sabato 23 agosto 2025

[Recensione] Il castello dei Carpazi - Jules Verne

 


IL CASTELLO DEI CARPAZI || Jules Verne || Editori Riuniti || 1996 || 148 pag.

Un oscuro barone melomane vive rinchiuso in un castello avvolto dal mistero di sinistri suoni e urla di provenienza ignota. Un giovane intraprendente decide di investigare i segreti del luogo. Una perfetta macchina narrativa in cui Verne, prima della moda iniziata dal Dracula di Bram Stoker, innesta sul genere gotico la sua caratteristica predilezione per le invenzioni scientifiche: dalle macchine ante litteram per la registrazione di suoni e immagini ai microfoni per lo spionaggio.

RECENSIONE

Sicuramente dal titolo uno potrebbe subito pensare al Dracula di Bram Stoker, e non si sbaglia visto che la storia è proprio ambientata in Transilvania (parte centrale e occidentale della Romania) ma, ahimé, non ci sono vampiri in questa storia, bensì un conte folle d'amore che vive recluso in un castello dei Carpazi. Un giovane tenterà di scoprire i suoi segreti, rischiando la vita.

Purtroppo mi ha abbastanza deluso questa lettura, visto che parte davvero lentamente e per metà libro (se non di più) non succede praticamente quasi nulla. La storia si accenderà quando il nobile tenterà di scoprire chi si nasconde in quel misterioso castello, fino al finale particolare. Però lo stile di Verne mi ha catturato, a parte l'inizio, e le sue invenzioni futuristiche (non posso dire quali per non fare spoiler) sembrano anche abbastanza realistiche e c'è dunque anche un po' di fantascienza, oltre che un'atmosfera gotica.

Sicuramente non passerà alla storia come una delle sue migliori opere, ma vi consiglio di recuperarla.


giovedì 14 agosto 2025

[Recensione] Fantozzi - Paolo Villaggio

 


FANTOZZI || Paolo Villaggio || BUR || 2003 || 185 pag.

"In fondo, a Fantozzi, la signorina Silvani, che lavorava su in contabilità, piaceva abbastanza. Non era certo una bellezza, anzi a voler essere un po' severi era un 'mostrino' di gamba corta all'italiana, denti da coniglietto e capelli tinti, ma certo più viva di sua moglie signora Pina, della quale lui odiava la rassegnazione nel subire il loro tragico ménage matrimoniale senza speranze, ma soprattutto più giovane." Inizia così il racconto crudele delle vicende del ragionier Fantozzi, il personaggio creato da Paolo Villaggio nel 1968 durante la trasmissione televisiva "Quelli della domenica", diventato protagonista di vari libri e, grazie alla trasposizione cinematografica, uno dei personaggi più amati dagli italiani.

RECENSIONE

Finalmente riesco a leggere questa prima raccolta di racconti aventi come protagonista il ragionier Ugo Fantozzi, personaggio iconico della comicità italiana inventato dall'attore Paolo Villaggio. Io praticamente sono cresciuto con la saga di film su Fantozzi, e non potevo esimermi dal leggere questa raccolta.

I racconti presenti sono i seguenti divisi per stagioni:

Fantozzi di primavera
1. Fantozzi va a passeggio con la signorina Silvani;
2. Fantozzi va in palestra;
3. Cura dimagrante per Fantozzi;
4. La volta che Fantozzi andò a cavallo;
5. Il giorno che Fantozzi visitò la fiera di Milano;
6. Fantozzi si occupa di relazioni pubbliche;
7. Fantozzi porta la figlia al concorso;
8. Fantozzi chiede l'indennità di volo;
9. La volta che Fantozzi giocò a bocce;
10. Fantozzi va alla festa della contessa;
11. Fantozzi e Fracchia al ballo mascherato;
12. Fantozzi va dal sarto in Transilvania;

Fantozzi d'estate
13. Fantozzi e il campeggio;
14. Fantozzi e la gita in barca;
15. Fantozzi va ai bagni;
16. Fantozzi va a pescare;
17. Fantozzi in treno;
18. Fantozzi va in ferie;
19. Meravigliosa vacanza a prezzi popolari;
20. Fantozzi va in crociera;

domenica 10 agosto 2025

[Recensione] La pace nell'era postcristiana - Thomas Merton

 


LA PACE NELL'ERA POSTCRISTIANA || Thomas Merton || Edizioni Qiqajon || 2005 || 288 pag.

