giovedì 25 settembre 2025

[Recensione] Dalla Russia con amore - Ian Fleming

 


DALLA RUSSIA CON AMORE || Ian Fleming || Adelphi || 2015 || 289 pag.

La meticolosa preparazione di una trappola diabolica ai danni di Bond, nelle stanze più segrete e più cupe di una Mosca ancora staliniana; un lungo e molto fascinoso intermezzo nella città di tutte le trame e di tutti gli intrighi, Istanbul; un fuori programma assai movimentato in un campo di zingari (e soprattutto zingare); un viaggio attraverso l’Europa sul treno dove molte passioni e altrettanti crimini finivano un tempo per consumarsi: l’Orient-Express. Sì, Dalla Russia con amore è la SMERSH, e Tat'jana, e Rosa Klebb, e la lama avvelenata nascosta nella scarpa: nella grande storia da cui è nato 007 come oggi lo conosciamo, e che è anche stata il primo successo popolare di Fleming.

RECENSIONE

In questa nuova avventura con protagonista il nostro agente segreto 007 James Bond verremo portati in diversi luoghi: intanto in Russia, dove si costruisce, come una partita a scacchi (gioco molto popolare in Russia), una vera e propria trappola per poterlo eliminare definitamente tramite il suo punto debole: le donne. Poi andremo ad Istanbul dove inizia l'azione e infine viaggeremo sull'Orient-Express (forse la parte più claustrofobica) per giungere al killer finale.

James Bond appare stavolta meglio descritto a livello di emozioni, e anche questa volta rischia diverse volte di essere eliminato (come nei film, d'altronde, storia vecchia, no?). La storia per metà romanzo parla di Bond ma senza che lui appaia, quindi vi è una lunga preparazione, una vera e propria trappola per incastrarlo (discussioni, riunioni, confronti, etc.). E poi quando appare sembra annoiato, va nel suo ufficio e in un certo senso non vede l'ora che accada qualcosa che lo smuova dalla solita e noiosa routine. Sarà l'arrivo della misteriosa e bellissima Tat'jana a smuovere le acque (e il suo cuore).

Non vedo l'ora di leggere il prossimo episodio, ovvero Il Dottor No.


martedì 9 settembre 2025

[Recensione] Notizie da un grande paese - Bill Bryson

 


NOTIZIE DA UN GRANDE PAESE || Bill Bryson || TEA || 2022 || 368 pag.

Dopo aver vissuto in Inghilterra per quasi vent’anni, Bill Bryson decide di tornare con la famiglia negli Stati Uniti, dove è nato e cresciuto. Ma lo scarto tra l’America che aveva lasciato da ragazzo, quella che lo accoglie e le abitudini acquisite in un altro paese lo colpisce con la forza di un terremoto. Ogni giorno, suo malgrado, affronta piccole e grandi sfide, dovute alle differenze culturali e linguistiche fra i paesi, che lo lasciano sconcertato e allo stesso tempo divertito: tutte le cose che ha dovuto fare da adulto infatti – dalle più banali, come i piccoli lavori di manutenzione in casa, a quelle più importanti, come mettere al mondo dei figli o sottoscrivere un fondo pensione… – hanno avuto come sfondo la Gran Bretagna e in America tutto è simile ma anche profondamente diverso, oppure è cambiato nel corso degli anni. Ecco allora le incomprensioni dal ferramenta su come sia più corretto chiamare i tasselli per le mensole, l’incredulità davanti all’ossessione tutta americana per l’aria condizionata o il profondo rispetto per le regole (per cui si può essere redarguiti in un diner vuoto se ci si siede senza aver aspettato le indicazioni della cameriera, come intimato dal cartello all’entrata).

RECENSIONE

Conosco Bill Bryson perché ho letto di lui America perduta: In viaggio attraverso gli Usa e Una passeggiata nei boschi. In questo libro prova a parlare dell'America, paese suo natio (lui è nato a Des Moines, nello Iowa) dove ritorna a vivere dopo venti anni (si era trasferito in Gran Bretagna) e dove ci descrive tutti i cambiamenti che ha notato, ma non solo quello ci parla soprattutto, con la sua inseparabile verve ironica, di quello che vive quotidianamente, da cosa guarda in tv a quando va a fare spese al centro commerciale.

Lo consiglio a chi amava gli anni 90, a chi ama leggere storielle ironiche ma vere (anche se lui spesso esagera), a chi ama lo stile di vita americano con uno sguardo molto tagliente.


mercoledì 3 settembre 2025

[Recensione] Single con criceto - Milena Michiko Flašar

 


SINGLE CON CRICETO || Milena Michiko Flašar || Feltrinelli || 2025 || 254 pag.

Suzu sta bene da sola. Single venticinquenne, non teme di ammettere una scomoda ma semplice verità: l’intimità non fa per lei. Abita in un minuscolo appartamento in un quartiere anonimo di una metropoli giapponese e fa l’aiuto cameriera in un famiresu. “Vivi e lascia vivere” è la sua poche domande e confortevoli silenzi. La frequentazione più assidua è quella con il suo criceto, che ha adottato più per paura di diventare un’eremita che per autentico bisogno di condivisione.

Quando viene licenziata – non è ritenuta abbastanza socievole per lavorare in un ristorante –, l’unica alternativa che le si prospetta è l’impresa di pulizie del signor Sakai. Che, scopre con sgomento, è specializzata in casi di kodokusha, persone che muoiono sole nelle loro case, la cui morte passa a lungo inosservata. Ce ne sono sempre di più, le città crescono, ci si allontana gli uni dagli altri e il confine tra discrezione e disinteresse si fa sempre più sfumato. Così, ci pensa il signor Sakai a svuotare e pulire quegli appartamenti.

All’inizio per Suzu non è facile; è un lavoro triste, dal forte impatto emotivo. Ma, quasi suo malgrado, proprio grazie a questo nuovo impiego comincia a guardare con occhi diversi il mondo che la vede sgretolarsi le facciate degli altri, mentre quella che lei stessa si è costruita diventa porosa. Fino a scoprire di avere tantissima vita intorno.

Con pennellate lievi e poetiche come la calligrafia giapponese, ravvivate da un sottile dark humour, Milena Michiko Flašar ha trovato una voce fresca e allegra per affrontare un tema difficile come la solitudine. E ha scritto un romanzo indimenticabile, pieno di speranza.

RECENSIONE

La protagonista di questa storia è una ragazza giapponese, Suzu, venticinque anni, lavora come cameriera in un ristorante per famiglie, è single e ha un criceto. Ben presto, però, verrà licenziata dal suo lavoro e ne trova un altro: fa un colloquio di lavoro col signor Sakai e viene presa in prova. Quale lavoro? Ripulire le case di persone decedute da sole, in giapponese "kodokusha". Inizialmente non sarà facile per Suzu fare questo lavoro, ma pian piano si adatterà.

"La vita non si prova. Si vive e basta. Non ci sono prove generali. Non ci sono repliche".

Suzu ha difficoltà ad instaurare relazioni sociali, tanto è vero che non solo vive da sola, ma viene pure licenziata dal suo precedente lavoro proprio perché troppo fredda verso i clienti. Non ha amiche o amici, solo un criceto (che ugualmente ignora la sua padrona), e l'unico modo che ha per provare a trovare un compagno è passare ore nelle app di incontri (ma anche lì non andrà tanto bene). Insomma Suzu vive in continua solitudine, come un'eremita, pur abitando a Tokyo, una delle metropoli più grandi e popolose del mondo. Ma quando inizia a lavorare per la macabra impresa di pulizie del signor Sakai pian piano si aprirà ai rapporti umani, imparando quanto sia preziosa la vita vedendo come tante persone muoiono nella completa solitudine.

