martedì 21 maggio 2024

[Recensione] Kim Ji-Young, nata nel 1982 - Cho Nam-Joo

 


KIM JI-YOUNG, NATA NEL 1982 || Cho Nam-Joo || 2021 || La Tartaruga || 138 pag.

Kim Ji-young, che è stata una normalissima bambina e adolescente, ora ha trent’anni, da un paio di anni è sposata e ha lasciato malvolentieri il lavoro per prendersi cura della sua bambina a tempo pieno. Un giorno, però, Ji-Young inizia a fingere di essere un’altra persona. Prima impersona sua madre, poi una vecchia compagna di scuola: non è uno scherzo, si immedesima completamente in loro, imitandone la voce e il pensiero in modo così perfetto che sembra quasi posseduta da un demone. All’inizio il marito liquida in fretta questi incidenti, ma la situazione peggiora e presto diventa chiaro che Ji-Young soffre di una sorta di disturbo mentale. Così le organizza sedute di terapia con uno psichiatra, che inizia a registrare la sua storia, che è poi la storia di tutte le donne: una storia di pregiudizi, di limitazioni, di accuse e di colpe attribuite gratuitamente; una storia di soprusi e di silenzi, di trattamenti differenziati – a scuola, a casa, nel lavoro; una storia in cui una donna è costretta a scegliere tra la carriera e la famiglia, in cui è sottoposta a severo giudizio qualunque cosa faccia e in cui la sua sofferenza – fisica e mentale – non conta mai davvero quanto quella degli altri, neppure per chi le vuole bene. Un romanzo crudo, ambizioso, che offre uno sguardo onesto e senza veli sulla condizione delle donne nella società coreana, e non solo, e che racconta la misoginia attraverso la metafora spiazzante e radicale di una donna che, pur di essere finalmente libera, è costretta a perdere se stessa e la propria voce.

RECENSIONE

Primo libro di un'autrice coreana che leggo.

Una storia che mette in evidenza il pesante sessismo presente nella Corea del Sud per quanto riguarda le donne al lavoro: meno pagate degli uomini, con meno diritti e se sei incinta sei a rischio licenziamento. Ed è proprio quello che accade alla protagonista del romanzo: dopo che gli è nata la figlia è costretta a lasciare il suo lavoro per badare alla bimba e alla casa. Fa impressione vedere come le donne in questa storia vengono sottomesse dagli uomini, vengono molestate e prese in giro fin da quando sono piccole, e poi quando saranno adulte verranno prese di mira pure nel mondo del lavoro, tutto in salita. E purtroppo queste disparità non sono presenti solo in Corea.


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