venerdì 27 dicembre 2024

[Recensione] I turbamenti del giovane Törless - Robert Musil

 


I TURBAMENTI DEL GIOVANE TÖRLESS || Robert Musil || Mondadori || 2019 || 228 pag.

Scritto nel 1906 e considerato il romanzo di esordio di Musil, la storia, di ispirazione autobiografica, narra attraverso crudi episodi sadomasochistici e avventure intellettuali, il momento di passaggio dall'adolescenza alla virilità nella crisi della società mitteleuropea. Come scrisse lo stesso Musil, in quest'opera risiede la chiave dell'"Uomo senza qualità": l'assenza di sentimento, di morale e di "esperienze" di Törless, lo rende nostalgico, vuoto. Parabola di profonda attualità, nei tratti psicologici del giovane protagonista si delinea il fiero e consapevole rifiuto di un patrimonio di valori svalutato, paragonabile al vuoto "ideologico" e alla noia esistenziale di molti giovani di oggi.

RECENSIONE

L'esordio letterario dello scrittore austriaco Robert Musil, pubblicato per la prima volta nel 1906: si tratta di un romanzo di formazione, che racconta la storia di un giovane cadetto militare disorientato, alla ricerca di valori morali sicuri all'interno del sistema sociale in cui si trova a vivere ed il significato che questi assumono per lui.

Vivere in un severo collegio militare non è facile, e il protagonista del romanzo sente subito la mancanza della sua famiglia. Törless ben presto sentirà una repulsione ma anche un'attrazione verso il compagno Basini, il quale verrà seviziato dai suoi due compagni Beineberg e Reiting. Gli abusi, da psicologici che erano all'inizio, si fanno un po' alla volta fisici e finanche ferocemente sessuali (seppur mai esplicitamente descritti, ma sempre solo allusi). Inoltre il giovane protagonista prova attrazione per una prostituta, Božena, che gli risveglia sentimenti edipici.
Törless sembra esprimere inizialmente il giudizio più duro nei confronti dell'effeminato, privo di forza di volontà e vizioso Basini (si sente difatti interiormente attratto ma anche respinto da lui); ciò lo porta presto ad unirsi ai due persecutori: egli osserva i fatti quasi fosse uno scienziato alle prese con un esperimento che tenta di comprendere, cercando di capire dentro di sé la differenza sussistente tra il suo esteriore "io razionale" che vuole giudicare con impassibilità e la parte più oscura e nascosta della sua anima, quella che intimamente partecipa allo stupro. Ma questo crescente disgusto provato dal ragazzo di fronte alla passività fisica e morale di Basini lo rende infine incapace di proseguire oltre in questo gioco tra schiavo e carnefici: quando il tormento diviene per lui insopportabile arriva a consigliare segretamente a Basini di andare presto a costituirsi dal preside, uscendo così dalla situazione di vicolo cieco in cui s'è cacciato. Törless ad un certo punto capisce che non vuole più farsi complice di tali atti e giunge ad accusare gli altri due aguzzini di comportarsi inutilmente in modo brutale.

La cosa che mi ha infastidito è stato l'atteggiamento del protagonista che assiste a quegli atti di bullismo verso Basini senza intervenire, se non raramente. Spesso i suoi pensieri prendono forma in prima persona, assumendo la voce stessa del narratore, ad esempio nelle lettere regolari inviate ai genitori. Il suo carattere in principio fortemente realistico assume poi sempre più connotazioni mistiche, fino a diventar "un giovane di spirito molto fine e delicato", di natura "estetica ed intellettuale".

Il suo compagno Beineberg basa le proprie azioni su una personale interpretazione dell'induismo e della sua dottrina di distacco dalla realtà mondana in quanto tutto ciò ch'è materiale si rivela illusione-Māyā: ciò lo giustifica davanti a se stesso per tutti gli 'esperimenti ipnotici' e torture inflitti a Basini. La sua fredda tirannia, da perfetto padrone, lo porta a provare quanto lontano possa riuscire a giungere la vittima nella sopportazione prima che il suo carattere debole ed anti-virile si rompa definitivamente. Agisce come un nichilista nemico della morale cristiana e riflette, anche se in forma piuttosto confusa, in pensieri ed azioni l'ideale del superuomo propugnato da Nietzsche.

Reiting, fortemente interessato alla carriera militare, vorrebbe il prima possibile diventare un ufficiale. Per lui Basini rappresenta nient'altro che un subalterno, sopra cui si può scaricare tutta la rabbia e le frustrazioni; esercita la sua sete di potere sul compagno come esercitazione, al fine d'acquisire esperienza per la propria futura carriera: questa la giustificazione che si dà.

Il romanzo, forse in modo un po' riduttivo, potrebbe essere definito come la lotta di un adolescente per capire cosa è bene e cosa è male. Törless conosce il male e capisce come evitarlo. Infatti, dopo essere stato ammaliato dagli istinti animali e primordiali insiti in ogni uomo, riconosce che diventare un vero uomo significa proprio saper convivere con tali istinti tenendoli a freno.


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