Il tema della solitudine urbana è molto presente nelle opere degli autori giapponesi, non a caso in Giappone il numero di suicidi continua ad essere molto alto. Una storia che porta a riflettere sull'importanza della vita, e che le relazioni umane rimangono la cosa più importante in una società che sta diventando sempre più chiusa e solitaria.

Ecco la mia video recensione:




sabato 23 agosto 2025

[Recensione] Il castello dei Carpazi - Jules Verne

 


IL CASTELLO DEI CARPAZI || Jules Verne || Editori Riuniti || 1996 || 148 pag.

Un oscuro barone melomane vive rinchiuso in un castello avvolto dal mistero di sinistri suoni e urla di provenienza ignota. Un giovane intraprendente decide di investigare i segreti del luogo. Una perfetta macchina narrativa in cui Verne, prima della moda iniziata dal Dracula di Bram Stoker, innesta sul genere gotico la sua caratteristica predilezione per le invenzioni scientifiche: dalle macchine ante litteram per la registrazione di suoni e immagini ai microfoni per lo spionaggio.

RECENSIONE

Sicuramente dal titolo uno potrebbe subito pensare al Dracula di Bram Stoker, e non si sbaglia visto che la storia è proprio ambientata in Transilvania (parte centrale e occidentale della Romania) ma, ahimé, non ci sono vampiri in questa storia, bensì un conte folle d'amore che vive recluso in un castello dei Carpazi. Un giovane tenterà di scoprire i suoi segreti, rischiando la vita.

Purtroppo mi ha abbastanza deluso questa lettura, visto che parte davvero lentamente e per metà libro (se non di più) non succede praticamente quasi nulla. La storia si accenderà quando il nobile tenterà di scoprire chi si nasconde in quel misterioso castello, fino al finale particolare. Però lo stile di Verne mi ha catturato, a parte l'inizio, e le sue invenzioni futuristiche (non posso dire quali per non fare spoiler) sembrano anche abbastanza realistiche e c'è dunque anche un po' di fantascienza, oltre che un'atmosfera gotica.

Sicuramente non passerà alla storia come una delle sue migliori opere, ma vi consiglio di recuperarla.


giovedì 14 agosto 2025

[Recensione] Fantozzi - Paolo Villaggio

 


FANTOZZI || Paolo Villaggio || BUR || 2003 || 185 pag.

"In fondo, a Fantozzi, la signorina Silvani, che lavorava su in contabilità, piaceva abbastanza. Non era certo una bellezza, anzi a voler essere un po' severi era un 'mostrino' di gamba corta all'italiana, denti da coniglietto e capelli tinti, ma certo più viva di sua moglie signora Pina, della quale lui odiava la rassegnazione nel subire il loro tragico ménage matrimoniale senza speranze, ma soprattutto più giovane." Inizia così il racconto crudele delle vicende del ragionier Fantozzi, il personaggio creato da Paolo Villaggio nel 1968 durante la trasmissione televisiva "Quelli della domenica", diventato protagonista di vari libri e, grazie alla trasposizione cinematografica, uno dei personaggi più amati dagli italiani.

RECENSIONE

Finalmente riesco a leggere questa prima raccolta di racconti aventi come protagonista il ragionier Ugo Fantozzi, personaggio iconico della comicità italiana inventato dall'attore Paolo Villaggio. Io praticamente sono cresciuto con la saga di film su Fantozzi, e non potevo esimermi dal leggere questa raccolta.

I racconti presenti sono i seguenti divisi per stagioni:

Fantozzi di primavera
1. Fantozzi va a passeggio con la signorina Silvani;
2. Fantozzi va in palestra;
3. Cura dimagrante per Fantozzi;
4. La volta che Fantozzi andò a cavallo;
5. Il giorno che Fantozzi visitò la fiera di Milano;
6. Fantozzi si occupa di relazioni pubbliche;
7. Fantozzi porta la figlia al concorso;
8. Fantozzi chiede l'indennità di volo;
9. La volta che Fantozzi giocò a bocce;
10. Fantozzi va alla festa della contessa;
11. Fantozzi e Fracchia al ballo mascherato;
12. Fantozzi va dal sarto in Transilvania;

Fantozzi d'estate
13. Fantozzi e il campeggio;
14. Fantozzi e la gita in barca;
15. Fantozzi va ai bagni;
16. Fantozzi va a pescare;
17. Fantozzi in treno;
18. Fantozzi va in ferie;
19. Meravigliosa vacanza a prezzi popolari;
20. Fantozzi va in crociera;

domenica 10 agosto 2025

[Recensione] La pace nell'era postcristiana - Thomas Merton

 


LA PACE NELL'ERA POSTCRISTIANA || Thomas Merton || Edizioni Qiqajon || 2005 || 288 pag.

Scritta tra il 1960 e il 1962, la lucida analisi di Merton su pace, guerra e vangelo esce solo ora, dopo oltre 40 anni di ostracismo, ma rimane di drammatica attualità.
Da allora molte cose sono cambiate, soprattutto nell’identificazione del nemico, ma non è mutata la tentazione di far prevalere logiche di guerra e di morte. E, ancora oggi, la ricerca della “pace sulla terra” passa anche attraverso la testimonianza dei cristiani, perché “una parte essenziale della buona novella è che le misure non-violente sono più forti delle armi: con armi spirituali, la chiesa primitiva ha conquistato l’intero mondo romano”.

RECENSIONE
Questo saggio avrebbe dovuto essere pubblicato nel 1962, quando la guerra fredda stava ancora soffiando i suoi venti gelidi attraverso ogni confine. E in quel periodo Thomas Merton era considerato uno degli scrittori religiosi più letti d'America: era un monaco trappista, e la sua opera più celebre era La montagna dalle sette balze. Egli aveva un vero e proprio talento di scrittore e affrontò diversi temi come la vocazione monastica, la contemplazione, la preghiera, la vita sacramentale, le vite dei santi e la ricerca della santità. Ma i suoi lettori, però, non erano preparati alle sue critiche alla corsa agli armamenti e alla guerra fredda. Quando Merton completò questo saggio, La pace nell'era postcristiana, aveva sperato che venisse pubblicato in autunno dello stesso anno. Invece la sua opera fu bandita da dom Gabriel Sortais, abate generale dell'ordine di Merton, i cistercensi della stretta osservanza, meglio conosciuti come trappisti. Lo stesso abate esortava, in una lettera indirizzata a Merton, di non scrivere più sul tema della guerra e della pace.

sabato 9 agosto 2025

[Recensione] A sud del confine, a ovest del sole - Haruki Murakami

 


A SUD DEL CONFINE, A OVEST DEL SOLE || Haruki Murakami || Einaudi || 2016 || 216 pag.

Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un'abitudine, non un destino: lo capisce quando, a dodici anni, stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui, forse di più: a distinguerla non c'è solo la condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante, come se in quel passo faticoso e incerto ci fosse tutta la sua difficoltà a essere una creatura di questo mondo. Quando capisci che non sei destinato alla solitudine, che il tuo posto nel mondo è solo là dove è lei, capisci anche un'altra cosa: che sei innamorato. Ma Hajime se ne rende conto troppo tardi - è uno di quegli insegnamenti che si imparano solo con l'esperienza - quando ormai la vita l'ha separato da lei. Come il dolore di un arto fantasma, come una leggera zoppia esistenziale, Hajime diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre con la consapevolezza che la vita, la vita vera, non è quella che sta dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare dal nulla, diventerà realtà.

RECENSIONE

In questo romanzo Haruki Murakami affronta un tema davvero delicato e pieno di nostalgia, ovvero quello di un amore che non si è vissuto, di sapere che eri destinato a quella persona e che invece, per una serie di motivi, non sei riuscito a portare a compimento, vivendo tutta la vita come se stessi recitando, sempre con una parte di te che ti manca.

