sabato 23 gennaio 2021

[Recensione] Il buio oltre la siepe - Harper Lee

 


IL BUIO OLTRE LA SIEPE || Harper Lee || Feltrinelli || 25 febbraio 2013 || 304 pagine

In una sonnolenta cittadina del profondo Sud degli Stati Uniti l'avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d'ufficio di un afroamericano accusato di aver stuprato una ragazza bianca. Riuscirà a dimostrarne l'innocenza, ma l'uomo sarà ugualmente condannato a morte. Questo, in poche righe, l'episodio centrale di un romanzo che da quando è stato pubblicato, oltre cinquant'anni fa, non ha più smesso di appassionare non soltanto i lettori degli Stati Uniti, ma quelli di tutti i paesi del mondo dove è stato tradotto. Non si esagera dicendo che non c'è americano che non l'abbia letto da bambino o da adolescente e che non l'abbia consigliato a figli e nipoti. Eppure non è un libro per ragazzi, ma un affresco colorito e divertente della vita nel Sud ai tempi delle grandi piantagioni di cotone, dei braccianti neri che le coltivavano, delle cuoche di colore che allevavano i figli dei discendenti delle grandi famiglie dell'Ottocento, della white trash, i "bianchi poveri" abbrutiti e alcolizzati; e anche, purtroppo, delle sentenze sommarie di giurie razziste e degli ultimi linciaggi americani della storia. Quale il segreto della forza di questo libro? La sua voce narrante, che è quella della piccola Scout, la figlia di Atticus, una Huckleberry Finn in salopette (dire "in gonnella" sarebbe inesatto, perché Scout è una maschiaccia impertinente e odia vestirsi da donna) che, ora sola ora in compagnia del fratello maggiore e del loro amico più caro (ispirato all'autrice dal suo amico d'infanzia Truman Capote), ci racconta la storia di Maycomb, Alabama, della propria famiglia, delle pettegole signore della buona società che vorrebbero farla diventare una di loro, di bianchi e neri per lei tutti uguali, e della vana battaglia paterna per salvare la vita di un innocente.

RECENSIONE

Ogni razzismo e ogni discriminazione sono frutto dell'ignoranza

Ci troviamo in una cittadina del "profondo" Sud degli Stati Uniti dell'Alabama degli anni 30 e la storia che ci viene narrata prende spunto dall'infanzia della scrittrice Harper Lee, dagli avvenimenti che accaddero in una città vicino in cui lei abitava quando aveva circa 10 anni. La storia si svolge in tre anni durante la Grande Depressione e vede come protagonisti due fratelli, Scout e Jem, figli dell'avvocato Atticus Finch, avvocato incaricato della difesa d'ufficio di un afroamericano, Tom Robinson, accusato di violenza carnale, e deve difenderlo in un America del Sud profondamente razzista. Atticus è un uomo dai saldi principi morali e un bravo padre vedovo. Ad accudire i due fratelli ci pensa Calpurnia, una diligente e cara domestica di colore. La vicenda ci viene narrata dal punto di vista della piccola Scout, una sorta di Huckleberry in gonnella, la quale è un vero maschiaccio e difatti ama giocare mille avventure col fratello maggiore Jem e il loro amico che si trasferisce in una casa vicina solo in estate, Dill, tra l'altro figura ispirata a un vero amico della Lee, Truman Capote. Pian piano ci appassioniamo alla vita ordinaria e spensierata dei tre ragazzi, i quali creano delle prove di coraggio per riuscire a vedere il loro vicino di casa, Boo Radley, il quale si narra viva isolato dentro casa sua da una vita.

Uno dei più libri letti al mondo, Il buio oltre la siepe tratta tra le tante tematiche sicuramente al primo posto quella del razzismo, e nel 2007 l'autrice ha ricevuto la più alta onoreficenza civile statunitense, la Medaglia Presidenziale della Libertà, perché il suo libro ha influenzato il carattere del Paese in meglio.

La Lee in questa straordinaria opera condanna ogni tipo di pregiudizio e razzismo, e ci fa capire come questi atteggiamenti derivino dall'ignoranza e dalla paura del diverso.

Magnifiche le parole di Atticus rivolte alla giuria durante la sua arringa finale nel processo per difendere l'innocente Tom in cui evidenzia l'insensatezza di fondo del razzismo, della segregazione razziale e della generale condanna verso una diversità che non riusciamo a comprendere.