Scritta tra il 1960 e il 1962, la lucida analisi di Merton su pace, guerra e vangelo esce solo ora, dopo oltre 40 anni di ostracismo, ma rimane di drammatica attualità.
Da allora molte cose sono cambiate, soprattutto nell’identificazione del nemico, ma non è mutata la tentazione di far prevalere logiche di guerra e di morte. E, ancora oggi, la ricerca della “pace sulla terra” passa anche attraverso la testimonianza dei cristiani, perché “una parte essenziale della buona novella è che le misure non-violente sono più forti delle armi: con armi spirituali, la chiesa primitiva ha conquistato l’intero mondo romano”.

RECENSIONE
Questo saggio avrebbe dovuto essere pubblicato nel 1962, quando la guerra fredda stava ancora soffiando i suoi venti gelidi attraverso ogni confine. E in quel periodo Thomas Merton era considerato uno degli scrittori religiosi più letti d'America: era un monaco trappista, e la sua opera più celebre era La montagna dalle sette balze. Egli aveva un vero e proprio talento di scrittore e affrontò diversi temi come la vocazione monastica, la contemplazione, la preghiera, la vita sacramentale, le vite dei santi e la ricerca della santità. Ma i suoi lettori, però, non erano preparati alle sue critiche alla corsa agli armamenti e alla guerra fredda. Quando Merton completò questo saggio, La pace nell'era postcristiana, aveva sperato che venisse pubblicato in autunno dello stesso anno. Invece la sua opera fu bandita da dom Gabriel Sortais, abate generale dell'ordine di Merton, i cistercensi della stretta osservanza, meglio conosciuti come trappisti. Lo stesso abate esortava, in una lettera indirizzata a Merton, di non scrivere più sul tema della guerra e della pace.

sabato 9 agosto 2025

[Recensione] A sud del confine, a ovest del sole - Haruki Murakami

 


A SUD DEL CONFINE, A OVEST DEL SOLE || Haruki Murakami || Einaudi || 2016 || 216 pag.

Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un'abitudine, non un destino: lo capisce quando, a dodici anni, stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui, forse di più: a distinguerla non c'è solo la condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante, come se in quel passo faticoso e incerto ci fosse tutta la sua difficoltà a essere una creatura di questo mondo. Quando capisci che non sei destinato alla solitudine, che il tuo posto nel mondo è solo là dove è lei, capisci anche un'altra cosa: che sei innamorato. Ma Hajime se ne rende conto troppo tardi - è uno di quegli insegnamenti che si imparano solo con l'esperienza - quando ormai la vita l'ha separato da lei. Come il dolore di un arto fantasma, come una leggera zoppia esistenziale, Hajime diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre con la consapevolezza che la vita, la vita vera, non è quella che sta dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare dal nulla, diventerà realtà.

RECENSIONE

In questo romanzo Haruki Murakami affronta un tema davvero delicato e pieno di nostalgia, ovvero quello di un amore che non si è vissuto, di sapere che eri destinato a quella persona e che invece, per una serie di motivi, non sei riuscito a portare a compimento, vivendo tutta la vita come se stessi recitando, sempre con una parte di te che ti manca.

Murakami ci parla della storia tra Hajme e Shimamoto, due anime simili che si attraggono fin da piccoli, forse nati l'uno per l'altra, forse destinati a completarsi, ma che ad un certo punto si separano (la sua famiglia si trasferisce e quindi cambia scuola), fino a quando si rivedranno ormai adulti.

