venerdì 18 aprile 2025

[Recensione] L'anello di Clarisse - Claudio Magris

 


L'ANELLO DI CLARISSE || Claudio Magris || Einaudi || 1984 || 396 pag.

Il centro del libro è il motivo nietzscheano della vita che non dimora più nella totalità, la crisi del pensiero e dell'arte che non possono o non vogliono offrire un'immagine unitaria del mondo. Di qui il titolo: "L'anello di Clarisse", ispirato da "L'uomo senza qualità", "Il grande romanzo musiliano che si propone di rappresentare l'intera realtà nel suo mutevole divenire ed è perciò destinato a rimanere un frammento perennemente incompiuto, non ha un centro né una fine, così come non ha un centro l'anello che Clarisse, il personaggio femminile ricalcato sul modello di Nietzsche, si sfila dal dito". Il saggio percorre i grandi capitoli della storia letteraria europea, da Goethe a Rilke, da Jacobsen a Svevo, sino alla letteratura contemporanea.

RECENSIONE

Questo saggio di letteratura e raccoglie degli articoli di critica letteraria scritti dal professore Claudio Magris, docente di Letteratura Tedesca presso l’Università di Trieste, nei quali si svolge una ricerca attenta ma a volte eccessivamente puntuta dei motivi della disgregazione dell'io, della fine della dialettica hegelian-marxista, della mancanza di senso nella storia e dell'impossibilità delle 'storie', dell'impossibilità di una Odissea e di una Itaca ma piuttosto di una narrazione che tende all'infinito ma, come ad esempio in Musil, senza inizio, svolgimento, conclusione. Quello che risulta dalla lettura (non semplice) dei suoi saggi è la sua sterminata cultura storica, mitologica, filosofica, letteraria, artistica.

In questo lavoro Magris percorre, tramite una vasta operazione critica e due saggi che servono da introduzione e conclusione, la storia della cultura, letteratura ed arte europee dei due ultimi secoli soffermandosi sugli autori, filosofi o scrittori o poeti o drammaturghi, di maggior rilievo (Hegel, Nietzesche, Goethe, Rilke, Hofmannsthal, Ibsen, Walser, Svevo, Musil, Canetti, Singer) e giungendo ai giorni nostri. Obiettivo centrale dell’opera è quello di illustrare il passaggio che, tra fine ‘800 e primo ‘900, avviene dall’unicità ed inalterabilità dei principi, valori e fini sempre riflessi dal pensiero e dall’arte europei alla loro molteplicità e relatività perché si scopre allora di dover riconoscere come proprie dell’uomo e, quindi, della sua cultura anche azioni e ragioni diverse e contrarie a quelle ritenute degne di essa e dell’espressione artistica. È Nietzsche, tra i primi pensatori, a rivelare quanto c’è "oltre l’uomo" e come esso abbia diritto ad esistere, a valere, ad essere riconosciuto ed incluso tra i motivi di un’opera letteraria. Robert Musil codifica, infatti, tale avvento ne "L’uomo senza qualità". Qui, tra l’altro, succede che la protagonista femminile, Clarisse, sfili dal dito un anello privo di centro e il gesto e l’oggetto vengono assunti da Magris a titolo del suo libro ed a simbolo della fine del soggetto unico, del personaggio ed idea centrali sia nella poesia che nella prosa e nel teatro, e dello stile alto, "grande stile", che erano stati fino ad allora gli elementi costitutivi dell’opera e della storia letteraria. Altra immagine suggestiva usata dal Magris per indicare tale crisi è lo sgretolamento dell’Impero asburgico in una miriade di stati avvenuto negli stessi tempi e luoghi da lui esaminati.

"Anarchia degli atomi" chiamerà Nietzesche l’insorgere di tale pluralità di aspetti e momenti umani e la varietà delle forme espressive richieste per rappresentarla. Sarà come una Babele di contenuti e linguaggi poiché tutto e tutti varranno e vorranno avere una voce propria. Cadranno le antiche barriere, non si distinguerà tra vero e falso, giusto e ingiusto, bene e male. Ogni situazione o condizione umana sarà ritenuta possibile e accettabile e, come per i beni di consumo, varrà quanto qualunque altra e con essa potrà essere scambiata: si giungerà ad un pluralismo da intendere come nichilismo poiché annullerà l’uomo illudendolo di arricchirlo, lo disperderà tra infiniti richiami, influenzerà la letteratura, l’arte, modificherà i loro temi e modi, altererà i loro significati. Questo, tuttavia, non impedirà che continuino ad esserci autori, artisti tanto convinti dell’identità propria e dell’arte da rinunciare per esse ad ogni pensiero diverso, ad ogni aspetto di così caotico e irrefrenabile movimento. Non scompariranno, quindi, i testimoni del passato pur se risulteranno sempre più sommersi dalla dilagante marea di voci cui il presente con i suoi potenti mezzi, stampa, televisione, Internet, ci farà assistere. Tra tanto rumore e tanti personaggi ci sarà chi sceglierà di stare solo con la sua arte, con l’arte, chi preferirà il silenzio dell’anima al frastuono del mondo pur sapendo di destinarsi, in tal modo a rimanere per sempre escluso dal contesto.

Un saggio così ricco di citazioni e documenti da farne un testo fondamentale per la storia della letteratura.




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