Un'opera che è una pietra miliare della letteratura americana, ma direi mondiale, un'opera da leggere e conservare nel proprio cuore e nella propria libreria.


mercoledì 20 gennaio 2021

[Recensione] Félicie - Georges Simenon

 


FÉLICIE || Georges Simenon || Adelphi || 2012 || 139 pagine

Se ne sarebbe ricordato in seguito, di quell’attimo, e non sempre con piacere. Per anni, in certe ridenti mattine di primavera, i colleghi del Quai des Orfèvres avrebbero conservato l’abitudine di rivolgersi a lui con un misto di serietà e di ironia:

«Senti, Maigret...».
«Che c’è?...».
«C’è Félicie!».
E allora lui la rivedeva, sottile, con i suoi vestiti chiassosi, i grandi occhi color nontiscordardimé, il naso impertinente, e il cappello poi, quel terrificante cappellino rosso piazzato in cima alla testa con una lunga penna verde cangiante infilzata come una freccia.
«C’è Félicie!».
Il commissario sbuffava. Lo sapevano tutti che Maigret si metteva a sbuffare come un orso quando qualcuno gli ricordava Félicie, quella ragazza gli aveva dato più filo da torcere di tutti i «duri» che aveva spedito in galera.

RECENSIONE

Pubblicato anche col titolo La ragazza di Maigret, Félicie è il 25esimo libro che Simenon scrive con protagonista il commissario Maigret. Capisco perché la casa editrice Adelphi ha deciso di cambiare il titolo: proprio perché la vera protagonista di questa indagine è lei, Félicie, bugiarda e capricciosa e che, scopriremo, nasconde un passato non felice come direbbe invece il suo nome.

In questa vicenda viene ucciso Jules Lepie detto Gambadilegno, un pensionato avaro e scorbutico, con un colpo di pistola nella sua casetta in campagna. L'unica persona che vive con lui è una ragazzina di 24 anni, Félicie, che da subito Maigret comprende essere bugiarda ma affezionata al suo padrone, visto che l'aveva salvata dalla miseria. E non sarà facile scoprire la verità, visto il carattere della ragazza che spesso contrasta le indagini, fino al punto che fuggirà.

Negli ultimi romanzi che sto leggendo di Maigret (come già detto sto leggendo in ordine cronologico tutte le sue indagini) abbiamo incontrato delle donne come protagoniste e la lettura di questa ultima indagine ci fa capire che Simenon aveva indubbiamente una capacità magistrale nel descriverci il complesso e variegato universo femminile. E non tarderà, il nostro commissario, a comprendere il malessere interiore che attraversa Félicie.

Vede, questa storia d’amore io l’ho capita subito… Lei è una ragazzina con cui la vita non è stata molto generosa… E allora, per fuggire da una realtà spiacevole, se n’è costruita una immaginaria… Non era più la piccola Félicie, la cameriera del vecchio Lapie, ma uno dei personaggi prestigiosi dei romanzi che legge…
«Nei suoi sogni Gambadilegno non era più un semplice padrone tignoso e, come nei migliori romanzi popolari, lei era il frutto di un amore colpevole… Non deve arrossire… Aveva bisogno di belle storie, non fosse altro che per raccontarle alla sua amica Léontine o per scrivere qualcosa nel suo diario…
«Non appena in casa è entrato un uomo, lei ha immaginato di esserne l’amante e ha vissuto con lui un grande amore, mentre il povero ragazzo, ci giurerei, non ne sapeva proprio nulla…

Il desiderio di sfuggire da un'esistenza che non si sente più propria insieme al bisogno di sentirsi di nuovo liberi: ecco cosa unisce Gambadilegno e Félicie. Lui fugge dal suo passato (segnato soprattutto dalla perdita di una gamba), lei fugge dalla realtà rifugiandosi nella lettura di romanzetti popolari. Questo desiderio di libertà, di uscire dalla monotona vita di tutti i giorni, sempre ripetitiva, sempre facendo le stesse azioni e vedendo le stesse persone e dicendo sempre le stesse cose, lo abbiamo ognuno di noi: forse una cosa sola ci salverà dall'alienazione ambientale e sociologica, ed è l'immaginazione (ed è certamente anche questo il segreto del successo di numerosi romanzi o serie tv, ci permettono di fuggire via dalla nostra noiosa realtà e ci trasformano in eroi, quando ci immedesimiamo con le avventure dei protagonisti delle storie).

