sabato 18 maggio 2024

[Recensione] La luna di miele di Mrs. Smith - Shirley Jackson

 


LA LUNA DI MIELE DI MRS. SMITH || Shirley Jackson || Adelphi || 2020 || 279 pag.

«Casa nostra spesso era piena di letterati e artisti eminenti» raccontano i figli di Shir­ley Jackson. «Si tenevano feste leggenda­rie e partite a poker con pittori, scultori, musicisti, compositori, poeti, insegnanti e scrittori di ogni genere. Ma il suono della sua macchina da scrivere non mancava mai, la sentivamo battere sui tasti fino a notte fonda». E da quell’ostinato ticchet­tio della Royal di mamma Shirley usciva a getto continuo una produzione che ha po­chi paragoni: celebri romanzi dell’orrore come L’incubo di Hill House e clamorose perle nere come La lotteria, certo, ma an­che una mole imponente di racconti de­stinati a rimanere a lungo sconosciuti – e che solo trent’anni dopo la morte della Jackson verranno alla luce, con un coup de théâtre degno di una delle sue storie: alcu­ni estratti da uno scatolone ritrovato in un fienile del Vermont e spedito senza preav­viso alla famiglia, e altri, moltissimi altri, scoperti alla Library of Congress di Wash­ington e alla San Francisco Public Library. Racconti di cui questo libro offre una ric­ca scelta, dove il lettore troverà non solo il thriller nero e la fiaba gotica di cui la Jack­son è riconosciuta maestra, ma anche – e sarà una gradita sorpresa – commedie sur­reali, sketch stranianti, comici quadri fa­miliari, esplorazioni della psiche, con ful­minanti incursioni nei territori di confine tra normalità e follia. E sempre sarà felice, il lettore, di lasciarsi inghiottire dagli ingra­naggi di una macchina narrativa di diabo­lica perfezione.

RECENSIONE

Provo sempre un certo disagio e una certa difficoltà nel provare a recensire una raccolta di racconti perché non è come leggere un romanzo, ma diverse storie una dietro l'altra. Questo comporta il dimenticare la maggior parte di quello che succede in quelle brevi storie e un po' mi dispiace (ciò non significa mica che mi dispiacciono i racconti, badate bene).

Avevo già conosciuto questa autrice (molto amata da Stephen King) leggendo il suo Abbiamo sempre vissuto nel castello che avevo trovato straniante. La Jackson è celebre per i suoi romanzi diciamo horror (forse tra i suoi più famosi c'è certamente L'incubo di Hill House), ma in questa raccolta scopriamo che in realtà lei abbracciava diversi stili, incluso quello ironico/comico. La bellezza di questa autrice è che era una casalinga con la passione per la scrittura, come ci raccontano i suoi figli lei amava battere a macchina quando aveva del tempo libero, e loro ricordano ancora il ticchettio che faceva alla macchina da scrivere dove passava ore e ore a scrivere ed elaborare nuovi racconti.

Proverò a dire due parole per quei racconti che mi hanno colpito.

1. La sala da fumo: racconto diabolico.
2. Non bacio gli sconosciuti
3. Pomeriggio d'estate: brividi.
4. Gli indiani vivono in tenda: racconto assurdo.
5. Il sole torrido delle Bermuda
6. Incubo: un vero e proprio incubo.
7. Invito a cena
8. Festa di ragazzi
9. Jack lo Squartatore: racconto che crea ansia.
10. La luna di miele di Mrs. Smith (versione 1)
11. La luna di miele di Mrs. Smith (versione 2)
In questo caso troviamo due versioni di uno stesso racconto, con la differenza che la prima versione risale a quando la scrisse in giovinezza, mentre la seconda qualche anno dopo l'ha riscritta rielaborando alcuni passaggi e sopprimendone altri.
12. La sorella
13. Arcicriminale
14. Mrs. Anderson: direi spiazzante.
15. Venite alla fiera
16. Ritratto
17. Gnarly il Re della giungla: stranissimo e inquietante.
18. La brava moglie: questo racconto è abbastanza inquietante.
19. Diavolo d'un racconto
20. Il topo: mi sa che non ho ben capito, o forse sì.
21. Mia nonna e il mondo dei gatti
22. Dev'essere stata la macchina
23. L'incontro degli amanti
24. Il mio ricordo di S.B. Fairchild
25. Riempi casa di agrifoglio
26. Il signore del castello
27. Che pensiero
28. Quando Barry aveva sette anni
29. Prima dell'autunno
30. La storia che ci raccontavamo
31. Mio zio in giardino

Che dire, come in ogni raccolta, non tutte riescono col buco e molti li ho già dimenticati. Ma nel complesso la Jackson si vedeva che si divertiva nel creare nuove storie.


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