Una storia d'amore interrotta ma mai dimenticata, come ce ne sono tante sparse nel mondo e che ti resta dentro, come un pugno nello stomaco.


domenica 3 agosto 2025

[Recensione] Un regno di matite - Elias Canetti

 


UN REGNO DI MATITE || Elias Canetti || Adelphi || 2003 || 119 pag.

Canetti appartiene a quegli scrittori che nella vecchiaia hanno raggiunto un grado altissimo di libertà e sovranità dello spirito – qui applicata a ritessere ancora una volta il suo pensiero su temi che lo hanno da sempre accompagnato: la massa, la morte, il mito. Ma la forma degli «appunti», mirabilmente agile, consente a Canetti anche di puntare in tutt’altre direzioni: ammirazioni relativamente recenti e intensissime, come quella per Robert Walser; avversioni antiche che di continuo si riaccendono, come quella per Nietzsche; ricordi acuminati di persone che nella vita di Canetti molto hanno contato, come l’antropologo Franz Steiner o il viennese Abraham Sonne; reazioni a onnivore letture, sempre in corso; infine riferimenti agli orrori del momento, in questo caso Sarajevo e i suoi massacri. E sempre usciamo da queste densissime stenografie corroborati e rinnovati.Avviati nel 1942, gli appunti di Canetti giungono a compimento con questa sezione, apparsa per la prima volta in Germania nel 1996; di prossima pubblicazione presso Adelphi è il volume relativo agli anni 1973-1984.

RECENSIONE

Una raccolta di appunti, pensieri, riflessioni, ricordi, reazioni a letture degli anni 1992 e 1993 dello scrittore Elias Canetti, vincitore del Nobel per la letteratura nel 1981.

Di seguito ne riporto alcuni che ho sottolineato:

Che tempi quelli in cui tutto il sapere - miti, riti, usi, costumi - era nella testa di alcuni vecchi! E l'hanno conservato attraverso i millenni, e di questi miti, conservati nelle loro teste, noi oggi viviamo.

sabato 2 agosto 2025

[Recensione] Prima persona singolare - Haruki Murakami

 


PRIMA PERSONA SINGOLARE || Haruki Murakami || Einaudi || 2021 || 143 pag.

Murakami Haruki è da solo in viaggio nel nord del Giappone quando decide di fermarsi per la notte in un ryōkan, le tipiche locande di montagna giapponesi. Ad accoglierlo un locandiere vecchissimo e di poche parole e un gatto che appare altrettanto decrepito. Ma che importa, il posto è accogliente e poi non c’è altro disponibile nei dintorni: anzi, Murakami decide di approfittare del bagno termale per rilassarsi. Ed è lì, tra i vapori dell’acqua calda, che entra una scimmia: «Buonasera », dice la scimmia, «vuole che le lavi la schiena?» La scimmia ha imparato a parlare dal suo antico padrone, un professore di Shinagawa, un quartiere di Tōkyō, ama ascoltare Bruckner (apprezza in particolare il terzo movimento della Settima sinfonia) e ha una vita molto interessante alle spalle. La racconterà al nostro narratore poco dopo, in camera, mentre si bevono una Sapporo come due vecchi amici che, complice la notte, aprono il loro cuore intorno al tema dei temi: l’amore, l’amore romantico e quello erotico, la solitudine e il suo opposto, il desiderio e ciò che significa nella vita degli esseri viventi.
Pare proprio che, con la raggiunta maturità anagrafica e artistica, Murakami Haruki abbia deciso di puntare il telescopio della sua arte verso l’interno, verso quella «prima persona singolare» che nelle opere precedenti restava nell’ombra. E per farlo ci regala otto racconti in cui dice «io», otto gemme che anche quando sconfinano nei mari del fantastico non rinunciano alla sincerità, al calore della confessione, all’emozione di un cuore per la prima volta messo a nudo.

RECENSIONE

Ho detto nelle altre recensioni che non amo le raccolte di racconti, ma per Murakami faccio volentieri un'eccezione, visto che per me è sempre un piacere leggerlo.