Ho ritrovato un Simenon in stato di grazia, e quando è così è sempre un piacere leggere quello che scrive, anzi, non vorresti finisse mai.


martedì 19 gennaio 2021

[Segnalazione] L'isola di altrove - Karen Köhler

 

La ragazza non sa nulla di sé, non ha nemmeno un nome. Orfana dalla nascita, vive da reietta nel Bel Villaggio, unico centro abitato di un'isola bruciata dal sole. Una volta al mese sull'isola attracca una nave carica di merci che viene da lontano, da un Altrove che nessuno ha mai visto, dove è possibile forse condurre una vita diversa, più spregiudicata e libera. Perché il villaggio,nella sua abbacinante bellezza, è arcaico,spietato, dominato dagli uomini e dalle loro leggi, che impongono alle donne ignoranza,solitudine, sottomissione. Da sempre. Ma non per sempre, forse, non per tutte: perché il calore dell'amicizia, la sete di conoscenza,le ore passate in segreto a imparare a leggere e a nuotare, il dono inatteso dell'amore accendono nella ragazza sogni e speranze che non è più possibile reprimere, costi quello che costi. Alina - così l'ha chiamata il suo amato - si accinge allora alla fuga, intonando per sé e per la creatura che portai n grembo «un canto di vita meravigliosa», la sua.



L'AUTRICE

Karen Köhler ha studiato recitazione e ha lavorato in teatro per dodici anni. Oggi vive ad Amburgo e si dedica alla scrittura di testi teatrali e di narrativa. Nel 2014 ha pubblicato una raccolta di racconti. L’Isola di Altrove è il suo primo romanzo.

lunedì 18 gennaio 2021

[Recensione] L'arte della guerra - Sun Tzu

 


L'ARTE DELLA GUERRA || Sun Tzu || Mondadori || 27 maggio 2003 || 256 pagine

Composto in Cina ben trecento anni prima della nascita di Cristo, l'Arte della guerra è uno dei più antichi trattati di strategia militare; il suo autore è noto col nome di Sun Tzu, ma si tratta in realtà di più filosofi che hanno rielaborato un testo frutto probabilmente di un'unica mano. Il contenuto di quest'opera ha influenzato ampiamente nei secoli la filosofia orientale, ma non solo, tanto che essa viene utilizzata nelle scuole di management in tutto il mondo. Perché Sun Tzu non si limita a dare precetti per sconfiggere i nemici sul campo di battaglia, ma ci insegna a gestire i conflitti in modo profondo e non distruttivo: anche nella nostra vita quotidiana, infatti, la miglior battaglia è quella che vinciamo senza combattere. L'Arte della guerra è un capolavoro assoluto del pensiero, ora disponibile per il pubblico occidentale in questa nuova, scrupolosissima edizione a cura di un gruppo di esperti orientalisti.

RECENSIONE

Potrei riassumere questo saggio cinese (scritto e compilato nel quarto secolo avanti Cristo ma tramandato prima oralmente) con questa frase: conquistare intero e intatto il nemico. Questo, secondo me, è lo spirito del Sun Tzu. Citandolo letteralmente: "Un risultato superiore consiste nel conquistare intero e intatto il nemico. Distruggerlo costituisce un risultato inferiore."
Ci sarebbe davvero tanto da dire su questo capolavoro della letteratura cinese scritto ben trecento anni prima della nascita di Cristo, diciamo brevemente che è uno dei più antichi trattati di strategia militare. Oggi si può leggere con un intento interiore, del riuscire a sconfiggere i propri nemici o demoni. Insomma, un vero e proprio manuale utile a gestire i conflitti in modo profondo e non distruttivo, come recita la quarta di copertina. 


mercoledì 13 gennaio 2021

[Segnalazione] La classe - Christina Dalcher

 

Immagina una scuola in cui non c'è spazio per i favoritismi e tutti sono giudicati in base ai risultati. Una scuola in cui gli studenti migliori non vengono rallentati dai mediocri o presi in giro dai bulli.

In America, tutto questo è diventato realtà grazie al Q, un quoziente calcolato sulla base di test e sulla condotta, che determina l'istituto da frequentare: gli alunni più brillanti vengono ammessi nelle impegnative Scuole Argento, che assicurano l'ingresso ai college più esclusivi, mentre gli studenti normali rimangono nelle Scuole Verdi. Le «mele marce», invece, sono allontanate dalle famiglie e portate nelle Scuole Gialle, delle strutture isolate dove imparano le materie di base e la disciplina. E per fare in modo che nessuno rinunci a migliorarsi o si sieda sugli allori, i test Q vengono ripetuti ogni mese.

