lunedì 16 gennaio 2023

Riflessione sul fenomeno del libro del principe Harry

Come di consueto, almeno una volta alla settimana mi faccio un giretto in libreria, e la settimana scorsa avevo visto il famoso libro confessione del principe Harry. Ieri ci sono andato e, udite udite, non c'era neanche una copia. Ora capisco che ognuno di noi è libero di leggere qualunque tipo di libro desideri, inclusi quelli di Fabio Volo o di Bruno Vespa, ma il fatto che questo libro in Italia sta letteralmente andando a ruba mi fa riflettere molto e mi fa capire che la storia che gli italiani leggono poco non è proprio vera, visto che appena c'è un fenomeno del momento (ai tempi era Il Codice da Vinci di Brown) tutti si fiondano ad assicurarsene una copia che poi venga letta o meno poco importa, l'importante è prenderla. Non lo so, a me questi fenomeni mi fanno sorridere e sicuramente ai librai e alle case editrici farà piacere guadagnare finalmente qualcosina più del solito, però resta il fatto che io, da lettore maturo e consapevole dell'importanza che la cultura riveste per ciascuno di noi e per la crescita della nostra società civile, mi spaventa. Mi spaventa perché, alla fin fine, quello che colpisce la gente sono gli scandali, i pettegolezzi, le chiacchiere di quartiere, quella morbosa voglia di spiare nelle finestre del vicino, quella voglia malata di capire cosa fanno gli altri nelle proprie mura domestiche. E un po' mi rattrista, perché quando esploderà questa momentanea bolla di celebrità del libro best seller del principino minore, tutto tornerà nella quiete di prima, e le persone che passeggiando vedranno una libreria, invece di entrare per comprare un libro diranno (ho assistito personalmente ieri a questo episodio): "Scusate, vendete penne qua?"

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