Murakami ci parla della storia tra Hajme e Shimamoto, due anime simili che si attraggono fin da piccoli, forse nati l'uno per l'altra, forse destinati a completarsi, ma che ad un certo punto si separano (la sua famiglia si trasferisce e quindi cambia scuola), fino a quando si rivedranno ormai adulti.

Una storia d'amore interrotta ma mai dimenticata, come ce ne sono tante sparse nel mondo e che ti resta dentro, come un pugno nello stomaco.


domenica 3 agosto 2025

[Recensione] Un regno di matite - Elias Canetti

 


UN REGNO DI MATITE || Elias Canetti || Adelphi || 2003 || 119 pag.

Canetti appartiene a quegli scrittori che nella vecchiaia hanno raggiunto un grado altissimo di libertà e sovranità dello spirito – qui applicata a ritessere ancora una volta il suo pensiero su temi che lo hanno da sempre accompagnato: la massa, la morte, il mito. Ma la forma degli «appunti», mirabilmente agile, consente a Canetti anche di puntare in tutt’altre direzioni: ammirazioni relativamente recenti e intensissime, come quella per Robert Walser; avversioni antiche che di continuo si riaccendono, come quella per Nietzsche; ricordi acuminati di persone che nella vita di Canetti molto hanno contato, come l’antropologo Franz Steiner o il viennese Abraham Sonne; reazioni a onnivore letture, sempre in corso; infine riferimenti agli orrori del momento, in questo caso Sarajevo e i suoi massacri. E sempre usciamo da queste densissime stenografie corroborati e rinnovati.Avviati nel 1942, gli appunti di Canetti giungono a compimento con questa sezione, apparsa per la prima volta in Germania nel 1996; di prossima pubblicazione presso Adelphi è il volume relativo agli anni 1973-1984.

RECENSIONE

Una raccolta di appunti, pensieri, riflessioni, ricordi, reazioni a letture degli anni 1992 e 1993 dello scrittore Elias Canetti, vincitore del Nobel per la letteratura nel 1981.

Di seguito ne riporto alcuni che ho sottolineato:

Che tempi quelli in cui tutto il sapere - miti, riti, usi, costumi - era nella testa di alcuni vecchi! E l'hanno conservato attraverso i millenni, e di questi miti, conservati nelle loro teste, noi oggi viviamo.

sabato 2 agosto 2025

[Recensione] Prima persona singolare - Haruki Murakami

 


PRIMA PERSONA SINGOLARE || Haruki Murakami || Einaudi || 2021 || 143 pag.

Murakami Haruki è da solo in viaggio nel nord del Giappone quando decide di fermarsi per la notte in un ryōkan, le tipiche locande di montagna giapponesi. Ad accoglierlo un locandiere vecchissimo e di poche parole e un gatto che appare altrettanto decrepito. Ma che importa, il posto è accogliente e poi non c’è altro disponibile nei dintorni: anzi, Murakami decide di approfittare del bagno termale per rilassarsi. Ed è lì, tra i vapori dell’acqua calda, che entra una scimmia: «Buonasera », dice la scimmia, «vuole che le lavi la schiena?» La scimmia ha imparato a parlare dal suo antico padrone, un professore di Shinagawa, un quartiere di Tōkyō, ama ascoltare Bruckner (apprezza in particolare il terzo movimento della Settima sinfonia) e ha una vita molto interessante alle spalle. La racconterà al nostro narratore poco dopo, in camera, mentre si bevono una Sapporo come due vecchi amici che, complice la notte, aprono il loro cuore intorno al tema dei temi: l’amore, l’amore romantico e quello erotico, la solitudine e il suo opposto, il desiderio e ciò che significa nella vita degli esseri viventi.
Pare proprio che, con la raggiunta maturità anagrafica e artistica, Murakami Haruki abbia deciso di puntare il telescopio della sua arte verso l’interno, verso quella «prima persona singolare» che nelle opere precedenti restava nell’ombra. E per farlo ci regala otto racconti in cui dice «io», otto gemme che anche quando sconfinano nei mari del fantastico non rinunciano alla sincerità, al calore della confessione, all’emozione di un cuore per la prima volta messo a nudo.

RECENSIONE

Ho detto nelle altre recensioni che non amo le raccolte di racconti, ma per Murakami faccio volentieri un'eccezione, visto che per me è sempre un piacere leggerlo.

Questo volume contiene i seguenti racconti:
Su un cuscino di pietra;
La crema della vita;
Charlie Parker Plays Bossa Nova;
With the Beatles;
Antologia poetica per gli Yakult Swallows;
Carnaval;
Confessione di una scimmia di Shinagawa;
Prima persona singolare.

Ogni volta che devo o provo a recensire un'opera di Haruki provo molta difficoltà, perché mi viene molto difficile e infatti non ci riesco, perché quando lo leggo preferisco non prendere appunti e lasciarmi travolgere dalle sensazioni, descrizioni, eventi che egli tratteggia. In questa raccolta ci sono molti suoi ricordi di vita vissuta, come la sua passione per le partite di baseball o l'ascolto di musica jazz. In questi racconti c'è molta nostalgia, molti ricordi che riguardano la nostra giovinezza ed eventi che non si realizzeranno più.


venerdì 1 agosto 2025

[Recensione] Il detective selvaggio - Jonathan Lethem

 


IL DETECTIVE SELVAGGIO || Jonathan Lethem || La nave di Teseo || 2019 || 405 pag.

Lethem torna al noir per la prima volta dopo il bestseller Brooklyn senza madre, vincitore del National Book Critics Circle Award.
Phoebe Siegler incontra il Detective Selvaggio, ovvero Charles Heist, per la prima volta in una roulotte trasandata all’estrema periferia est di Los Angeles. Lei sta cercando Arabella, la figlia di una sua amica, che e? scomparsa e ingaggia Heist per aiutarla. Heist, un solitario di poche parole che tiene il suo animale da compagnia – un opossum – nel cassetto della scrivania, conquista subito la esuberante, sarcastica e logorroica Phoebe. Controvoglia, Heist decide di aiutarla. Questa strana coppia inizia cosi? un viaggio tra i vagabondi che abitano nel deserto per scoprire che Arabella si trova in guai seri intrappolata in una situazione di stallo e potenzialmente violenta cui solo Heist, incredibilmente, puo? mettere fine. Il viaggio di Phoebe nel deserto si prospettava bizzarro sin dall’inizio, ma nessuno poteva immaginare che fosse anche pericoloso...
“Il Detective Selvaggio indaga la nostra America infestata in tutte le sue forme contemporanee – al confine della citta?, nelle profondita? del deserto, quella della porta accanto. E? una esibizione agile e incredibile questa, che trabocca di verve e acume, marchio di fabbrica di Lethem.” – Colson Whitehead, Premio Pulitzer 2017.

RECENSIONE

Phoebe Siegler sta cercando Arabella, la figlia di una sua amica (scomparsa da tre mesi), e chiede aiuto al detective Charles Heist, a Los Angeles. Lui un tipo solitario, rozzo e di poche parole, lei logorroica e sarcastica, insieme cercheranno questa ragazzina tra dei vagabondi che vivono nel deserto.

Sinceramente, a lettura ultimata, devo ancora capire cosa mi ha dato questa storia. Non è stato facile portarla a termine per prima cosa, spesso avevo pensato di abbandonare la lettura e leggere altro. Sarà per il tono o per lo stile trasandato che utilizza l'autore, sarà che la storia di questa coppia strampalata non mi ha convinto fin dall'inizio, sarà che la storia della ricerca di questa ragazzina è stata davvero faticosa, saranno queste e altre sensazioni ma, ripeto, non è stato facile terminare la lettura. Nello stesso tempo, però, questo scrittore mi ha affascinato, non saprei come spiegarlo, è diverso, particolare, ti colpisce quando meno te lo aspetti. Forse ho scelto la sua opera sbagliata, può capitare, sicuramente gli darò un'altra chance.


martedì 22 luglio 2025

[Recensione] Diario di un camminante - Giovanni Tesio

 


DIARIO DI UN CAMMINANTE || Giovanni Tesio || Lindau || 2024 || 100 pag.