Elena Fairchild ha partecipato alla creazione del sistema Q e lo riteneva la chiave per una società più equa, più giusta. Adesso però, dopo alcuni anni come insegnante in una Scuola Argento, è tormentata dai dubbi: sebbene abbia accolto diversi alunni provenienti dalle Scuole Verdi, non ha mai visto qualcuno tornare dalle Scuole Gialle. I genitori ormai temono quel pullmino che passa di casa in casa il giorno successivo all'esame. E ora anche lei è una di quei genitori: sua figlia Freddie ha ottenuto un risultato troppo basso e le verrà portata via. Senza esitare, Elena si fa bocciare al test Q per insegnanti e viene trasferita nella stessa Scuola Gialla della figlia. E lì scoprirà che, quando le persone sono ridotte a numeri, non c'è limite a quello che può succedere a chi non conta più nulla…

L'AUTRICE

Christina Dalcher si è laureata in Linguistica alla Georgetown University con una tesi sul dialetto fiorentino. Ha insegnato italiano, linguistica e fonetica in diverse università, ed è stata ricercatrice presso la City University London. Vive negli Stati Uniti e, quando possibile, trascorre del tempo in Italia, soprattutto a Napoli. Vox è il suo romanzo d’esordio.


lunedì 11 gennaio 2021

[Recensione] La guerra dei mondi - Herbert G. Wells

 


LA GUERRA DEI MONDI || Herbert G. Wells || Newton Compton || Gennaio 2017 || 223 pagine

Originariamente pubblicato a Londra nel 1897, La guerra dei mondi resta l’opera più famosa di Wells ed è considerato uno dei primi romanzi del genere fantascientifico. Con i suoi alieni implacabili e apparentemente invincibili, ha prodotto innumerevoli riduzioni, tra le quali è rimasta nella storia quella per la radio, interpretata da Orson Welles nel 1938: la storia, in forma di cronaca, venne narrata in modo così realistico che gli spettatori, terrorizzati, intasarono i centralini, credendo fosse davvero in atto un’invasione di extraterrestri. Altrettanto celebri le due versioni per il cinema, quella del 1953, diretta da Byron Haskin, e quella del 2005, diretta da Steven Spielberg con Tom Cruise nei panni di protagonista.

RECENSIONE

Nonostante questo romanzo di fantascienza di un'invasione marziana sulla Terra abbia 120 anni, risulta essere non solo attuale ma pieno di trovate moderne e bei colpi di scena.

Ritorno, dopo anni, a leggere una nuova opera di quel genio di scrittore che fu H G Wells, uno dei miei primi scrittori di fantascienza preferiti che conobbi nella mia giovinezza. Fu uno dei primi autori che mi convertì definitivamente a questo genere spesso sottovalutato e deriso che è, appunto, la science fiction (poi il colpo di grazia me lo diede Isaac Asimov.
In breve cade sulla Terra un meteorite ma in realtà si scoprirà essere un cilindro alieno che inizia a sparare dei raggi laser che distruggono tutto quello che toccano, incenerendolo. Da questo cilindro escono dei marziani dalla testa gigante e tentacolati e inizia il panico. Si scoprirà che appariranno anche delle macchine alte trenta metri che, su gambe di metallo, iniziano a distruggere tutto quello che trovano sulla loro strada, perfino le persone, alcune delle quali vengono catturate e ingabbiate ed utilizzate come cibo per i marziani. L'autore è bravissimo a descriverci il panico che l'uomo prova in situazioni di fuga, perdendo così ogni tipo di legge morale e altruismo, pensando solo a se stesso e alla sua personale sopravvivenza.
Herbert George Wells, inglese, è considerato uno degli iniziatori del genere fantascientifico. La sua prima opera fu La macchina del tempo nel 1895. La particolarità delle sue storie era il connubio tra lo scientifico e il fantastico, in cui trasparivano notevoli intuizioni del futuro e il modo in cui ce li descrive li rendono veri e tangibili.
Da questo romanzo sono stati tratti due film: uno nel 1953 (che all'epoca vinse un premio Oscar per gli effetti speciali) e un altro, più recente, nel 2005 con Tom Cruise nei panni del protagonista.

