opera che leggo di questo scrittore di cui ho sentito parlare in diverse occasioni ma di cui nessuno, fino ad ora, mi aveva consigliato la lettura. Sicuramente è uno scrittore originale e particolare, non sta a me giudicare una persona ma solo quello che scrive. E il problema è proprio questo: cosa ho appena letto? Che poi è la stessa cosa che si chiede Nori stesso nel libro: ho scritto un romanzo o qualcos'altro? Dovrebbe essere un libro che parli di un poeta, Lello Baldini, ma in realtà quello che si legge non è che la vita e le esperienze che fa o che ha fatto lo stesso autore Paolo Nori. Diciamo che non amo molto gli autori che non fanno che parlare soltanto di sé stessi, a meno che non si tratta di un libro di viaggio o un reportage. Non è un romanzo, ma un lungo disquisire sulla sua vita, sulle sue esperienze passate e presenti, sul fatto che corre perché gli fa bene, sul suo sconfinato amore per la Russia e per gli autori russi, e potrei continuare ancora per un po'. Credo sia evidente che non mi sia piaciuto perché sono di questa opinione: o scrivi un libro su un autore o ne scrivi uno che parli solo di te, ma spacciare un libro che (dovrebbe) presentare un poeta italiano quando in realtà è un continuo monologo solo su se stesso no, non va bene per me.

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