A inaugurare la tradizione del «Camino de Santiago» fu il re Alfonso il Casto, attorno all’anno 825, quando partì da Oviedo con la sua corte per visitare la tomba di san Giacomo Maggiore. Oggi, a distanza di molti secoli, questo pellegrinaggio continua a esercitare il suo richiamo e ad attirare milioni di caminantes da tutto il mondo. Ma se a mettersi in marcia e a rimanere conquistati dal Cammino non sono solo persone animate da fede religiosa, quale può essere il senso di questo viaggio? Di cosa si va in cerca? E soprattutto cosa vi si trova?
È quello che si è chiesto anche Giovanni Tesio il quale, non senza incertezze e qualche timore, ha deciso di seguire la sua compagna decisa a vivere quest’esperienza. Dopo una preparazione accurata, è partito con molta curiosità, una certa diffidenza e qualche resistenza intellettuale, e comunque senza nessun afflato mistico. Ma i chilometri, la fatica, l’immersione quotidiana nella natura, i lunghi silenzi durante la marcia e un caleidoscopio di incontri hanno scavato piano piano dentro di lui fino a riportare in luce una «vena» sommersa della sua sensibilità e della sua storia personale. Il Cammino si è rivelato così «una sorpresa che non si spegnerà se non con lo spegnimento della vita. Ancora ora mi affiorano momenti in cui – anche a distanza, e forse direi addirittura, proprio perché a distanza – ritrovo una felicità che nemmeno so se ci sia stata davvero, ma che ora mi appare prepotente».

RECENSIONE

Qualcuno di voi si chiederà: ma dopo aver già letto quattro libri di viaggio sul Cammino di Santiago ne leggi ancora un altro? La mia risposta è: perché non dovrei?
Quelli che ho già letto sono:
- Il cammino immortale: La strada per Santiago di Jean-Christophe Rufin;
- Il sogno del drago. Dodici settimane sul Cammino di Santiago da Torino a Finisterre di Enrico Brizzi;
- Il cammino di Santiago di Paulo Coelho
- Il Cammino di Santiago di Fabrizio Ardito.

E così ho divorato anche questo libro sul Camino scritto sotto forma di diario dal celebre critico letterario Giovanni Tesio, un viaggio che ha deciso di compiere quasi alle soglie degli 80 anni, davvero un bel record, e ne ha macinati di km, addirittura arrivando a percorrerne anche oltre 40 al giorno! Lo stesso Giovanni ha scritto nel libro che "se non fossi stato sospinto dall'amore - non avrei mai fatto il Camino perché ci vedevo una sorta di moda, un fare il Camino, insomma, per conformismo e imitazione". E invece si dovrà ricredere, perché il Camino trasforma, il Camino rende migliori, il Camino ci cambia: "il Camino mi svuota la mente; mi immergo nei passi, guardo il variare del paesaggio, e non pretendo altro. Non mi nutro di pensieri spirituali, ma sento il valore dei gesti che non sono soltanto la meccanica del vivere, ma ne interpretano i sottofondi".

lunedì 21 luglio 2025

[Recensione] Il metodo di Maigret - Leonardo Sciascia

 


IL METODO DI MAIGRET || Leonardo Sciascia || Adelphi || 2018 || 191 pag.

Nel 1961, quando ancora Simenon era confinato fra gli scrittori di serie B, Sciascia, dopo aver dichiarato che i suoi romanzi valevano ben più di quelli dell'école du regard, aggiungeva: «... e forse anche qualcuna delle avventure del commissario Maigret ha più diritto di sopravvivenza di quanto ne abbiano certi romanzi che, a non averli letti, si rischia di sfigurare in un caffè o in un salotto letterario». Questione di chiaroveggenza, certo. E di perspicacia, come quando, sempre nel 1961, scriveva: «Maigret è l'elemento cui la realtà reagisce: una specie di elemento chimico che rivela una città, un mondo, una poetica». Ma anche di passione per un genere – la letteratura poliziesca – da sempre frequentato: con una spiccata simpatia per il «modulo», scaturito da Poe, che del giallo fa un rigoroso cruciverba narrativo, un gioco ingegnoso.
Quel che in questo libro scopriamo è che sin dai primi anni Cinquanta Sciascia ha anche costantemente indagato la letteratura gialla, quasi volesse chiarire a se stesso le ragioni della sua passione e costruire una sorta di mappa, una genealogia degli autori più amati – Chesterton, Agatha Christie, Erle Stanley Gardner, Rex Stout, Simenon, Geoffrey Holiday Hall e altri ancora. Offrendoci così trascinanti riflessioni e insieme gli indizi indispensabili per individuare le ascendenze dei protagonisti dei suoi gialli: dal capitano Bellodi del Giorno della civetta all'ispettore Rogas del Contesto, al brigadiere Lagandara di Una storia semplice.

RECENSIONE

Leonardo Sciascia ha sempre amato ed è sempre stato affascinato dal genere letterario denominato "giallo" e tra gli autori che prediligeva un primo posto aveva certamente Georges Simenon, celebre per averci regalato le indagini del commissario Maigret. In questo saggio vengono raccolti diversi articoli di Sciascia non sono su Simenon e su quello che lui pensava del genere poliziesco, ma anche di altri autori come Chesterton, Agatha Christie, Erle Stanley Gardner, Rex Stout e Geoffrey Holiday Hall.

Non solo tutti articoli ma un mix di prefazioni, brevi recensioni, o riflessioni su opere di determinati giallisti che ci fanno capire meglio il pensiero che Sciascia nutriva per il genere.

Interessante la sottolineatura che fa Sciascia sul fatto che il giallo letterario nasce addirittura nella Bibbia, vedi il caso di Caino e Abele o vedi il libro di Daniele.


sabato 19 luglio 2025

[Recensione] Mondo via terra - Eddy Cattaneo

 


MONDO VIA TERRA || Eddy Cattaneo || Feltrinelli || 2011 || 450 pag.

Lui è grande e grosso, una matassa di riccioli ingovernabili, e proprio non riesce a stare fermo. Non sopporta i tour operator ma non ama neanche chi si improvvisa avventuriero perché stufo della grande città. Per lui la porta di casa è solo il confine facilmente valicabile tra sé e il mondo. Basta un passo e il viaggio comincia. "Mondoviaterra", dice Eddy Cattaneo, "parla di un fare il giro del mondo via terra, senza prendere aerei. In solitaria. A contatto con la Natura, senza bucarla dall'alto. Pulito, lento e circolare. Un'avventura d'altri tempi per sentire la terra cambiare sotto i piedi giorno dopo giorno, per attraversare gli oceani a bordo di cargo mercantili, come fantasticavo da piccolo, con acqua e solo acqua ovunque intorno. Uscire, chiudere la porta e unire il vialetto di casa mia con la via della seta, Karakorum e Himalaya, India, Cina, le risaie del Mekong, i templi buddhisti con le rovine Maya, Macchu Picchu e la Tierra del Fuego, la Panamericana...". Eddy Cattaneo racconta il suo giro del mondo via terra con orecchie e occhi sempre ben aperti, pronti a cogliere sguardi, suoni, sapori, musiche. Vite. Tutte diverse. Tutte simili.

