giovedì 31 dicembre 2020

[Recensione] Ho una tresca con la tipa nella vasca - Andrea G. Pinketts

 


HO UNA TRESCA CON LA TIPA NELLA VASCA | Andrea G. Pinketts | Mondadori | 29 aprile 2014 | 192 pagine

Torna il genio irriverente di Andrea G. Pinketts con una collezione di storie che hanno un filo conduttore chiaro: le donne, l'amore, la morte. Ma tra le righe di tutti gli amori più o meno infelici che popolano le pagine del libro, si delinea il ritratto di una storia d'amore che va avanti da anni: la relazione tra Pinketts e le Muse. Anzi, forse relazione è eccessivo. Una tresca. La tresca fra Pinketts e le Muse. Ogni racconto è preceduto da un'invocazione, in rima baciata, come usava una volta. Un'invocazione a cui le Muse hanno evidentemente risposto, perché è impossibile non innamorarsi dei protagonisti del libro di Pinketts, del suo umorismo surreale, delle sue mirabolanti invenzioni linguistiche, battute fulminanti, situazioni paradossali. Per scoprirci, tra una risata e l'altra, improvvisamente commossi. Il lettore troverà molti personaggi indimenticabili. Da Gennaro, camorrista in Scandinavia, che si innamora della Sirenetta di Copenaghen. A Pedro, il comunista che, invece di mangiare i bambini, ballava i balli latini. Agli sfortunati eroi della Caduta di Casa Pusher. E ancora: il povero Pungo De Funghis, affetto dalla sindrome di "Lalalalala". O Giorgia, meravigliosa e infelice hostess del "Salone di Bruttezza". Come un pianista che sa creare melodie usando tutti i tasti a sua disposizione, da quelli più bassi fino alle note più acute, Pinketts si lascia possedere dall'ispirazione e scrive un libro che è una sinfonia capace di spaziare da citazioni elevatissime a riferimenti popolari, generando irresistibili e funamboliche armonie.

RECENSIONE

Prima opera che leggo di Andrea G. Pinketts e credo di non aver scelto la migliore, purtroppo.

Non è un romanzo, ma una raccolta di racconti. La cosa che colpisce dell'autore è il suo stile pieno di humor, giochi di parole, piccole poesie, climax ironici e tanti eventi e situazioni surreali. Tra i protagonisti di questi racconti incontriamo Gennaro, camorrista in Scandinavia, che si innamora della Sirenetta di Copenaghen (forse il racconto che mi è piaciuto di più, anche se piaciuto non è il sostantivo adatto). A Pedro, il comunista che, invece di mangiare i bambini, ballava i balli latini. Gli sfortunati eroi della “Caduta di Casa Pusher”. E ancora: il povero Pungo De Funghis, affetto dalla sindrome di “Lalalalala”. O Giorgia, meravigliosa e infelice hostess del “Salone di Bruttezza”.
A me questa lettura ha annoiato molto, più volte avevo quasi provato ad abbandonare il libro per sempre. Sicuramente leggerò un suo romanzo, forse lì capirò meglio il suo stile particolare.


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