venerdì 19 giugno 2020

[Recensione] Anna Karenina - Lev Tolstoj

Titolo: Anna Karenina
Autore: Lev Nikolàevič Tolstòj
Traduttrice: Claudia Zonghetti
Editore: Einaudi
Collana: ET Classici
Pubblicazione: 24 aprile 2017
Prima pubblicazione: 1877
Genere: romanzo
Pagine: 901
Prezzo: 13 euro

Quarta di copertina
Combattuta tra l’amore per il figlio, il vincolo matrimoniale e la passione per un altro uomo, Anna Karenina sarà travolta da un conflitto tanto drammatico da trascendere i confini del personaggio per divenire emblematico. Una tragedia che la accomunerà ad altre tormentate figure di donne, come Madame Bovary, per citare la più famosa. Ispirandosi con inconfondibile potenza creativa a un fatto di cronaca, Tolstoj trasfuse in Anna Karenina l’ansia e il desiderio di chiarezza etica che dominarono la sua vita. Costruito con un raffinato gioco d’incastri narrativi, e tuttavia con la consueta scorrevolezza stilistica dei capolavori tolstojani, il romanzo presenta una bruciante problematica morale, lasciando al lettore il giudizio definitivo. Una storia travolgente di grande passione e trasgressione, di sguardi incrociati, voti traditi, drammi coniugali, slanci romantici, ideali infranti, verità ultime. 

Recensione
La felicità secondo Tolstoj

Quando ci troviamo davanti a un capolavoro della letteratura mondiale, è davvero arduo provare o almeno tentare di scrivere una recensione che non sarà mai esaustiva. Per questo io non farò una recensione, ma brevemente scriverò alcune riflessioni che mi ha suscitato questa bella lettura del grande autore russo Tolstoj.

Premessa - Innanzitutto non bisogna cadere nell'errore che la protagonista della storia sia soltanto Anna Karenina: secondo me i protagonisti sono due: Anna e Levin. Gli altri numerosi personaggi saranno non meno importanti per quanto riguarda la trama che ci viene pennellata.
Il romanzo si apre con uno degli incipit più celebri della letteratura mondiale, ovvero questo:
Tutte le famiglie felici sono simili, ma ogni famiglia infelice è infelice a modo suo
Secondo me, in questa frase, vi è il riassunto e la sostanza del libro: si parla di famiglie e della loro felicità/infelicità.
- Anna Karenina è sposata con un ricco signore e ha un figlio. Ma non è felice. Si sente trascurata dal marito, il quale sembra freddo nei confronti di sua moglie. Un giorno Anna conosce per caso il bel Vronskij e si accende una insana passione per lui, tanto è vero che deciderà di lasciare suo marito e di andare a vivere con lui, e da questa storia d'amore nascerà pure una bambina. Inizialmente Anna sembrerebbe aver trovato il vero amore, quello che noi tutti desideriamo, ma col passare del tempo, preda della gelosia, inizia a sospettare che lui la trascuri e vada con altre ragazze, e tale gelosia entra così tanto nella sua mente (ma soprattutto nel suo cuore) al punto da dubitare della sincerità del suo amante e di fuggire via, per terminare verso un tragico epilogo.
- Konstantin Levin è uno scapolo impenitente e non riesce a dichiararsi alla sua donna ideale e della quale è perdutamente innamorato da sempre, la bella Kitty, che inizialmente lo rifiuta perché presa da una cotta per Vronskij il quale però preferisce di gran lunga Anna Karenina. In un secondo momento Kitty capirà il suo errore e sposerà Levin il quale finalmente avrà la sua famiglia felice che aveva sempre sognato.
Tolstoj ci presenta un bell'affresco dove si intrecciano le vite di alcuni personaggi dell'aristocrazia russa dell'ottocento. Alla fine della lettura non si può che restarne appagati e ammirati dalla bravura dell'autore russo. Alcuni nei possono essere alcune descrizioni della politica del tempo o delle attività agricole che secondo me appesantiscono molto la trama e allungano inutilmente la storia. Io stesso ho dovuto interrompere la lettura di questo bel tomo per ben tre volte. Ma è anche vero che sono la bellezza quasi di 900 pagine ed è normale ad un certo punto voler leggere altro.
Tolstoj ci racconta non tanto dell'adempimento del bene, quanto della sua continua e affannosa ricerca; ricerca che poi porterà solo il personaggio di Levin ad una parziale scoperta di questa forza benigna, di questa presunta giustizia che sembra trovare riscontro soltanto nella luce di Dio. Anna invece, erroneamente, porrà la sua intera felicità, il senso totale della sua esistenza nell'amore di un uomo che però sempre uomo rimane, e quindi umanamente imperfetto. E sarà proprio questo amore unicamente carnale e privo di una qualsiasi base spirituale a condannarla agli occhi dell'autore, di noi lettori e di lei stessa. Anna, come Levin e lo stesso Tolstoj sono figure che non riescono a vivere in maniera disinteressata e convenzionale all'interno della società in cui si trovano, ma hanno continuamente bisogno di struggersi, di interrogarsi e di trovare non la 'semplice' felicità , ma bensì il pieno significato dell'esistenza. Alla fine Levin riuscirà a trovare quest'ultimo nella fede in Dio e nella ricerca della verità spirituale , accompagnato dall'amore sano, puro e segnato da sacrifici che lo lega a Kitty. Anna invece, come una sorta di vittima sacrificale dell'intero romanzo, deciderà di abbandonarsi al suicidio; dimostrando così che la giustizia, così come la vendetta e il concetto di bene e male siano qualcosa che sta al di sopra della mente umana, che non può permettersi di giudicare, di vendicarsi o di trovare da sola con le proprie forze il senso del mondo in cui viviamo.

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