RECENSIONE

Eddy un giorno non ce la fa più della sua solita vita. Si licenzia dal suo lavoro, si crea un itinerario e decide di fare una follia: fare un giro del mondo percorrendolo senza mai usare gli aerei ma solo via terra, quindi utilizzando: i suoi piedi, autostop, treni, bus, automobili, bici, taxi, camion, furgoncini, camper, scooter, tuk tuk, ciclorisciò, cargo transoceanici, cargo fluviali, navi, barche, canoe, calessi, elefanti, cavalli, cammelli, eccetera. E ci riesce. E ci impiega ben 467 giorni e percorrerà la bellezza di 108.000 km. E tornerà a casa sua cambiato, perché chi viaggia cambia, è inevitabile. Conoscerà diverse culture e farà tanti belli incontri, si innamorerà, si rattristerà, esplorerà, si perderà ma si ritroverà.

giovedì 17 luglio 2025

[Recensione] Livello 7 - Mordecai Roshwald

 


LIVELLO 7 || Mordecai Roshwald || Mondadori || 1968 || 160 pag.

Nessuna denuncia della guerra-H è mai stata più cruda, più spietata, più sconvolgente di questa. Nel capolavoro di Roshwald, come nella "Tana" di Franz Kafka, è inutile cercare scampo "più in fondo". Livello dopo livello, una mano mostruosa e invisibile scende a cercarti fin dentro le viscere della Terra. Livello dopo livello fino al: "Livello 7".

RECENSIONE

Facente parte del genere post-atomico, ci troviamo in una storia abbastanza claustrofobica (il protagonista si ritrova a vivere in un bunker antiatomico sotterraneo dal quale non potrà mai più uscire) e dove, in prima persona, il protagonista stesso ci narra la sua vita da recluso e la sua decadenza psicologica, fino al finale catastrofico.

Mi è piaciuto anche per il messaggio che vuole lanciare l'autore, ovvero che ogni tipo di guerra, naturalmente inclusa quella atomica, non fanno per nulla bene a noi abitanti della Terra, peggio ancora se dovesse scatenarsi quella atomica distruggeremmo, oltre a noi, la stessa Terra. Mordecai chiaramente ci dimostra che l'essere umano, o chi ci comanda, spesso è cieco e che farci la guerra a vicenda non è mai una buona idea.


venerdì 11 luglio 2025

[Recensione] Luce della notte - Ilaria Tuti

 


LUCE DELLA NOTTE || Ilaria Tuti || Longanesi || 2021 || 256 pag.

Chiara ha fatto un sogno. E ha avuto tantissima paura. Canta e conta, si diceva nel sogno, ma il buio non voleva andarsene. Così, Chiara si è affidata alla luce invisibile della notte per muovere i propri passi nel bosco. Ma quello che ha trovato scavando alle radici dell’albero l’ha sconvolta. Perché forse non era davvero un sogno. Forse era una spaventosa realtà. Manca poco a Natale, il giorno in cui Chiara compirà nove anni. Anzi, la notte: perché la bambina non vede la luce del sole da non sa più quanto tempo. Ci vuole un cuore grande per aiutare il suo piccolo cuore a smettere di tremare. È per questo che, a pochi giorni dalla chiusura di un faticosissimo e pericoloso caso e dalla scoperta di qualcosa che dovrà tenere per sé, Teresa Battaglia non esita a mettersi in gioco. Forse perché, no­nostante tutto, in lei batte ancora un cuore bambino.
Lo stesso che palpita, suo malgrado, nel giovane ispettore Marini, dato che pur tra mille dubbi e perplessità decide di unirsi al commissario Battaglia in quella che sembra un’indagine folle e insensata.
Già, perché come si può anche solo pensare di indagare su un sogno? Però Teresa sa, anzi, sente dentro di sé che quella fragile, spaurita e coraggiosissima bambina ha affondato le mani in qualcosa di vero, di autentico… E di terribile.

RECENSIONE

Dopo aver letto Fiori sopra l'inferno e Ninfa dormiente eccomi giunto alla terza indagine del commissario di polizia Teresa Battaglia, esperta in profiling che si occupa di "cold case".

Il commissario Battaglia stavolta si troverà ad indagare su un sogno fatto da una bambina, sogno che potrebbe portare a un passato tragico e alla scomparsa di un bambino.

Rispetto ai primi due, questo terzo libro su Teresa Battaglia l'ho trovato molto più leggero, e poi ho notato la fluidità dei capitoli che rendono la lettura più scorrevole. Esce fuori la dolcezza e la maternità del commissario come non mai, e il rapporto con Marini sembra sempre più complice come tra madre e figlio.

La Tuti non sbaglia un colpo.


mercoledì 9 luglio 2025

[Recensione] Rhapsody in black - Giorgio Bettinelli

 


RHAPSODY IN BLACK || Giorgio Bettinelli || Feltrinelli || 2005 || 331 pag.

20.000 chilometri in Vespa, sei mesi e mezzo all’interno di un viaggio di 144.000 chilometri e tre anni e otto mesi dal Cile alla Tasmania: un viaggio attraverso Angola, Namibia, Botswana, Sudafrica, Lesotho, Swaziland, Mozambico, Zimbabwe, Malawi, Tanzania, Kenya, Etiopia e Gibuti, per completare il periplo, iniziato in Marocco, di un continente dove l’ingiustizia, la vulnerabilità e la tragedia sono elevate all’ennesima potenza, una Babele dove ragazzini dodicenni addestrati dai guerriglieri hanno già ucciso e bevuto il sangue dei nemici; dove la corruzione e la disonestà sono virtù per sopravvivere. I diamanti strappati agli angolani, la fragile onnipotenza di un Mugabe o un Hastings Banda; i genocidi, le carestie, le ragazzine febbricitanti in vendita nei bar, il traffico d’armi, la colla sniffata dagli street-kids di Nairobi... Ma basta spostare di poco lo sguardo, e l’Africa diventa allegria sfrenata, musica, colori, spazi aperti, natura, commozione; diventa la dignità con cui molta della sua gente sopporta il dolore e la morte, l’entusiasmo di molti dei suoi bambini che imparano a leggere seduti in circolo sotto un baobab o un albero di mango, o scalmanati si divertono con nulla; l’Africa è unica, difficile da definire, difficilissima da dimenticare e altrettanto difficile da sopportare.

RECENSIONE

Ed eccomi a leggere il terzo libro scritto dall'instancabile vespista che è stato Giorgio Bettinelli, dopo aver apprezzato il suo La Cina in Vespa e Brum Brum: 254.000 chilometri in Vespa.

In questo diario di viaggio Giorgio ci narra le sue avventure attraverso Angola, Namibia, Botswana, Sudafrica, Lesotho, Swaziland, Mozambico, Zimbabwe, Malawi, Tanzania, Kenya, Etiopia e Gibuti, naturalmente sempre in Vespa.

"C'è troppa miseria, troppa ingiustizia e troppo dolore per potersene andare via con un bel ricordo; e c'è troppa bellezza per potersi ricordare solo del dolore e della miseria".


domenica 6 luglio 2025

[Recensione] Tagli - Karin Slaughter

 


TAGLI || Karin Slaughter || HarperCollins || 2018 || 464 pag.