La mia video recensione:




venerdì 8 gennaio 2021

[Recensione] Dannati - Glenn Cooper

 


DANNATI || Glenn Cooper || Nord || Maggio 2015 || 494 pagine

Immagina di ritrovarti all'improvviso in un mondo simile al nostro, ma completamente diverso. Un mondo dove sono confinati tutti i malvagi vissuti sulla Terra dall'inizio dei tempi. Un mondo dove tu sei l'unico vivo.
Quel mondo è l'inferno e tu hai un solo obiettivo: tornare a casa.

RECENSIONE

Dopo aver resistito un paio di mesi finalmente entro in libreria (perché se io entro in libreria compro, purtroppo, e povero il mio esiguo portafoglio!) e mi colpisce il titolo di questo romanzo di un autore che non avevo ancora letto. Lo compro. L'autore è, come potete notare, Glenn Cooper, che conoscevo di fama per aver scritto La biblioteca dei morti. Adoro rischiare. In questo caso mi son trovato fra le mani una storia abbastanza strana e surreale, in poche parole i nostri protagonisti, una fisica e un ex berretto verde vengono catapultati, dopo un esperimento simile a quello delle particelle del Cern (ma questo è più grande!), direttamente in un'altra dimensione (e fino a qua ci può stare). Solo che finiscono in un vero e proprio Inferno, di dantesca memoria e con un'ambientazione medievale (che a tratti mi ricordava Timeline di Michael Crichton). E qua iniziano i problemi. perché in questo "Inferno" non ci sono demoni, ma uomini che sono morti per essersi macchiati di omicidi e nefandezze varie, quindi sono tutti dannati. Il fatto è che vivono per sempre, in un certo senso, solo che se vengono uccisi non posso morire ma possono venire bruciati. Boh. Ma non è solo questa la cosa che desta perplessità. Diciamo che ci sono tante cose che ad un certo punto ti fanno dire: stiamo scherzando? Quindi se leggete questo primo romanzo di una trilogia, preparatevi a rimanere delusi sul piano della logica. Troppi buchi e troppe ingenuità. Poi la storia di per sé ti lascia incollato alle pagine, io personalmente l'ho divorato in tre giorni, ma peccato davvero. L'autore aveva avuto una buona idea, ma si è perduto nella storia, troppo pasticciata, dialoghi copia/incollati, nessuna caratterizzazione dei personaggi, che sia Garibaldi a parlare o Enrico VIII pare sempre la stessa persona. Buone le descrizioni delle lotte e delle battaglie, anche quelle alla lunga stancano e sembrano ripetersi all'infinito. La parte ambientata nel nostro mondo è poi di una noia allucinante. E poi è normale che non solo il cattivo di turno ma gli stessi protagonisti debbano per forza spiegare i loro piani? Ma dico, siete scemi o ci fate?

Sono rimasto deluso dall'autore, forse non il suo miglior romanzo. Davvero, sembra che lo abbia scritto a cavolo di cane (e sono stato delicato). E poi il finale... Sul serio? Un'ultima cosa: ma che coincidenza, i nostri riescono a trovare il punto esatto dove ritornare indietro... Cavolo, segnare con una pietra per evitare di sbagliare no eh? Mah! Due stelle forse sono troppe, ma gliele do perché è riuscito a tenermi incollato, per il resto tutto da rifare.


giovedì 7 gennaio 2021

[Recensione] In Mongolia - Ian D. Robinson

 


IN MONGOLIA || Ian D. Robinson || TEA || 12 gennaio 2006 || 205 pagine

Ian Robinson è completamente solo quando lascia il suo paese d'origine, la Nuova Zelanda, per intraprendere un lungo e difficile viaggio attraverso gli sconfinati e pressoché sconosciuti territori della Mongolia. A dispetto dei consigli di amici e di viaggiatori esperti che lo invitano a partire accompagnato da una guida, Ian decide di viaggiare in solitario, diventando così il primo occidentale ad attraversare la Mongolia zaino in spalla e a cavallo. In Mongolia è il diario di questo straordinario viaggio, che non si limita a fotografare un popolo e un paesaggio immenso e selvaggio, ma che racconta tutte le difficoltà, i pericoli e le sorprese vissuti dall'autore cammin facendo. Un'avventura estrema e bellissima, un'impresa senza precedenti, del tipo di quelle che si preferisce leggere piuttosto che tentare in prima persona.

