martedì 5 gennaio 2021

[Recensione] Storie del buon Dio - Rainer Maria Rilke

 


STORIE DEL BUON DIO || Rainer Maria Rilke || Edizioni Clandestine || Novembre 2016 || 126 pagine

Nelle "Storie del Buon Dio" (1900), opera decisamente singolare rispetto alla produzione di Rilke, sono raccolti tredici racconti, "narrati ai grandi perché li ripetano ai bambini" - come sottolineò lo stesso poeta - tutti incentrati su Dio, che viene continuamente cercato e, laddove nascosto, atteso con rinnovata speranza. Il Dio menzionato da Rilke non ha nulla a che fare con quello della religione cristiana, al contrario, si mostra tascabile quanto un ditale, al punto da suscitare l'impressione che "qualunque oggetto possa impersonarlo, basta soltanto dirglielo". Ed è un Dio distratto, che lascia le creature sfuggire al suo controllo e talvolta si arrabbia, mettendosi a discutere con un angelo; un Dio che crea, con poca razionalità e molta poesia e che si intenerisce al pianto di una bimba. Ma da questi racconti, intrisi di realismo e fantasia, non è solo Dio a emergere, bensì l'uomo, con i suoi valori e le sue pecche, le inquietudini e l'infinita creatività. Tredici storie parzialmente ispirate da racconti popolari russi: "Melodie - scrisse Rilke - che nessuno, né cosacco né contadino, ha potuto ascoltare senza piangere, eppure permeate da un fine umorismo".

RECENSIONE

Rilke ci presenta, in tredici racconti brevi, il Dio delle piccole cose, addirittura in una storia Egli si trova in un ditale. Come ci ripete ad ogni fine racconto egli stesso «Narrate ai grandi perché le ripetano ai bambini».

Il Dio che ci presenta il poeta è un Dio umanissimo, pieno di difetti: si addormenta, si arrabbia, ma anche sorride e scherza.
In conclusione, egli ci fa capire che solo i bambini e gli artisti possono rivelare a Dio com'è fatto l'uomo, e all'uomo com'è fatto Dio.


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