A Heartsdale, trovarsi con gli amici al campo di pattinaggio il sabato sera è una tradizione di vecchia data e anche Sara Linton, che in quella piccola cittadina del Sud è cresciuta e in cui svolge la doppia funzione di pediatra e medico legale, è lì per trascorrere qualche piacevole ora di svago insieme a Jeffrey Tolliver, suo ex marito e capo della polizia locale. Ma quando, nel parcheggio, quella che sembra una lite tra coetanei sfocia in una sparatoria in cui una ragazzina perde la vita, Sara si ritrova coinvolta suo malgrado in una terribile tragedia. Perché l'autopsia porta alla luce una lunga storia di abusi e di automutilazioni rituali e quello che in un primo momento sembrava il gesto disperato di una sola persona svela in realtà implicazioni ben più vaste e orribili. Eppure quando Sara e Jeffrey iniziano a indagare trovano solo porte chiuse: gli amici della vittima fanno quadrato tra loro, le famiglie si rifiutano di parlare... Finché non viene rapita un'altra ragazzina e dalle indagini emerge con chiarezza che la morte di Jenny è legata a un crimine ancor più brutale e scioccante di quanto chiunque potesse immaginare. E Sara si rende conto che l'unico modo per impedire che accada di nuovo è rompere il muro di silenzio dietro cui i ragazzini si nascondono.

RECENSIONE

Ho comprato questo libro per caso nella bancarella dei libri che viene ogni estate nel paese vicino al mio. Non conoscevo l'autrice ed è infatti la prima opera che leggo di lei. Ho scelto questo libro non tanto per la copertina ma perché mi andava di leggere, in estate, un thriller.

Ci troviamo davanti una storia abbastanza cruda e ancor più pesante da digerire perché riguarda dei bambini e ragazzi. Sara Linton è una pediatra ma fa anche il medico legale, e indagherà assieme al suo ex marito Jeffrey Tolliver, capo della polizia locale. Sarà proprio il marito a dover uccidere una ragazza che stava per sparare a un ragazzo, e oltre a ciò verrà ritrovato nei bagni della pista di pattinaggio il cadavere di una neonata. Mano a mano che si andrà a scavare nelle storie dei vari indiziati si scopriranno delle esistenze piene di violenze e soprusi. E la verità spesso non è mai quel che sembra.

La scrittura della Slaughter riesce a tenerti incollato alle pagine, e sicuramente leggerò, se mi capiterà, altre sue opere.

Consiglio questa lettura solo a chi ha stomaci forti.


domenica 29 giugno 2025

[Recensione] Scacco al re per Nero Wolfe - Rex Stout

 


SCACCO AL RE PER NERO WOLFE || Rex Stout || Mondadori || 1980 || 175 pag.

Una partita a scacchi sfocia in un omicidio. E fin qui tutto bene. L'indiziato numero uno è dietro le sbarre. E fin qui, ancora tutto bene. I probabili colpevoli sono quattro. E qui le cose si complicano. Nero Wolfe si è messo in testa che l'indiziato numero uno, essendo suo cliente, "deve" essere innocente. Ma non è tanto semplice dimostrarlo, così come non è semplice trovare una soluzione logica e inconfutabile a quello che sembra un enigma irrisolvibile. Tra le migliaia di compiti che mi tocca' di assolvere, come braccio destro del genio delle investigazioni, c'è anche quello di spronare W01fe quando viene preso da una delle sue crisi di pigrizia acuta. E tutti i metodi sono buoni. Non voglio rivelarvi troppo: vi dico solo che Nero Wolfe risolve il caso e, tanto per non porre termine alla serie di sorprese che mi ha riservato lungo tutta la vicenda, arriva ad ammettere che una donna è piena di fascino! Vostro Archie Goodwin.

RECENSIONE

In una partita a scacchi viene avvelenato il giocatore Paul Jerin e viene arrestato un uomo che gli ha portato la cioccolata come sospetto omicida. Ma è davvero lui il colpevole? O è stato un altro a volerlo morto? La figlia dell'indiziato va allora dal detective Wolfe per scagionare suo padre. Wolfe sa già che è difficile, se non quasi impossibile, riuscire a discolpare il padre della ragazza, ma ci proverà e naturalmente ci riuscirà.

Che dire, quando ci troviamo al cospetto di Wolfe non c'è molto da aggiungere: alla fine riesce sempre a spuntarla, anche nei casi più contorti o che sembrano senza una soluzione o senza una scappatoia. Con Wolfe difficilmente il vero colpevole riesce a farla franca. E poi l'ironia e la simpatia di Archie sono insuperabili.


lunedì 23 giugno 2025

[Recensione] Stazione Undici - Emily St. John Mandel

 


STAZIONE UNDICI || Emily St. John Mandel || Bompiani || 2015 || 412 pag.

Kirsten Raymonde non ha mai dimenticato la sera in cui Arthur Leander, famoso attore di Hollywood, ebbe un attacco di cuore sul palco durante una rappresentazione di Re Lear. Fu la sera in cui una devastante epidemia di influenza colpì la città, e nel giro di poche settimane la società, così com'era, non esisteva più. Vent'anni più tardi Kirsten si sposta tra gli accampamenti sparsi in questo nuovo mondo con un piccolo gruppo di attori e musicisti. Tra loro si chiamano Orchestra Sinfonica Itinerante e si dedicano a mantenere vivo ciò che resta dell'arte e dell'umanità. Ma quando arrivano a St. Deborah by the Water si trovano di fronte un profeta violento che minaccia l'esistenza stessa di questo piccolo gruppo. E man mano che gli eventi precipitano, in un continuo viaggiare avanti e indietro nel tempo, mostrando com'era la vita e com'è dopo la grande epidemia, ecco che l'imprevedibile evento che unisce tutti i personaggi viene rivelato. Riuscirà a quel punto l'umanità a sconfiggere i suoi fantasmi e conquistare un nuovo futuro?

RECENSIONE

Ho scoperto che questo romanzo è stato pubblicato nel 2014 dunque sei anni prima che ci fosse la pandemia mondiale del Covid. E, vi giuro, fa impressione questa cosa perché questa opera immagina come potrebbe diventare il nostro mondo se la pandemia si fosse diffusa in modo capillare e strategico. Per fortuna siamo nel 2025 e ne siamo tutti usciti da qualche anno, ma i traumi, ve lo garantisco, sono rimasti a tutti noi che l'abbiamo vissuto come se fossimo stati in clausura forzata.

Per quanto riguarda la storia voi sapete che quando ci sono troppi personaggi a me la cosa non garba molto, se poi invece di focalizzarsi sul presente (un futuro distopico post pandemico) si sofferma sul passato dei vari coprotagonisti la cosa ancora di più mi fa storcere il naso, che poi hanno delle vite insulse e noiose. Si rimane delusi anche del finale, ti lascia un vuoto di trama.

In definitiva, la scrittrice sicuramente è talentuosa, ma dovrebbe migliorare molto ancora.


venerdì 20 giugno 2025

[Recensione] Il silenzio - Don DeLillo

 


IL SILENZIO || DON DELILLO || Einaudi || 2022 || 104 pag.

Manhattan, 2022. Una coppia è in volo verso New York, di ritorno dalla loro prima vacanza dopo la pandemia. In città, in un appartamento nell’East Side, li aspettano tre loro amici per guardare tutti insieme il Super Bowl: una professoressa di fisica in pensione, suo marito e un suo ex studente geniale e visionario. Una scena come tante, un quadro di ritrovata normalità. Poi, all’improvviso, tutta la tecnologia digitale ammutolisce. I tweet, i post, i bot spariscono. Tutti gli schermi, che come fantasmi ci circondano ogni momento della nostra esistenza, diventano neri. Le luci si spengono, un black-out avvolge nelle tenebre la città (o il mondo intero? Del resto come fare a saperlo?). L’aereo è costretto a un atterraggio di fortuna. E addio Super Bowl. È l’inizio di una guerra, o la prima ondata di un attacco terroristico?

RECENSIONE

Immagina un mondo che, improvvisamente, va in black out e tutti gli apparati digitali coi quali siamo abituati a vivere, in primis gli smartphone, non funzionano più. Non c'è più luce elettrica, non c'è più la tv, non puoi più prenotare un volo online né prelevare soldi. Qual è stata la causa di tale black out?