RECENSIONE

Ian decide di attraversare la Mongolia da solo a cavallo. E ce la fa: percorrerà ben duemilasettecento chilometri. Conosce il vento sferzante, sa cosa significa sedersi vicino a un fuoco con un cielo nero come l'inchiostro che incombe su di te, conosce il freddo che ti morde come un cane rabbioso, conosce il sole che incendia il cielo sopra i deserti. Conosce il suono di mille zoccoli nella prateria, dei canti che animano i templi, l'odore di un cavallo dopo una lunga giornata di cammino, la stretta di mano di uno sconosciuto, la gioia del vedere una tenda circolare nella neve. Ian attraversa per ben quattro mesi questa terra che fu la leggendaria patria di Gengis Kahn. Un viaggio che resterà indelebile nella sua vita.
Nonostante lo stile di scrittura sia molto sintetico Ian è riuscito a farmi vivere tutto quello che ha provato in questo avventuroso viaggio. Anzi ad un certo punto ho pure temuto per la sua vita visto che ha rischiato tante volte di morire congelato! Che altro aggiungere: mi piacciono i racconti di viaggio, soprattutto quelli di viaggiatori solitari.


mercoledì 6 gennaio 2021

[Recensione] The Help - Kathryn Stockett

 


THE HELP || Kathryn Stockett || Mondadori || Gennaio 2012 || 524 pagine

È l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Il profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa opera prima che ruota intorno ai sentimenti, all'amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno reciproco. Kathryn Stockett racconta personaggi a tutto tondo che fanno ridere, pensare e commuovere con la loro intelligenza, il loro coraggio e la loro capacità di uscire dagli schemi alla ricerca di un mondo migliore.

RECENSIONE

In questo romanzo troviamo tre protagoniste: due donne nere che lavorano in case di bianchi e una donna bianca che decide di raccogliere le testimonianze delle donne nere per capire e far conoscere al mondo il loro punto di vista, cosa che non era mai stata fatta prima.
Alla fine del libro c'è una breve nota della scrittrice la quale ci dice che si è ispirata nello scrivere questa opera a fatti realmente accaduti proprio nella sua giovinezza, visto che anche lei aveva, a casa, una donna nera che faceva sia da balia che da colf.
La lettura non mi è dispiaciuta, solo che tra i difetti che ho notato (al di là della stereotipizzazione della cattiva di turno, la perfida e fredda signora Hilly) quello che regna sovrano è la lunghezza: ne esce fuori una storia abbastanza stancante e annacquata, ed è un peccato davvero perché questa pecca è stata aggiustata nella trasposizione cinematografica che ovviamente ho prontamente recuperato.
In conclusione consiglio la lettura, a me la scrittrice che difende le donne di colore mi è piaciuta e lancia certamente un bel messaggio, ovvero che siamo tutti uguali, ma soprattutto che dobbiamo sempre difendere e credere ai nostri sogni.


martedì 5 gennaio 2021

[Recensione] Storie del buon Dio - Rainer Maria Rilke

 


STORIE DEL BUON DIO || Rainer Maria Rilke || Edizioni Clandestine || Novembre 2016 || 126 pagine

Nelle "Storie del Buon Dio" (1900), opera decisamente singolare rispetto alla produzione di Rilke, sono raccolti tredici racconti, "narrati ai grandi perché li ripetano ai bambini" - come sottolineò lo stesso poeta - tutti incentrati su Dio, che viene continuamente cercato e, laddove nascosto, atteso con rinnovata speranza. Il Dio menzionato da Rilke non ha nulla a che fare con quello della religione cristiana, al contrario, si mostra tascabile quanto un ditale, al punto da suscitare l'impressione che "qualunque oggetto possa impersonarlo, basta soltanto dirglielo". Ed è un Dio distratto, che lascia le creature sfuggire al suo controllo e talvolta si arrabbia, mettendosi a discutere con un angelo; un Dio che crea, con poca razionalità e molta poesia e che si intenerisce al pianto di una bimba. Ma da questi racconti, intrisi di realismo e fantasia, non è solo Dio a emergere, bensì l'uomo, con i suoi valori e le sue pecche, le inquietudini e l'infinita creatività. Tredici storie parzialmente ispirate da racconti popolari russi: "Melodie - scrisse Rilke - che nessuno, né cosacco né contadino, ha potuto ascoltare senza piangere, eppure permeate da un fine umorismo".

