venerdì 12 luglio 2024

[Recensione] Senza un soldo a Parigi e a Londra - George Orwell

 


SENZA UN SOLDO A PARIGI E A LONDRA || George Orwell || House Book || 2024 || 256 pag.

Senza un soldo a Parigi e a Londra (1933) è il romanzo d'esordio di George Orwell, che contamina naturalismo e satira, elementi tipici di tutta una produzione letteraria meno mitizzata ma altrettanto fondamentale di quella delle utopie negative. Il protagonista è un giovane inglese che vive con entusiasmo la Parigi maleducata ed effervescente dei quartieri popolari ma, per una serie di contrattempi, si ritrova a fare letteralmente la fame. Così, determinato a uscire da quell'inferno, torna a Londra, in patria, solamente per scoprire che lo attende un altro inferno, seppure completamente diverso.

RECENSIONE

Trovo sempre affascinanti le opere degli scrittori che vivono in prima persona quello che ci narrano, solo che in questo caso siamo al cospetto di George Orwell (per chi non lo conoscesse il celebre autore di quel capolavoro che è 1984) e che sotto mentite spoglie ha proprio vissuto come un barbone o comunque davvero con quasi nulla in tasca prima a Parigi e poi a Londra. 

Questo libro è una sorta di raccolta di episodi o racconti che ci mostrano come sbarcavano il lunario quei poveretti negli anni 20 del secolo scorso, un vero e proprio universo a molti sconosciuto. Ma perché Orwell ha voluto fare questa sorta di esperimento sociale, camuffandosi con i poveri di quel periodo? Ce lo dice lui stesso: stanco anzi direi proprio nauseato della realtà coloniale in Birmania, si dimette da poliziotto e si reca a Parigi (come fece Jack London vent'anni prima a Londra) camuffandosi da povero per vivere senza un soldo e provando anzi a sopravvivere in umilissimi lavori come il lavapiatti per un hotel. 

Orwell ci presenta un ritratto vero e senza veli, diretto, della società parigina e londinese più povera, con le sue critiche tutt'oggi attuali. 

“Il primo contatto con la miseria è un fatto curioso. Ci avete pensato tanto, alla miseria: l’avete temuta tutta la vita, sapevate che prima o poi vi sarebbe piovuta addosso; ma in realtà tutto è totalmente, prosaicamente diverso. V’immaginavate che fosse una cosa semplicissima, e invece è quanto mai complicata. V’immaginavate che sarebbe stata terribile, ma è soltanto squallida e noiosa. Innanzitutto scoprite l’abiezione della miseria, gli espedienti ai quali vi costringe, le complicate meschinità, le pitoccherie. E poi ci sono i pasti, che rappresentano la difficoltà maggiore. Scoprite che cosa vuol dire avere fame. Scoprite il tedio, che è compagno inseparabile della miseria. Scoprite che quando un uomo va avanti una settimana a pane e margarina non è più un uomo; è solo un ventre con qualche organo accessorio”.