Prima opera che leggo di Don DeLillo. L'idea della storia era buona, anche se oggi abbastanza inflazionata e ripetuta, quella appunto che una crisi porta il mondo e i suoi abitanti umani ad arrangiarsi senza fare uso delle moderne tecnologie, peccato che la storia duri davvero poco e più che un romanzo sembra una piece teatrale senza senso. Diciamo che forse ho sbagliato ad iniziare a conoscere DeLillo con questa opera, forse dovrei recuperare Underworld o Cosmopolis. Gli darò una seconda possibilità, nella speranza che non mi deluda.


giovedì 19 giugno 2025

[Recensione] La luce dell'impero - Marco Buticchi

 


LA LUCE DELL'IMPERO || Marco Buticchi || Longanesi || 2017 || 448 pag.

"XIX secolo". Austria e Francia sono acerrime nemiche sui campi di battaglia. Perché allora Massimiliano d'Asburgo, per volere dell'avversario di sempre Napoleone III, viene nominato imperatore del Messico, un paese oggetto da tempo di violentissime rivolte? Massimiliano è un sovrano illuminato, amante delle meraviglie della natura e desideroso d'apprendere. Perché, nei suoi diari di viaggio, non parla dell'acquisto di due diamanti considerati ancor oggi i più grandi e preziosi mai estratti nel nostro emisfero? "Ai giorni nostri". Una banale avaria costringe Oswald Breil e Sara Terracini, in crociera a bordo del loro yacht "Williamsburg", a riparare in un porto appena a sud di Tijuana, Messico. A pochi metri di distanza dall'approdo, viene ucciso un giudice che aveva fatto parte del pool antinarcos messicano. Il giudice, scopriranno Oswald e Sara, stava cercando di comunicare proprio con loro prima di cadere vittima della criminalità organizzata. Ma i cartelli della droga, si sa, non perdonano e Oswald Breil è una pedina scomoda. L'inestricabile matassa della storia spesso gioca incomprensibili scherzi, collegando fatti lontani nel tempo e nello spazio con un impercettibile filo. I diamanti di Massimiliano sono stati, secoli prima, le basi sulle quali costruire un impero all'apparenza legittimo, ma grondante di sangue innocente. L'unica luce che brilla sull'oscurità di uomini senza scrupoli è quella che un enorme diamante giallo di 33 carati - il Maximilian II - è capace di riflettere. Una pietra sulla quale grava un'antica maledizione e che emana bagliori sinistri, capaci di offuscare persino "La luce dell'impero".

RECENSIONE

Della serie di Sara Terracini & Oswald Breil avevo letto il primo romanzo, ovvero Le pietre della luna, mi era piaciuto, in questo caso ci troviamo di fronte alla loro undicesima avventura.

La storia inizia con un bel colpo di scena: la morte di Oswald Breil (non è uno spoiler, avviene tutto nelle prime tre pagine!) e Sara piangente che va a riconoscere il cadavere. Ma sarà davvero morto? I nostri protagonisti si trovavano a bordo del loro yacht Williamsburg in un porto a sud di Tijuana, in Messico, perché l'imbarcazione aveva subito un'avaria ed era in corso di riparazione. Coincidenza vuole che a pochi passi da loro viene assassinato un giudice che faceva parte di un pool antinarcos messicano. Da quel momento i nostri iniziano ad indagare sui cartelli della droga, rischiando più volte la vita. E scopriremo un legame con i diamanti di Massimiliano d'Amburgo che nel XIX secolo venne nominato imperatore del Messico.

Buticchi si riconferma un bravo scrittore di avventura e ricorda un po' lo stile di Clive Cussler, ovvero ci presenta una storia del passato e contemporaneamente ci fa vivere un'avventura al presente.


domenica 15 giugno 2025

[Recensione] Maigret e l'uomo della panchina - Georges Simenon

 


MAIGRET E L'UOMO DELLA PANCHINA || Georges Simenon || Adelphi || 2012 || 171 pag.

Ma c'era anche la questione delle scarpe gialle. Quelle scarpe c'entravano forse qualcosa con l'interesse che Maigret provava nei confronti del signor Louis? Il commissario non osava confessarlo a se stesso. Anche lui, per anni, aveva sognato di indossare delle scarpe color becco d'oca. All'epoca erano di moda, insieme a quei cappotti color beigiolino talmente corti da sembrare giacche da camera. Una volta, appena sposato, aveva deciso di comprarsi delle scarpe gialle, ma già solo a entrare nel negozio si era quasi sentito arrossire. Guarda caso, era proprio il negozio in boulevard Saint Martin, di fronte al Théâtre de l'Ambigu. Non aveva osato metterle subito, e quando a casa aveva scartato il pacchetto davanti alla moglie, la signora Maigret l'aveva guardato lasciandosi scappare una risatina. «Non avrai per caso intenzione di metterle?». Non se le mise mai. Sua moglie andò a restituirle al negozio, con la scusa che gli facevano male.

RECENSIONE

Ci sono Maigret che mi piacciono e altri che dimentico subito dopo averli letti. Ecco, questo secondo caso è successo con questo.

Il guaio di questa indagine è proprio il finale: sembra proprio che l'autore doveva concludere la storia nel più breve tempo possibile e via!

Commissario, non si arrabbi, venga che le offro un bicchierino di Calvados!


venerdì 13 giugno 2025

[Recensione] Anna dai capelli rossi - L.M. Montgomery

 


ANNA DAI CAPELLI ROSSI || L. M. Montgomery || Gallucci || 2018 || 372 pag.

Matthew e Marilla conducono una vita abitudinaria nel pacifico paesino di Avonlea. Ormai anziani, decidono di adottare un orfano che li aiuti a mandare avanti la fattoria. Ma invece del ragazzo promesso dall'orfanotrofio, a casa Cuthbert arriva Anna, una bambina dotata di una inesauribile immaginazione che finirà per conquistare tutti. "Dentro di me devono esserci tante Anna diverse, a volte penso che sia per questo penso che sono una persona così difficile. Se fossi un Anna sola sarebbe tutto molto più facile, ma anche molto meno interessante."

RECENSIONE

Nel paesino rurale di Avonlea, che si trova nell'isola del Principe Edoardo in Canada, c'è la fattoria Green Gables dove vivono due anziani fratelli, Matthew e Marilla Cuthbert. Entrambi single, prendono la decisione di adottare un orfano che possa aiutarli nei lavori della fattoria. Ma per un disguido o un fraintendimento ad arrivare sarà un'orfana undicenne, Anna, una bambina dai capelli rossi che scombussolerà le vite dei pacifici e abitudinari Cuthbert e dell'intero villaggio. Anna ha una grande immaginazione e non fa che parlare in continuazione, cosa che piace molto a Matthew e che invece irrita Marilla. Ma col tempo i due fratelli si innamoreranno della dolce bambina e la vedremo crescere fino a diplomarsi e a diventare maestra di scuola.

Che dire, questo libro era da tempo che volevo leggerlo, visto che da bambino, come molti di noi over 40, conoscevo già Anna per la serie animata omonima. e devo ammettere che è stata molto fedele al libro originale, molte scene infatti le ho immaginate così come le avevo viste nel cartone animato. Anna la si ama subito, colpisce per la sua disarmante schiettezza e spontaneità, testarda e passionale, pasticciona, a volte forse un po' troppo esagerata tanto è vero che la povera Marilla dovrà lottare per farsi obbedire ma anche lei si affezionerà sempre più a lei, fino a considerarla come una figlia vera e propria. Devo ammettere che in alcuni capitoli mi sono commosso, per la dolcezza degli eventi e per l'affetto che si prova nel seguire le vicende di questa famiglia canadese di un secolo fa.

Lo stile di scrittura della Montgomery è piacevole e scorrevole, tanto è vero che l'ho divorato questo romanzo (sono quasi 400 pagine!).