RECENSIONE

Rilke ci presenta, in tredici racconti brevi, il Dio delle piccole cose, addirittura in una storia Egli si trova in un ditale. Come ci ripete ad ogni fine racconto egli stesso «Narrate ai grandi perché le ripetano ai bambini».

Il Dio che ci presenta il poeta è un Dio umanissimo, pieno di difetti: si addormenta, si arrabbia, ma anche sorride e scherza.
In conclusione, egli ci fa capire che solo i bambini e gli artisti possono rivelare a Dio com'è fatto l'uomo, e all'uomo com'è fatto Dio.


lunedì 4 gennaio 2021

[Recensione] Venere sulla conchiglia - Philip José Farmer

 


VENERE SULLA CONCHIGLIA || Philip J. Farmer || Mondadori || Aprile 2004 || 258 pagine

Da un capo all'altro della galassia in compagnia dell'Astronauta pazzo di Farmer: Venere sulla conchiglia è la più originale space opera della fantascienza, un romanzo di avventure il cui obbiettivo è Trovare la Verità in fondo all'universo. Costi quel che costi.

RECENSIONE

Ironico romanzo sulla space opera

Sconvolgente lo scoprire la risposta alla Domanda delle domande! Non ve la dirò, amici, perché preferisco che prima divorate questo succulento ed umoristico romanzo di Farmer. Ma posso citarvi quello che scrisse Re Alfonso di Castiglia, detto il Saggio: "Se fossi stato presente al momento della creazione, avrei potuto dare a Dio qualche buon suggerimento su come migliorare il mondo".


domenica 3 gennaio 2021

[Recensione] Il racconto dell'ancella - Margaret Atwood

 


IL RACCONTO DELL'ANCELLA || Margaret Atwood || Ponte alle Grazie || 6 marzo 2018 || 299 pagine

In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Offred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Gilead: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette Ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c'è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull'intreccio tra sessualità e politica. Quello che l'Ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.

RECENSIONE

Prima opera che leggo dell'autrice canadese Margaret Atwood. Il futuro che ella ci descrive è spaventoso a dir poco: forse dopo un incidente nucleare-atomico la fertilità è venuta a mancare e le poche donne che posso ancora essere in grado di generare figli vengono "assunte" come ancelle, ovvero come delle suore che in realtà non praticano la castità ma il contrario: sono usate dai ricchi per fare figli, visto che le mogli dei ricchi sono sterili (che poi è una pratica antica fatta risalire all'Antico Testamento, vedi storia della schiava di Abramo, Agar, nei capitoli 16 e 21 di Genesi: siccome Sara non ha figli ma vuole procurare una discendenza a suo marito Abramo gli offre la propria schiava; da questa unione nasce Ismaele. In seguito quando Sara da alla luce il figlio Isacco scoppia nella donna una profonda gelosia nei confronti della giovane serva, al punto che Abramo è costretto ad allontanare Agar e suo figlio Ismaele). La storia ci viene narrata dal punto di vista dell'ancella, che scrive delle memorie del suo passato. Spiazzante il finale.

Lo stile dell'autrice è straordinario (io ho adorato i flashback), una donna certamente colta e di classe. Si toccano varie tematiche, dal rischio ecologico alla deriva del fanatismo religioso, alla donna come oggetto e il tema della maternità e della morte dell'amore. Ho provato le stesse sensazioni della protagonista, rese vivide e reali dall'autrice (altra sua grande dote). La ricerca della protagonista di una briciola di umanità in tutti i rapporti che intesse, soprattutto con la sua amica che poi sparirà (e sapremo il perché). Alla fine della lettura resta tanta amarezza e tristezza, e tanta rabbia perché tutto quello che ci viene presentato e narrato, purtroppo, potrebbe accadere davvero. Diciamo che l'autrice ci ha lanciato un forte monito: ecco cosa potrebbe succedere se l'umanità continua a comportarsi in questo modo e quando smetterà di amare.


sabato 2 gennaio 2021

[Recensione] La fine - Lemony Snicket

 


LA FINE || Lemony Snicket || Salani || 2008 || 270 pagine

Cari lettori, presumibilmente state guardando il retro di questo libro, o la fine de La fine". La fine de "La fine" è il posto migliore per iniziare "La fine", perché se leggete "La fine" dall'inizio dell'inizio de "La fine" alla fine della fine de "La fine", arriverete alla fine della fine della vostra pazienza. Questo libro è l'ultimo di "Una serie di sfortunati eventi", e anche se avete affrontato i dodici volumi precedenti, probabilmente non potrete sopportare sgradevolezze tipo un'orribile tempesta, una bevanda sospetta, un gregge di pecore selvatiche, un'enorme gabbia per uccelli e un segreto davvero inquietante sui genitori dei Baudelaire. Completare la storia dei Baudelaire è stato il mio solenne compito, e finalmente ho terminato. È probabile che voi ne abbiate altri, perciò se fossi in voi lascerei perdere questo libro all'istante, così che "La fine" non sia anche la vostra."

