venerdì 31 luglio 2020

[Recensione] L'uroboro di corallo - Rosalba Perrotta

Titolo: L'uroboro di corallo
Autrice: Rosalba Perrotta
Editore: Salani
Pubblicazione: 23 febbraio 2017
Genere: romanzo
Pagine: 324
Prezzo: 15,90 euro

Quarta di copertina
Può un’eredità imprevista cambiarti la vita, anche se non sei più giovanissima e non ti aspetti più nulla dal mondo? Sì, se l’eredità è una spilla di corallo a forma di uroboro. Di un suo supposto potere magico è convinta Anastasia, una donna ‘all’antica’, insicura e piena di remore, che vive l’abbandono del marito come una colpa e ha congelato la propria esistenza nell’attesa di un suo improbabile ritorno. L’eredità dell’amante del nonno, un palazzetto in una zona malfamata di Catania e una scatola piena di cianfrusaglie tra cui l’uroboro, è l’occasione per cambiare tutto.Intorno ad Anastasia un mondo di personaggi vivi e reali: le tre cugine ‘continentali’, la figlia Nuvola con i capelli viola e il suo bizzarro mestiere, l’altra figlia Doriana, che scopre le gioie e i dolori dell’adulterio, e poi ancora il notaio-cuoco Matteo e l’inquietante cavalier Santospirito con le sue rocambolesche manovre per impossessarsi del magico uroboro. Ma specialmente Igor, il primo amore di Anastasia, che potrebbe tornare dalla Guadalupa e rimettere tutto in discussione.

Recensione
Questa è la prima opera che leggo della scrittrice siciliana Rosalba Perrotta, opera completamente ambientata (tranne qualche gita fuori porta) nella mia bella città natale, Catania.
In poche parole la protagonista è una signora lasciata dal marito che eredita, assieme alle sue cugine, una palazzina in un quartiere malfamato della città e anche una misteriosa spilla di corallo a forma di uroboro (il serpente che si morde la coda). Pian piano conosceremo le sue due figlie, Nuvola e Doriana, e tanti altri personaggi che popolano la vita ordinaria di questa signora che ha più di settant'anni e che vuole voltare pagina (e non solo lei) al suo tormentato e triste passato pieno di delusioni e di rimpianti.

Sono partito con delle buone aspettative quando ho iniziato la lettura di questo romanzo, ma dopo pochi capitoli non solo non sono riuscito ad immedesimarmi nelle due protagoniste (ovvero la signora Anastasia e sua figlia Nuvola), ma la storia in sé ha iniziato a diventare troppo confusionaria, visto che sbucavano personaggi a destra e a manca. Personaggi che poi non sono stati approfonditi e sono rimasti delle macchiette. L'unico filo rosso che lega tutta la storia è la spilla di corallo della quale la signora non vuole separarsi e che crede portarle fortuna, come un talismano, e anche questo stratagemma letterario non ha funzionato, visto che le cosiddette minacce (non dico di chi) per possederlo non ha reso per niente la suspense che mi sarei aspettato. Almeno si salvano le ambientazioni della bella Catania? No, perché non ci sono ambientazioni ma l'autrice cita di tanto in tanto nomi di piazze, strade, negozi e tutto finisce lì.
Per correttezza, visto che il libro mi è stato gentilmente inviato dalla casa editrice Salani per essere recensito, l'ho letto dall'inizio alla fine, e sempre per correttezza devo confessarvi che giunto a metà libro non riuscivo più ad andare avanti proprio perché non trovavo alcun motivo nel proseguire la lettura.
Sicuramente le premesse erano ottime e si poteva costruire una trama anche avvincente, ma ahimè l'autrice non è riuscita a rendere appetibile la storia di Anastasia e neanche di sua figlia Nuvola che, alla lunga, mi sono diventate davvero insopportabili.
Peccato davvero.

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