sabato 31 luglio 2021

[Recensione] L'età dell'innocenza - Edith Wharton

 


L'ETÀ DELL'INNOCENZA || Edith Wharton || Newton Compton || 28 maggio 2015 || 284 pagine

L’età dell’innocenza è un mirabile affresco della borghesia newyorchese di fine Ottocento, contro il cui ottuso moralismo Edith Wharton si scaglia coraggiosamente difendendo l’autenticità di un amore sincero. La storia sentimentale tra Newland Archer, brillante avvocato dell’aristocrazia cittadina, e la contessa Ellen Olenska, cui inflessibili convenzioni impediscono di divorziare dal marito, è lo specchio di una società che l’autrice conosce e contesta profondamente. Una società ipocrita e perbenista, in cui pregiudizi atavici, tradizionalismi ormai svuotati di significato, princìpi ingiusti e falsamente morali impongono precise regole comportamentali, che cozzano contro il desiderio di affermazione del singolo. Contro tutto questo lotta con ammirevole tenacia la protagonista del romanzo, che tenta di difendere fino alla fine il suo amore e la sua libertà di scelta, cui si oppone la consapevolezza, che porterà Archer alla rinuncia finale, dei suoi doveri sociali.

RECENSIONE

Grazie a questo romanzo Edith Wharton vinse il Premio Pulitzer nel 1921, dopo esattamente un anno dalla sua pubblicazione.

Newland Archer è un avvocato newyorkese che si innamora di May Welland che vorrebbe sposare. Sembra andare tutto per il meglio quando, un giorno, irrompe nelle loro vite l'affascinante madame Ellen Olenska, cugina di May e separata. E il nostro Archer se ne innamorerà perdutamente.

Sinceramente non mi ha colpito più di tanto questo romanzo, da molti considerato addirittura un capolavoro da leggere assolutamente. La critica che la Wharton fa alla società americana è evidente, si viveva in una società spesso ipocrita, provinciale e bigotta, cosa che anche oggi non è cambiata più di tanto. Lo stesso Archer è stato un codardo, permettetemi il termine, perché se amava davvero la Olenska avrebbe mollato tutto davvero. Facile preferire le comodità a un amore cieco e selvaggio. Il capitolo finale è di una tristezza quasi stupida, perché sembra dire che lui non ha fatto che pensare a lei tutti quegli anni (trenta, se non ricordo male) struggendosi nel fatto che non è scappato con lei. Mah.
Lo stile della Wharton mi è piaciuto, molto raffinato e delicato.


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