RECENSIONE

Come si evince dal titolo, questo è l'ultimo capitolo delle disavventure degli orfani Baudelaire. Dopo essere finiti nelle mani del terribile tutore Conte Olaf, aver affrontato la stanza delle serpi, rischiato la vita nel lago lacrimoso e nella sinistra segheria, essere sopravvissuti all'atroce accademia e all'ascensore ansiogeno, salvatisi dal vile villaggio (dove li volevano bruciare al rogo), fuggendo a un'operazione delicata dall'ostile ospedale, non essere mangiati dai leoni nel carosello carnivoro e scampati alla scivolosa scarpata, salvati dalle acque e sprofondati nell'atro antro e fatto le spie nell'hotel Climax, i nostri orfani si ritrovano nel bel mezzo di una terribile tempesta accanto al Conte Olaf, fino a quando naufragano in un'isola misteriosa. Qua conosceranno una popolazione di sopravvissuti capeggiata dal misterioso Ismaele (chiamatemi Isma) in cui i nostri finalmente assaporano un senso di pace e tranquillità, bevendo l'onnipresente cordiale al cocco e indossando delle candide vesti. Ma tale pace non è quella che sembra...


Ho letto la saga completa de Una serie di sfortunati eventi (13 volumi, troverete le recensioni di ogni volume in questo blog) e devo dire che questo finale mi è piaciuto, dove scopriamo tante cose che erano rimaste irrisolte e dove finalmente vedremo che fine farà quel terribile Conte Olaf (con una sorpresa finale). Quante volte ho detto fine? D'altronde, questa è La fine! Ho fatto bene ad aver letto questa saga, originale e ricca di spunti interessanti. Ci si affeziona agli orfani Baudelaire e un po' mi mancheranno.


venerdì 1 gennaio 2021

[Recensione] Il penultimo pericolo - Lemony Snicket

 


IL PENULTIMO PERICOLO || Lemony Snicket || Salani || 2007 || 298 pagine

Se questo è il primo libro che avete trovato mentre cercavate la vostra prossima lettura, allora la prima cosa che dovete sapere che questo penultimo libro è la prima cosa che dovete mettere via. Purtroppo, questo volume contiene la penultima cronaca della vita degli orfani Baudelaire, e non è penultimo a nessuno in quanto a tristezza, disperazione e spiacevolezze. Probabilmente la penultima cosa che avete voglia di leggere è una storia con un cannone sparafiocina, un solarium sul tetto, due iniziali misteriose, tre trigemini non identificati, un famigerato criminale e un curry insipido. Le penultime cose sono le prime da evitare, perciò consentitemi di raccomandarvi di mettere via per prima cosa questo penultimo libro, e trovare qualcos'altro da leggere. come per esempio il penultimo libro di un'altra cronaca, o una cronaca che contenga altre penultime cose, in modo che questo penultimo libro non diventi l'ultimo libro che leggerete.

RECENSIONE

Dopo gli eventi dell'atro antro gli orfani Baudelaire si ritrovano a fare le spie nell'hotel Climax, camuffandosi da concierge. Qua incontreranno vecchi amici e nemici (incluso il Conte Olaf naturalmente) e un nuovo protettore, ma il finale vi depisterà.

Per fortuna l'autore si è ripreso rispetto al capitolo precedente, e si merita ben quattro stelle. Mi è piaciuta l'originalità della trama e i vari colpi di scena (soprattutto quelli finali). Adesso finalmente ci aspetta l'ultimo libro e anche questa saga sarà terminata. Che fine farà il malefico Conte Olaf? E gli orfani Baudelaire?


[Recensione] Charlie Chan e il cammello nero - Earl Derr Biggers

  CHARLIE CHAN E IL CAMMELLO NERO || E. Derr Biggers || Newton Compton || 2012 || 188 pag. Shelah Fane, celebre star del cinema, viene uccis...