P.S.: Questo è il primo di una serie di romanzi su Anna, chissà che non decida un giorno di leggerne qualcuno.


domenica 8 giugno 2025

[Recensione] La pista di sabbia - Andrea Camilleri

 


LA PISTA DI SABBIA || Andrea Camilleri || Sellerio || 2007 || 263 pag.

"Raprì l'occhi, si susì, annò alla finestra, spalancò le persiane. E la prima cosa che vitti fu un cavaddro, stinnicchiato di fianco supra la rina, immobile. La vestia era tutta 'nsanguliata, gli avivano spaccato la testa con qualichi spranga di ferro, ma tutto il corpo portava i segni di una vastoniatura longa e feroci..." Il commissario ha appena il tempo di convocare i suoi uomini, che il cavallo sparisce, rimane solo il segno del corpo sulla sabbia. Quello stesso giorno una donna "forestiera", Rachele Estermann, denunzia al commissariato di Vigata il furto del suo cavallo, mentre nelle scuderie di Saverio Lo Duca, uno degli uomini più ricchi della Sicilia, un altro purosangue è svanito nel nulla. Lo scenario della vicenda è il mondo delle corse clandestine, passatempo preferito di una certa aristocrazia terriera che scommette forte. È in quest'ambiente dorato che Montalbano deve indagare, perché, dopo il cavallo, viene trovato cadavere anche un custode delle scuderie. Fra maggiordomi in livrea, baroni e contesse Montalbano sta un po' a disagio, mentre "ignoti" entrano una, due, tre volte nella casa di Marinella: non rubano niente ma mettono tutto sottosopra, sembrano cercare qualcosa; ma cosa?

RECENSIONE

Stavolta il nostro commissario siciliano si ritrova davanti casa un cavallo defunto: il tempo di andare a chiamare i suoi stretti collaboratori e il cavallo sparisce nel nulla! Per quale motivo è stato ucciso? E perché qualcuno non vuole che vengano fatte ulteriori indagini su di esso? Il nostro Montalbano se la dovrà vedere col fenomeno (ancora oggi presente) delle corse clandestine e con problemi alla vista che lo faranno innervosire perché ripensa al fatto che anche lui, pian piano, sta invecchiando. Ma per fortuna c'è Adelina che cucina piatti straordinari e l'appetito a Salvo non manca mai.

Ritroviamo un Montalbano più riflessivo e sempre più lontano dalla sua Livia, la quale non scende nemmeno a trovarlo e che a lui, forse, piace questo distacco che si sta creando sempre di più. Un Montalbano che vuole dimostrare di essere ancora vigoroso, piacente, tanto è vero che non si lascia scappare la piccola storia d'amore con l'amica di Ingrid, proprietaria del cavallo. E, in questa vicenda, sarà determinante l'aiuto della sua governante e cuoca Adelina.


venerdì 16 maggio 2025

[Recensione] Il ragazzo che leggeva Maigret - Francesco Recami

 


IL RAGAZZO CHE LEGGEVA MAIGRET || Francesco Recami || Sellerio || 2009 || 216 pag.

Giulio, detto Maigret perché delle inchieste del commissario è un accanito collezionista, vive nella tenuta dei San Vittore. Il padre è il fattore della proprietà, la madre è una cuoca esperta di raffinatezze casalinghe. Quasi di fronte a ogni evento, Giulio-Maigret si domanda come si comporterebbe il commissario, ma il processo mimetico non è mai in lui totale al punto di annullare la distanza dal suo eroe di carta: il ragazzo è sempre vigile a non perdere il senso di realtà. Ma un giorno, vuoi per l’incertezza dell’alba invernale, vuoi perché la noia del paesino è divorante, vuoi perché l’episodio è particolarmente vivido e singolare, il piccolo Maigret non riesce più a sottrarsi alla sensazione di un vero mistero. Un uomo ha buttato qualcosa di ingombrante nel canale, proprio in prossimità della chiusa; e quell’uomo è salito trafelato e guardingo sullo stesso pullman che sta portando il piccolo Maigret a scuola, ed è sospettosamente coperto di un lacero impermeabile sul vestito elegante. Giulio-Maigret dimenticherebbe, ma da quel momento i fatti, le coincidenze lo incalzano: insomma, proprio come accade al vero Maigret, nella banale atmosfera quotidiana si respira qualcosa di nuovo che accende l’intuito. E che introduce in una «storia confusa di soldi, di cadaveri inesistenti, di paura e di maialini senza coda» piena di personaggi che risultano alla fine tanto sorprendentemente bizzarri quanto erano all’inizio sorprendentemente quotidiani, com’è della provincia addormentata del vero Maigret.

RECENSIONE

Sarò sincero: ho scelto di leggere questo libro, tra i tantissimi che ho ancora da leggere, per il titolo: perché sono un divoratore, come il protagonista, delle indagini del commissario Maigret creato da Georges Simenon.

Il protagonista è un ragazzino, Giulio, che ama leggere i romanzi polizieschi che hanno come protagonista il commissario Maigret (ne ha una ricca collezione che apparteneva a suo nonno) e ne è così appassionato che i suoi compagni di scuola lo chiamano Maigret. Un giorno, mentre si trova sul bus che lo porta a scuola, nota che qualcuno getta sul canale qualcosa di voluminoso, forse un cadavere? e si immedesima così tanto in questa storia immaginaria che si crea nella mente che inizia ad indagare nel suo paesino, fino a mettersi letteralmente nei guai!

Questa è la prima opera che leggo di questo autore italiano, Francesco Recami, e lo stile di scrittura sembra voler avvicinare i più giovani, non a caso ha come protagonista un ragazzino. Peccato che, essendo un grande lettore di gialli, thriller, polizieschi, noir, del genere non ha assolutamente nulla. La storia si evolve in un modo strano, il fatto che il povero ragazzino venga inseguito dal colpevole o malvivente che dir si voglia è palesemente assurdo, che male poteva fargli? Peccato, il titolo mi ha fuorviato e avrei benissimo potuto impiegare quel tempo per leggere qualcos'altro.


mercoledì 14 maggio 2025

[Recensione] Acqua dolce - Andrea Bouchard

 


ACQUA DOLCE || Andrea Bouchard || Salani || 2015 || 138 pag.

Ti è mai capitato di nuotare così beato nell'acqua da non sopportare la mamma che ti dice di uscire? Ecco, questo non è nulla rispetto al piacere che proveresti se ti tuffasti nel mare caldo, dolce e trasparente dell'Isola Verde, dalla forma di mezzaluna. Ma dovresti stare attento, perché una leggenda dice che chi ci resta più di un mese è destinato a non uscirne vivo! Esiste una bambina che è nata proprio sull'Isola, e porta nel cuore la sua magica bellezza, ma che dovrà sfidare tutto e tutti per poter tornare lì, con le sue amiche scimmie e i suoi amici delfini, e ritrovare le parole un tempo perdute...

RECENSIONE

Acqua dolce viene chiamata così perché è una bimba nata sull'isola Verde, dopo che i suoi genitori vi sono naufragati. E quando ritorneranno nella loro città la piccola avrà continuamente nostalgia di quell'isola, di quel mare e degli abitanti animali di quel luogo. Fino al giorno in cui decide, coi suoi compagni di scuola, di buttarsi in una folle avventura: ritornare assieme a loro in quella magica e dolce isola.

Una storia fiabesca adatta anche ai bambini (dai nove anni di età viene specificato) carina ma nulla di più.


[Recensione] Dalla Russia con amore - Ian Fleming

  DALLA RUSSIA CON AMORE || Ian Fleming || Adelphi || 2015 || 289 pag. La meticolosa preparazione di una trappola diabolica ai danni di Bond...