SINGLE CON CRICETO || Milena Michiko Flašar || Feltrinelli || 2025 || 254 pag.
Suzu sta bene da sola. Single venticinquenne, non teme di ammettere una scomoda ma semplice verità: l’intimità non fa per lei. Abita in un minuscolo appartamento in un quartiere anonimo di una metropoli giapponese e fa l’aiuto cameriera in un famiresu. “Vivi e lascia vivere” è la sua poche domande e confortevoli silenzi. La frequentazione più assidua è quella con il suo criceto, che ha adottato più per paura di diventare un’eremita che per autentico bisogno di condivisione.
Quando viene licenziata – non è ritenuta abbastanza socievole per lavorare in un ristorante –, l’unica alternativa che le si prospetta è l’impresa di pulizie del signor Sakai. Che, scopre con sgomento, è specializzata in casi di kodokusha, persone che muoiono sole nelle loro case, la cui morte passa a lungo inosservata. Ce ne sono sempre di più, le città crescono, ci si allontana gli uni dagli altri e il confine tra discrezione e disinteresse si fa sempre più sfumato. Così, ci pensa il signor Sakai a svuotare e pulire quegli appartamenti.
All’inizio per Suzu non è facile; è un lavoro triste, dal forte impatto emotivo. Ma, quasi suo malgrado, proprio grazie a questo nuovo impiego comincia a guardare con occhi diversi il mondo che la vede sgretolarsi le facciate degli altri, mentre quella che lei stessa si è costruita diventa porosa. Fino a scoprire di avere tantissima vita intorno.
Con pennellate lievi e poetiche come la calligrafia giapponese, ravvivate da un sottile dark humour, Milena Michiko Flašar ha trovato una voce fresca e allegra per affrontare un tema difficile come la solitudine. E ha scritto un romanzo indimenticabile, pieno di speranza.
RECENSIONE
La protagonista di questa storia è una ragazza giapponese, Suzu, venticinque anni, lavora come cameriera in un ristorante per famiglie, è single e ha un criceto. Ben presto, però, verrà licenziata dal suo lavoro e ne trova un altro: fa un colloquio di lavoro col signor Sakai e viene presa in prova. Quale lavoro? Ripulire le case di persone decedute da sole, in giapponese "kodokusha". Inizialmente non sarà facile per Suzu fare questo lavoro, ma pian piano si adatterà.
"La vita non si prova. Si vive e basta. Non ci sono prove generali. Non ci sono repliche".
Suzu ha difficoltà ad instaurare relazioni sociali, tanto è vero che non solo vive da sola, ma viene pure licenziata dal suo precedente lavoro proprio perché troppo fredda verso i clienti. Non ha amiche o amici, solo un criceto (che ugualmente ignora la sua padrona), e l'unico modo che ha per provare a trovare un compagno è passare ore nelle app di incontri (ma anche lì non andrà tanto bene). Insomma Suzu vive in continua solitudine, come un'eremita, pur abitando a Tokyo, una delle metropoli più grandi e popolose del mondo. Ma quando inizia a lavorare per la macabra impresa di pulizie del signor Sakai pian piano si aprirà ai rapporti umani, imparando quanto sia preziosa la vita vedendo come tante persone muoiono nella completa solitudine.
Il tema della solitudine urbana è molto presente nelle opere degli autori giapponesi, non a caso in Giappone il numero di suicidi continua ad essere molto alto. Una storia che porta a riflettere sull'importanza della vita, e che le relazioni umane rimangono la cosa più importante in una società che sta diventando sempre più chiusa e solitaria.
Ecco la mia video recensione:

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