Questo volume contiene i seguenti racconti:
Su un cuscino di pietra;
La crema della vita;
Charlie Parker Plays Bossa Nova;
With the Beatles;
Antologia poetica per gli Yakult Swallows;
Carnaval;
Confessione di una scimmia di Shinagawa;
Prima persona singolare.

Ogni volta che devo o provo a recensire un'opera di Haruki provo molta difficoltà, perché mi viene molto difficile e infatti non ci riesco, perché quando lo leggo preferisco non prendere appunti e lasciarmi travolgere dalle sensazioni, descrizioni, eventi che egli tratteggia. In questa raccolta ci sono molti suoi ricordi di vita vissuta, come la sua passione per le partite di baseball o l'ascolto di musica jazz. In questi racconti c'è molta nostalgia, molti ricordi che riguardano la nostra giovinezza ed eventi che non si realizzeranno più.


venerdì 1 agosto 2025

[Recensione] Il detective selvaggio - Jonathan Lethem

 


IL DETECTIVE SELVAGGIO || Jonathan Lethem || La nave di Teseo || 2019 || 405 pag.

Lethem torna al noir per la prima volta dopo il bestseller Brooklyn senza madre, vincitore del National Book Critics Circle Award.
Phoebe Siegler incontra il Detective Selvaggio, ovvero Charles Heist, per la prima volta in una roulotte trasandata all’estrema periferia est di Los Angeles. Lei sta cercando Arabella, la figlia di una sua amica, che e? scomparsa e ingaggia Heist per aiutarla. Heist, un solitario di poche parole che tiene il suo animale da compagnia – un opossum – nel cassetto della scrivania, conquista subito la esuberante, sarcastica e logorroica Phoebe. Controvoglia, Heist decide di aiutarla. Questa strana coppia inizia cosi? un viaggio tra i vagabondi che abitano nel deserto per scoprire che Arabella si trova in guai seri intrappolata in una situazione di stallo e potenzialmente violenta cui solo Heist, incredibilmente, puo? mettere fine. Il viaggio di Phoebe nel deserto si prospettava bizzarro sin dall’inizio, ma nessuno poteva immaginare che fosse anche pericoloso...
“Il Detective Selvaggio indaga la nostra America infestata in tutte le sue forme contemporanee – al confine della citta?, nelle profondita? del deserto, quella della porta accanto. E? una esibizione agile e incredibile questa, che trabocca di verve e acume, marchio di fabbrica di Lethem.” – Colson Whitehead, Premio Pulitzer 2017.

RECENSIONE

Phoebe Siegler sta cercando Arabella, la figlia di una sua amica (scomparsa da tre mesi), e chiede aiuto al detective Charles Heist, a Los Angeles. Lui un tipo solitario, rozzo e di poche parole, lei logorroica e sarcastica, insieme cercheranno questa ragazzina tra dei vagabondi che vivono nel deserto.

Sinceramente, a lettura ultimata, devo ancora capire cosa mi ha dato questa storia. Non è stato facile portarla a termine per prima cosa, spesso avevo pensato di abbandonare la lettura e leggere altro. Sarà per il tono o per lo stile trasandato che utilizza l'autore, sarà che la storia di questa coppia strampalata non mi ha convinto fin dall'inizio, sarà che la storia della ricerca di questa ragazzina è stata davvero faticosa, saranno queste e altre sensazioni ma, ripeto, non è stato facile terminare la lettura. Nello stesso tempo, però, questo scrittore mi ha affascinato, non saprei come spiegarlo, è diverso, particolare, ti colpisce quando meno te lo aspetti. Forse ho scelto la sua opera sbagliata, può capitare, sicuramente gli darò un'altra chance.


[Recensione] Dalla Russia con amore - Ian Fleming

  DALLA RUSSIA CON AMORE || Ian Fleming || Adelphi || 2015 || 289 pag. La meticolosa preparazione di una trappola diabolica ai danni di Bond...